Tour de France 2018, la Classifica Big: Thomas domina la corsa, Dumoulin e Froome sul podio
Si parte subito con grandi sorprese al Tour de France 2018. La prima tappa, a causa di restringimenti e la consueta tensione nel finale, ha creato infatti più problemi del previsto, con cadute che costringono alcuni big a perdere terreno importante. La maggior parte degli uomini di classifica son riusciti a restare nel primo gruppo, con la tensione che è rimasta alta sino alla fine visto che alcuni sono arrivati a ridoso dei primi velocisti. Ma mentre Jakob Fuglsang (Astana) e Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) concludevano rispettivamente in decima e dodicesima posizione, con Rafal Majka (Bora-hansgrohe) fra loro e Geraint Thomas (Sky) poco dietro, il capitano annunciato di quest’ultimo finiva invece decisamente più indietro.
Il campione uscente e grande favorito della vigilia Chris Froome (Sky) ha perso subito 51 secondi, concludendo in un secondo gruppo di cui facevano parte anche Richie Porte (BMC) e Adam Yates (Mitchelton-Scott). Ancora più indietro invece Nairo Quintana (Movistar), che perde 1’15” assieme ad Egan Bernal (Sky), mentre i suoi compagni Mikel Landa e Alejandro Valverde concludono nel gruppo di testa.
Invariata la situazione al termine della seconda frazione, mentre con la cronosquadre la situazione cambia in maniera consistente. Il successo della BMC consente a Porte di recuperare terreno su molti rivali, così come a Froome di rientrare nelle posizioni di testa, ma l’operazione migliore al termine di questi tre giorni è per Tom Dumoulin (Team Sunweb) che ora ha già un piccolo gruzzolo su quasi tutti i rivali, per i quali si riparte in buona parte quasi da zero, con ritardi molto simili. Ad eccezione di Nairo Quintana (Movistar), che ormai paga quasi due minuti all’iridato a cronometro e uno da buona parte degli altri big.
Nel corso della quarta tappa la sorpresa maggiore è per Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin), che rimane attardato a causa di una caduta e perde quasi un minuto dagli altri. Termina definitivamente fuori classifica Tiesj Benoot (Lotto Soudal), finito a sua volta a terra. Situazione invariata invece al termine della quinta tappa, che malgrado potesse offrire alcuni spunti non porta cambiamenti di sorta nella classifica, con i big che restano con gli stessi distacchi fra loro.
Con la sesta tappa arriva il primo test per capire le gambe e lo stato di forma dei big, con alcuni distacchi interessanti per Romain Bardet (Ag2r La Mondiale) e Tom Dumoulin (Team Sunweb), che si toccano a cinque chilometri dalla conclusione. Perdono qualche secondo anche Chris Froome (Sky) e Rigoberto Uran (EF-Drapac), con la classifica che dunque si accorcia ulteriormente. Decisamente tranquilla, la settima tappa non porta alcun cambiamento.
L’ottava tappa fa registrare il pesante ritardo accusato da Daniel Martin (UAE Team Emirates), rimasto coinvolto in una caduta avvenuta a 15 chilometri dal traguardo e giunto ad Amiens con un distacco di 1’15” dagli altri uomini di classifica. La temuta nona tappa, caratterizzata dal pavé, porta conseguenze importanti, in primis per la caduta con ritiro di Richie Porte (BMC). Tra le vittime maggiori anche Rigoberto Uran (EF-Drapac) e Tejay Van Garderen (BMC), mentre per buona parte degli altri big i distacchi sono contenuti, se non nulli.
La prima frazione di montagna fornisce le indicazioni sulle condizioni degli scalatori. A pagare è soprattutto Rigoberto Uran, giunto attardato di circa 2’30” sui principali rivali, e un quartetto composto da Bob Jungels (Quick-Step Floors), Rafal Majka (Bora-Hansgrohe), Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin) e Bauke Mollema (Trek-Segafredo), che cede quasi un minuto. Van Garderen esce definitivamente di classifica, perdendo quasi 7 minuti. La seconda tappa alpina ha fatto saltare i primi nomi eccellenti, con soprattutto Rigoberto Uran (EF-Drapac) che ha pagato uno scotto pesante. Il temuto arrivo in salita dell’Alpe d’Huez ha scoperto ulteriormente le carte in tavola, allontanando sempre di più dal podio Daniel Martin (UAE Emirates) e Nairo Quintana (Movistar).
