Tour de France 2018, Top/Flop del Giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Tour de France 2018.

TOP

Omar Fraile (Astana): La crescita dello spagnolo è sugli occhi di tutti, facendo ormai di lui uno dei cacciatori di tappe più temibili. Scalatore resistente e veloce, unisce alle qualità fisiche una ottima tenuta mentale che gli permette anche oggi di cogliere l’attimo giusto per attaccare, riprendere un altrettanto eccezionale Jasper Stuyven (che avrebbe sicuramente meritato maggior fortuna) e resistere al rientro degli avversari fino a festeggiare a braccia alzate il successo più importante della sua carriera. Sinora.

Peter Sagan (Bora-hansgrohe): In una giornata che sulla carta è per corridori ben diversi dalle sue caratteristiche il campione del mondo trova ancora il modo per farsi notare. Attento sin dalle prime fasi di corsa, con il ventaglio che lo vede protagonista, lo slovacco corre di rimessa, ma senza realmente risparmiarsi, per tutto il giorno, stringendo i denti in salita e dando il suo contributo in pianura. Alla fine chiude quarto, confermando atleta d’eccezione (e mettendo l’ennesima ipoteca su una Maglia Verde che è sempre più cucita addosso)

Damiano Caruso (BMC Racing Team): Nel finale è forse anche troppo generoso, facendosi tutta la salita finale in testa, ma non aveva altra scelta evidentemente visto che intorno a lui c’era un attendismo esasperato. Per lui anche un bel balzo avanti nella generale che, con un’altra fuga ben piazzata, potrebbe anche permettergli nuovamente di concludere a Parigi con un risultato che salva la baracca BMC. Affidabile e costante, meriterebbe maggior fortuna.

FLOP

Julian Alaphilippe (Quick-Step Floors): Un secondo posto che sa di beffa e di sconfitta per il grande favorito del giorno. Perfettamente supportato sin dai primi chilometri da Philippe Gilbert e Yves Lampaert, che sacrificano tutte le proprie ambizioni per lui, nel finale tentenna troppo e lascia partire Fraile. Non basta poi tutta la sua grinta per rientrare, dovrà guardare lo spagnolo festeggiargli davanti.

Gorka Izagirre (Bahrain-Merida): Avere a ruota un corridore che non tira è sempre snervante, specialmente se non è proprio un brocco e magari ti può saltare in volata. Ma al traguardo mancava ancora molto e c’era ampiamente tempo per cercare di staccarlo, invece con quel battibecco si fanno fagianare da Stuyven, che si invola da solo quasi fino al traguardo. La corsa magari sarebbe andata diversamente, perché a tre uomini non avrebbero forse concesso tutto quello spazio, ma non potrà mai saperlo e uno come lui, che in salita era il più forte dei tre, può mangiarsi le mani per l’occasione sciupata.

Lilian Calmejane (Direct Energie): Con sé nella fuga ha ben quattro compagni di squadra, ma alla fine restano tutti con le pive nel sacco. La scelta di correre tutti per lui è naturale, anche considerando che i suoi compagni fanno fatica in salita e saranno tra i primi a staccarsi, ma il giovane capitano non ne azzecca una, spendendo tanto al momento sbagliato, restando così senza energie in un finale in cui invece aveva modo di giocarsi meglio le sue carte.

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