Bora-hansgrohe, Wilco Kelderman ripensa con delusione al Giro e punta il Tour per riscattarsi: “Alla Sunweb ho sentito che non avevano fiducia in me, avrei potuto vincere il Giro”

A quasi due mesi dalla cronometro finale di Milano, Wilco Kelderman torna a parlare della suo Giro d’Italia. Il corridore della Sunweb, che il prossimo anno si trasferirà alla Bora-hansgrohe, ha terminato la Corsa Rosa al terzo posto, a un minuto e mezzo dal vincitore Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers) e a poco meno di un minuto dal compagno di squadra Jai Hindley, ma non sono pochi i rimpianti per il neerlandese. Il 29enne, infatti, alla vigilia della penultima tappa vestiva la Maglia Rosa, tuttavia la tripla scalata del Sestriere di quel giorno si è rivelata fatale per lui, costringendolo a cedere il simbolo del primato a Hindley. In una lunga intervista a Algemeen Dagblad, Kelderman ha parlato della delusione per la mancata vittoria del Giro e della poca fiducia nei suoi confronti che ha percepito da parte del team.

Sono partito con ambizioni di podio, anche se sapevo che sarebbe stato molto difficile – ha dichiarato il neerlandese – Ho pensato che se tutto fosse andato bene, sarei potuto arrivare terzo. Nel primo fine settimana ho notato che andavo bene, ma solo la settimana dopo ho iniziato a pensare alla Maglia Rosa. La indossava Almeida, ma sapevo che avrebbe potuto cedere in salita, infatti nella tappa di Piancavallo ha dovuto mollare. Ma poi ho anche visto quanto forte andavano Jai Hindley e Tao Geoghegan Hart“.

Il piano per prendere la Maglia Rosa era di staccare Joao Almeida sullo Stelvio (cosa poi avvenuta) ma il 29enne non aveva fatto i conti con il proprio compagno di squadra e, soprattutto, con Rohan Dennis, che quel giorno è stato gregario preziosissimo per Geoghegan Hart: “Non mi aspettavo un Dennis così bravo. Ma non mi aspettavo neanche che a Jai fosse permesso di fare la sua corsa. Questa cosa non era stata chiarita nella riunione del team la sera prima. Ad un certo punto stavo pedalando da solo sullo Stelvio, al vento. Subentra la frustrazione, sai che il Giro ti sta sfuggendo di mano, che stai perdendo il tuo vantaggio. Ho chiesto all’ammiraglia se Jai non avesse dovuto aspettarmi, ma hanno detto ‘No, Jai rimarrà sulla ruota di Tao’. Era anche una situazione difficile. Quante volte capita di poter vincere il Giro con due corridori? Jai ha fatto come gli è stato detto, non lo biasimo. Ero anche felice per lui, che ha vinto quella tappa”.

Come sarebbero andate quindi le cose con una tattica diversa? Kelderman ci ha pensato molto: “Se Jai fosse rimasto con me in quella tappa dello Stelvio non avrei perso così tanto tempo e avrei potuto vincere il Giro. Con questa tattica di corsa, ho sentito che non avevano fiducia in me. Sabato, un giorno prima di Milano, sono partito in Rosa per l’ultima tappa di montagna a Sestriere, ma le tattiche di squadra sono state studiate per farmi pensare: perderò il Giro. Il margine era troppo piccolo, non mi sentivo più benissimo, ma non c’era neanche fiducia. Jai avrebbe seguito Tao e quando la tappa è entrata nel vivo ho subito sentito che non riuscivo a tenere il passo. Ho dovuto concentrarmi sul terzo posto. Dopo Milano, ho sognato il Giro per altre due settimane. Pensavo ‘E se l’avessimo corso in modo diverso?’“.

Nonostante la delusione, però, nel 2021 il neerlandese non cercherà la rivincita nella Corsa Rosa, ma il programma sarà diverso: “Inizierò con la Vuelta Valenciana, correrò Giro dei Paesi Baschi, Liegi-Bastogne-Liegi e Giro di Romandia e mi piacerebbe fare l’Amstel Gold Race. Il piano è di lavorare per il Tour de France“. Il 29enne è consapevole che la concorrenza alla Grande Boucle sarà molta: “Sarà molto difficile con questa generazione di giovani corridori. Ma mi sono sentito davvero bene l’anno scorso e penso che ci sia spazio per dei miglioramenti. Quindi mai dire mai“.

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