La tappa di Valence si apre senza Vincenzo Nibali e non cambia dopo l’arrivo, riservato ai velocisti e che registra il terzo successo di Peter Sagan (Bora-Hansgrohe). Verso Mende il gruppo lascia spazio alla fuga, concedendo ad alcuni corridori, in particolare Damiano Caruso (BMC) di tornare nelle posizioni medio-alte, mentre la bagarre finale vede distacchi abbastanza ridotti, confermando sostanzialmente le forze in campo. Non porta cambiamenti invece la quindicesima frazione, in cui l’attacco solitario di Daniel Martin viene facilmente rintuzzato dal gruppo. Poche variazioni anche nella prima tappa pirenaica, vinta in fuga da Julian Alaphilippe (Quick-Step Floors) e che consente a qualche seconda linea come Pierre Roger Latour (Ag2 La Mondiale), Damiano Caruso (BMC Racing Team), Bauke Mollema (Trek-Segafredo) e Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida) di guadagnare posizioni all’interno della top 20.
Il tappone con arrivo sul Col du Portet permette alla maglia gialla Geraint Thomas (Team Sky) allungare ancora sugli avversari, mentre Primoz Roglič (LottoNL-Jumbo) e il vincitore di tappa Nairo Quintana (Movistar) si riavvicinano al podio approfittando della battuta d’arresto di Chris Froome (Team Sky). Perde diverse tre posizioni Romain Bardet (Ag2R La Mondiale), che scivola all’8° posto. Tutto invariato dopo la diciottesima tappa, che registra solo uno tentativo senza grosse pretese di Daniel Martin (UAE Team Emirates). La diciannovesima tappa vede invece diversi cambiamenti, con Roglič che riesce a scavalcare Froome al terzo posto, e Quintana che crolla dalla quinta alla nona piazza. Anche Jakob Fuglsang (Astana) perde terreno, favorendo l’ingresso in top ten del fuggitivo Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin). Infine la ventesima tappa a cronometro permette a Froome di riprendere la terza posizione a discapito di Roglič. Bardet supera Landa per la sesta piazza, Zakarin conquista la nona a discapito di Quintana. Geraint Thomas (Team Sky) conserva la maglia gialla e realizza il suo sogno. Nessun cambiamento di rilievo, come da pronostico, nella tappa finale a Parigi.
Classifica Big Tour de France 2018
1 | GERAINT THOMAS | TEAM SKY | 83H 17′ 13” |
2 | TOM DUMOULIN | TEAM SUNWEB | + 00H 01′ 51” |
3 | CHRIS FROOME | TEAM SKY | + 00H 02′ 24” |
4 | PRIMOŽ ROGLIC | TEAM LOTTO NL – JUMBO | + 00H 03′ 22” |
5 | STEVEN KRUIJSWIJK | TEAM LOTTO NL – JUMBO | + 00H 06′ 08” |
6 | ROMAIN BARDET | AG2R LA MONDIALE | + 00H 06′ 57” |
7 | MIKEL LANDA MEANA | MOVISTAR TEAM | + 00H 07′ 37” |
8 | DANIEL MARTIN | UAE TEAM EMIRATES | + 00H 09′ 05” |
9 | ILNUR ZAKARIN | TEAM KATUSHA ALPECIN | + 00H 12′ 37” |
10 | NAIRO QUINTANA | MOVISTAR TEAM | + 00H 14′ 18” |
11 | BOB JUNGELS | QUICK – STEP FLOORS | + 00H 16′ 32” |
12 | JAKOB FUGLSANG | ASTANA PRO TEAM | + 00H 19′ 46” |
13 | PIERRE ROGER LATOUR | AG2R LA MONDIALE | + 00H 22′ 13” |
14 | ALEJANDRO VALVERDE | MOVISTAR TEAM | + 00H 27′ 26” |
15 | EGAN ARLEY BERNAL GOMEZ | TEAM SKY | + 00H 27′ 52” |
16 | TANEL KANGERT | ASTANA PRO TEAM | + 00H 34′ 52” |
17 | WARREN BARGUIL | TEAM FORTUNEO – SAMSIC | + 00H 37′ 06” |
18 | DOMENICO POZZOVIVO | BAHRAIN – MERIDA | + 00H 39′ 08” |
19 | RAFAL MAJKA | BORA – HANSGROHE | + 00H 39′ 57” |
20 | DAMIANO CARUSO | BMC RACING TEAM | + 00H 42′ 31” |
21 | GUILLAUME MARTIN | WANTY – GROUPE GOBERT | + 00H 44′ 18” |
22 | JON IZAGUIRRE INSAUSTI | BAHRAIN – MERIDA | + 00H 46′ 36” |
23 | MIKEL NIEVE ITURRALDE | MITCHELTON – SCOTT | + 00H 49′ 19” |
26 | BAUKE MOLLEMA | TREK – SEGAFREDO | + 01H 06′ 33” |
27 | PIERRE ROLLAND | TEAM EF EDUCATION FIRST – DRAPAC P/B CANNONDALE | + 01H 09′ 09” |
29 | ADAM YATES | MITCHELTON – SCOTT | + 01H 17′ 35” |
31 | ROBERT GESINK | TEAM LOTTO NL – JUMBO | + 01H 21′ 13” |
32 | TEJAY VAN GARDEREN | BMC RACING TEAM | + 01H 23′ 05” |
