Tour de France 2018, stoccata vincente di Martin sul Mûr de Bretagne! In ritardo Froome, Bardet e Dumoulin

Daniel Martin (UAE-Emirates) fa il vuoto sul Mûr de Bretagne. Nella sesta tappa del Tour de France 2018, l’irlandese ha attaccato nella parte più dura dello strappo finale, a cavallo dell’ultimo chilometro, ed è riuscito a resistere al ritorno di Pierre Latour (Ag2r La Mondiale), scattato ai 400 metri dall’arrivo. Terzo posto per Alejandro Valverde (Movistar), che regola il gruppetto dei migliori, del quale però non facevano parte Chris Froome (Team Sky), che ha ceduto otto secondi negli ultimissimi metri, così come Rigoberto Uran (EF Education First/Drapac) che ne ha lasciati 11, mentre Romain Bardet (Ag2r La Mondiale) e Tom Dumoulin (Sunweb) sono state vittime di problemi meccanici negli ultimi chilometri e hanno pagato rispettivamente 31 e 53 secondi. Greg Van Avermaet (BMC) riesce a resistere nel gruppo dei migliori e conserva la maglia gialla.

Come spesso nei giorni scorsi, la fuga di giornata non ci mette neanche un chilometro a partire. Il primo scatto è quello buono, con Laurent Pichon (Fortuneo – Samsic), Damien Gaudin, Fabien Grellier (Direct Energie) Anthony Turgis (Cofidis) e Dion Smith (Wanty – Groupe Gobert) che escono dal gruppo senza incontrare alcuna resistenza. Velocemente il vantaggio sale così sino a superare i cinque minuti, con la BMC che non si preoccupa, lasciando il distacco aumentare ulteriormente. L’unico a tirare nei primi 70 chilometri è Patrick Bevin, ma quando si arriva al secondo GPM è la Quick-Step Floors a prendere in mano il gruppo, il cui distacco è arrivato a 7’15” (anche se il GPS segnala oltre dieci minuti).

La formazione belga ha studiato il percorso e sa di poter provare un attacco sfruttando il vento. La trenata è micidiale e dopo pochi chilometri il gruppo si spezza, con molti pesci che cadono nella rete. Si creano così tre tronconi: nel primo ci sono anche Chris Froome e Richie Porte, con le rispettive formazioni che vanno dunque a dare una mano ai belgi; nel secondo Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida), Daniel Martin (UAE Team Emirates), Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin) e Nairo Quintana (Movistar), mentre ancora più dietro è Primoz Roglic (LottoNL-Jumbo).

Grazie alla reazione soprattutto dei Movistar, mentre gli altri capitani restano un po’ isolati, il secondo gruppo riesce a contenere i danni a una decina di secondi, potendo così sfruttare un cambio di vento per rientrare dopo un inseguimento durato circa venti chilometri. Più difficile invece la situazione della LottoNL-Jumbo, che perde rapidamente circa un minuto. Fortunatamente per loro, dopo il rifornimento la Quick-Step Floors resta da sola a tirare in tratti ormai meno favorevoli e il ritmo cala, consentendo il ricongiungimento completo a 75 chilometri dalla conclusione.

A quel punto agli attaccanti restano appena 2’15”. A circa 40 chilometri dal traguardo, con l’accordo che comincia a mancare tra i battistrada, Gaudin prova ad andare via da solo, riuscendoci per circa 15 chilometri, quando gli inseguitori riescono a rientrare. In gruppo una caduta coinvolge tra gli altri Jakob Fuglsang che, scortato da quattro compagni di squadra, impiega circa una decina di chilometri per riprendere la coda del gruppo.

Nel primo passaggio sul Mûr de Bretagne succede poco, se non il fatto che i fuggitivi vengono ripresi e Tom Skuijns (Trek-Segafredo) vince il GPM guadagnandosi un altro giorno in maglia a pois. Allo scollinamento parte in contropiede Jack Bauer (Mitchelton-Scott), che guadagna fino a 20 secondi, vincendo anche il traguardo bonus, con Geraint Thomas (Team Sky) che transita per secondo aggiudicandosi due secondi di abbuono.

Ai meno cinque fora Dumoulin, che resta fermo circa 40 secondi e compromette la sua tappa, non riuscendo più a rientrare col gruppo lanciato verso la scalata finale del Mûr de Bretagne sotto l’impulso della BORA-hansgrohe. Stessa sorte per Bardet, che scambia prontamente la propria bicicletta con Tony Gallopin, rientra in gruppo ma al cambio di ritmo è costretto a perdere nuovamente contatto dal plotone dei favoriti. Davanti Porte è il primo a rompere gli indugi, venendo seguito da Thomas e Yates, ma lo scatto che fa più male è quello di Daniel Martin che riesce a guadagnare qualche secondo in concomitanza del triangolo rosso dell’ultimo chilometro. Dal gruppo prova a reagire Latour, il quale parte ai -400 con la speranza di rientrare sull’irlandese, che tuttavia resiste e si aggiudica la tappa. Al terzo posto chiude Valverde, che in volata batte Julian Alaphilippe (Quick-Step Floors) e Rafal Majka (BORA-hansgrohe), mentre vanno leggermente in difficoltà Froome, Uran, Zakarin e Kruijswijk. Bene, invece, Nibali, che riesce a rimanere nel gruppo dei migliori in un arrivo che lo aveva respinto tre anni fa.

Classifica 6a Tappa Tour de France 2018

Classifica Generale Tour de France 2018

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