Bilancio Squadre 2023: Ineos Grenadiers

La Ineos Grenadiers non è più la squadra di riferimento in gruppo, ma resta squadra di assoluto valore. Ancora in fase di ricostruzione, forse anche in cerca di nuova identità, l’ex corazzata britannica mostra di non avere attualmente, o perlomeno non ancora maturo, il campione in grado di giocarsela con i leader del gruppo, ma ha comunque nel proprio organico alcuni elementi di altissimo valore che quest’anno hanno mostrato di poter ambire a traguardi di primissimo piano. Nel complesso ne esce dunque una stagione positiva, in cui non sono mancate le delusioni, ma che può essere base per ripartire.

TOP

L’uomo di riferimento della squadra in questo 2023 è stato sicuramente Filippo Ganna, che è stato il corridore del team che ha ottenuto più vittorie (6), più podi (18) e più top-10 (26). Il verbanese è stato protagonista di una stagione di grande costanza e qualità, nella quale è stato in grado di mettersi in evidenza non solo nella sua specialità, la cronometro (oltre che su pista con la maglia della nazionale, dove continua a collezionare medaglie), ma anche nelle classiche e, addirittura, nelle volate. Anche se probabilmente è mancato il successo di peso (ma spicca comunque la vittoria di tappa alla Vuelta a España) e i secondi posti sono stati tanti (uno su tutti, quello alla Milano-Sanremo), questa annata consegna alla formazione britannica (e all’Italia) un corridore consapevole dei propri mezzi e capace di giocarsela con i grandi campioni, che nei prossimi anni potrà togliersi altre belle soddisfazioni.

In tema classiche ottimi risultati li ha ottenuti anche Tom Pidcock, splendido vincitore della Strade Bianche e poi autore di un doppio podio nelle Ardenne con il terzo posto alla Amstel Gold Race e il secondo alla Liegi – Bastogne – Liegi che bilanciano ampiamente le delusioni sul pavé. Il resto della stagione è incentrato sul Tour de France che non va esattamente come sperato visto che dopo le prime due buone settimane cala nella terza restando fuori da una Top10 che fino a quel momento stava ottenendo agevolmente. Prova poi anche a riscattarsi andando all’attacco, pur senza fortuna, prima di chiudere la stagione con l’infortunio al Tour of Britain. La sua dimensione reale ancora non è chiara, ma sicuramente si conferma capace di grandi cose.

Baluardo del team in cui corre sin dalla sua fondazione, Geraint Thomas si conferma tra i migliori al mondo nelle tre settimane correndo un ottimo Giro d’Italia, perso solo nella cronometro conclusiva. Un secondo posto che a 37 anni compiuti proprio in quei giorni ha un altissimo valore, andando nettamente a compensare il resto di una anomala stagione decisamente meno brillante. In attesa che emerga un nuovo capitano che possa sfidare i big, colui che nacque pistard e uomo da classiche tiene alta la bandiera del team nei grandi giri, un tempo terreno di caccia prediletto della ormai ex corazzata britannica.

In attesa di sapere se un Egan Bernal quest’anno focalizzato sul ritrovare il ritmo di gara potrà mai tornare ai livelli precedenti l’infortunio, chi fa ben sperare è il classe 2001 Carlos Rodriguez, autore di uno splendido Tour de France. Dopo una Vuelta 2022 di alto livello, intaccata solo parzialmente da un infortunio, il 22enne iberico è tra i migliori alla Grande Boucle, che corre costantemente nelle prime posizioni, sfiorando anche il podio finale, fino a chiudere con un bel quinto posto e una vittoria di tappa. Culmine di un anno in cui ha chiuso tutte le corse a tappe a cui ha preso parte nei dieci, terminato poi con buon piazzamento a Il Lombardia, ribadendo così anche buone capacità nelle classiche, questo risultato candida lo spagnolo a nuovo leader del team per i GT.

Allo stesso reparto appartengono Thymen Arensman e Laurens De Plus, entrambi validi supporti per l’esperto corridore gallese in una Corsa Rosa che poi hanno saputo chiudere comunque nei primi dieci. Per il giovane corridore neerlandese, sesto a Roma con un finale in crescendo, la conferma di poter ambire a traguardi importanti e di essere uomo da tre settimane, mentre per il ritrovato corridore belga un risultato che lo rilancia dopo tante stagioni complicate, assegnandogli un posto importante al fianco di uomini come Michal Kwiatkowski e Jonathan Castroviejo, gregari di grande affidabilità nei grandi giri, con licenza di colpire quando possibile.

Buona stagione, soprattutto nel finale per Pavel Sivakov, che trova maggiore convinzione nei propri mezzi una volta deciso di andarsene, mostrandosi a suo agio anche nelle classiche di un giorno nelle quali sinora non aveva poi combinato granché. Altro uomo che lascerà il team è il suo coetaneo Tao Geoghegan Hart, che alla Corsa Rosa sembrava aver ritrovato la gamba che nel 2020 gli consentì di trionfare, ma un brutto infortunio lo vede chiudere malamente la stagione già a maggio, senza poter dimostrare nulla in più.

Dopo il bel 2022 è sembrato meno appariscente Magnus Sheffield, che tuttavia ha raccolto un buon numero di punti e risultati in alcune brevi corse a tappe che hanno rappresentato per lui un buon test per il futuro. Quarto al Tour Down Under, secondo al Tour of Norway, quarto al Tour of Britain (vinto peraltro da un Ben Tulett per cui vale lo stesso discorso) e alla CRO Race, lancia semi che bisognerà capire come germoglieranno.