33 | JULIAN ALAPHILIPPE | QUICK – STEP FLOORS | + 01H 28′ 08” |
34 | DAVID GAUDU | GROUPAMA – FDJ | + 01H 30′ 01” |
36 | DANIEL FELIPE MARTINEZ POVEDA | TEAM EF EDUCATION FIRST – DRAPAC P/B CANNONDALE | + 01H 38′ 38” |
37 | ANTWAN TOLHOEK | TEAM LOTTO NL – JUMBO | + 01H 39′ 01” |
45 | DANIEL NAVARRO GARCIA | COFIDIS, SOLUTIONS CREDITS | + 02H 00′ 32” |
47 | JESUS HERRADA | COFIDIS, SOLUTIONS CREDITS | + 02H 01′ 52” |
49 | MICHAL KWIATKOWSKI | TEAM SKY | + 02H 05′ 29” |
50 | ANDREY AMADOR | MOVISTAR TEAM | + 02H 05′ 38” |
58 | WOUT POELS | TEAM SKY | + 02H 13′ 23” |
62 | MARC SOLER | MOVISTAR TEAM | + 02H 18′ 51” |
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In tv si vedeva un Astana nel gruppo principale che aveva la maglia sbrindellata e il numero di vedeva a malapena, chi era si sa?
Si trattava di Michael Valgren, che ha concluso la tappa 6’17” dopo Degenkolb
Spazio alla luce di questa classifica ho una considerazione da fare ed una domanda da porti a fine considerazione. L’argomento è la “lotta” per la maglia bianca. Oggi in telecronaca hanno detto che ormai è una lotta a due tra Latour e Martin (con Latour strafavorito, secondo me, non solo per la cronometro finale, ma perchè al netto di lavoro per il capitano ha stradimostrato di andare più forte anche in montagna), la mia considerazione a tal proposito è la seguente: sono forse il primo a credere che con 16 minuti di ritardo Bernal sia definitivamente tagliato fuori, MA c’è un MA, domani 65 km soltanto, tappa esplosiva dove presumibilmente non si aspetteranno gli ultimi 10 km, ma si attaccherà dal primo metro di gara e Latour ha dimostrato di non poter assolutamente stare con i 10/12 migliori di questo Tour, dove invece rimane costantemente come fido scudiero Egan Bernal, ora 16 minuti sono un’ enormità, ma se come ci aspettiamo domani la tappa sarà esplosiva da primo metro e visto e considerato che Latour potrebbe (e dovrebbe) pagare anche le fatiche odierne (perchè tra i big non è successo niente, sono arrivati ad oltre 9 minuti ed anche oggi hanno “passeggiato”, ma i fuggitivi odierni hanno speso moltissimo), se dovessero rimanere in 15/20 già dopo la prima salita (cosa che reputo possibile vista l’asprezza della tappa e la sua brevità) è così utopico pensare che Bernal possa ricucire gran parte dello strappo e magari completare l’opera tra venerdì e sabato (perchè ditemi quello che volete ma per me Bernal contro le lancette è più forte di Latour), è davvero così utopico????
Il ragionamento fila bene Rafa, ma 16 minuti sembrano davvero troppi. Anche considerando che comunque potrebbe poi perdere nell’ultima tappa di montagna, in cui dovrà quasi sicuramente sacrificarsi completamente mentre gli altri saranno più liberi di agire, e nella crono da Latour. Non lo definirei utopico, ma quantomeno ottimista 🙂
ah certo certo spazio, non volevo dire che fosse facile, poi alla Sky della maglia bianca frega zero (e non capisco perchè, solo io vedo che Thomas e Froome sono i PIU’ FORTI e non hanno bisogno di Bernal, che potrebbe benissimo battersi per la Bianca, tanto i capitani non hanno bisogno di aiuti) quindi per Bernal sarà sicuramente difficile, ma domani se si andrà forte dal pirmo metro Latour dieci minuti li potrebbe anche prendere (se ne prende di meno bravo lui) ed io credo che anche venerdì pur dovendo lavorare per i capitani Bernal guadagnerà su Latour, e sabato a crono tutti mi indicano Latour più forte di Bernal, per me non lo è, spero che sabato Egan mi dimostri che ho ragione!!! Ovvio che per la maglia bianca era una mia suggestione, anche perchè Latour darà tutto per difenderla, ma domani è una di quelle tappe in cui accumulare minuti su minuti dal momento in cui ti stacchi è più facile che bere un bicchier d’acqua!!! E se Latour si staccasse subito secondo me rischia…….sicuramente è essere ottimista è vero, ma mai dire mai!!!