Tra i giovani ovviamente spicca anche l’ottima stagione del neopro’ Joshua Tarling che dopo i primi mesi di apprendistato trova nelle cronometro un palcoscenico che gli consente di splendere come stella del futuro: campione nazionale, bronzo mondiale e campione europeo nella specialità, si prende poi il lusso a fine stagione di battere anche il campione del mondo alla Chrono des Nations, chiudendo a quota quattro vittorie, tutte di spessore, la sua prima stagione tra i professionisti.

+++ Filippo Ganna
++ Geraint Thomas
+ Carlos Rodriguez

FLOP

La grande delusione è rappresentata da Daniel Martinez, che aveva nuovamente la grande occasione di guidare il team al Tour de France. Inizia bene l’anno con il successo alla Volta ao Algarve, ma poi, quando il livello si alza, lui resta indietro fino poi a doversi ritirare per una sfortunata caduta che comunque avviene quando ormai aveva già mostrato di non essere nella forma che si sperava. Con un contratto in tasca per lasciare il team l’anno prossimo, nel finale di stagione si vede poco e male.

Non corrisponde le aspettative neanche Ethan Hayter, che arrivava da due stagioni di grande crescita alle quale non riesce a dare seguito. Capace comunque di vincere a Giro di Romandia e Giro dei Paesi Baschi, ottenendo qualche buon piazzamento in brevi corse a tappe non di primissimo piano, che ne confermano l’ampio ventaglio di qualità grazie alla resistenza in salita e l’ottimo spunto veloce, il corridore britannico tuttavia raccoglie meno di quanto le sue qualità gli possono permettere, anche se chiaramente pesa la frattura alla clavicola subita al Giro del Delfinato, in un periodo dell’anno che doveva rappresentare il suo apice.

Altro corridore al quale era lecito chiedere qualcosa in più sono è indubbiamente Luke Plapp. Arrivato con grandi ambizioni e speranze lo scorso anno, vincendo la concorrenza di numerose altre squadre, il talento australiano (che non casualmente viene lasciato andare) ha vissuto due stagioni a sprazzi e il secondo posto quest’anno all’UAE Tour non basta a salvare il bilancio di un anno nel quale ci si aspettava più regolarità e contributo alla causa del team, in prima persona o in supporto ai capitani.

Discorso diverso per Ben Turner, che appare esente da colpe se non è riuscito a rispondere alle aspettative nate da un primo anno fra i prof decisamente più proficuo. Dopo un bell’inizio di stagione, con il successo alla Vuelta a Murcia che ha aperto il suo contatore, arriva infatti presto il primo infortunio, a febbraio, con la frattura del gomito. Rientrato alle corse, ad aprile si rompe il radio al Giro delle Fiandre, dovendo così nuovamente inseguire la condizione che non arriva più.

Privato del supporto sperato, nonché dei grandi obiettivi a cui ambiva, Elia Viviani chiude l’anno lontano dai suoi standard, pur in crescendo con podi, piazzamenti e due vittorie per finire la stagione che lasciano comunque ben sperare in vista di una stagione che per lui sarà fondamentale e per la quale non a caso, già quest’anno, la pista è stata una costante.

Tra coloro che non hanno brillato anche uomini come Omar Fraile, Ben Swift e Brandon Rivera, relegati quasi solamente a compiti di gregariato, senza riuscire ad emergere in prima persona.

– Luke Plapp
— Ethan Hayter
— Daniel Felipe Martinez

Classifica UCI

Il bilancio finale in termini di punti è buono visto che la formazione britannica chiude l’anno in quarta posizione, molto vicina al podio, anche se ovviamente molto lontana dalle due formazioni che hanno dominato la scena.

CORRIDORE NAZIONE ETÀ PUNTI
GANNA Filippo
ITA
27 2877
PIDCOCK Thomas
GBR
24 1989
THOMAS Geraint
GBR
37 1838
RODRIGUEZ CANO Carlos
ESP
22 1618
SIVAKOV Pavel
FRA
26 1299.29
GEOGHEGAN HART Tao
GBR
28 1123
SHEFFIELD Magnus
USA
21 839
KWIATKOWSKI Michal
POL
33 772.33
TARLING Joshua
GBR
19 726.15
ARENSMAN Thymen
NED
24 645
HAYTER Ethan
GBR
25 610
TULETT Ben
GBR
22 478.86
VIVIANI Elia
ITA
34 443.86
PLAPP Lucas
AUS
23 422.86
MARTINEZ POVEDA Daniel Felipe
COL
27 411.29
CASTROVIEJO NICOLAS Jonathan
ESP
36 411
NARVAEZ PRADO Jhonatan Manuel
ECU
26 381.29
BERNAL GOMEZ Egan Arley
COL
26 318
DE PLUS Laurens
BEL
28 313
TURNER Ben
GBR
24 244

Miglior Momento

Il successo più splendente è indubbiamente la cavalcata solitaria di Tom Pidcock alla Strade Bianche, che ha confermato le grandissime qualità del corridore britannico, talento eclettico che può dire la sua su più terreni. Una vittoria che forse aveva anche fatto pensare a qualcosa in più per il resto della stagione, ma che potrebbe comunque essere rampa di lancio per il futuro non lontano.

Bilancio Ineos Grenadiers

Volate - 5.3
Classiche - 8.1
GT - 7.6

7

Le volate restano il punto debole, oltre che poco sfruttato, di una squadra che altrimenti sale sul podio di due monumento e un GT, dimostrando comunque di essere ancora in grado di lasciare il segno, pur senza avere attualmente in squadra il campione che possa riportare il team ai vertici assoluti

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