Jan Ullrich a cuore aperto su doping e dipendenze: “Bevevo due bottiglie di whisky al giorno, la cocaina mi ha trasformato in un mostro”

Jan Ullrich torna a parlare del suo difficile passato. Capace in carriera di conquistare un Tour de France, una Vuelta a España, un oro e un argento olimpico a Sidney 2000 e due titoli iridati a crono, l’ex corridore tedesco è però anche noto, come tanti altri della sua epoca, per aver fatto uso di doping, venendo coinvolto nel 2006 nell’Operacion Puerto che mise fine alla sua carriera. Dopo il ritiro e una successiva squalifica, il classe 1973 è balzato quindi agli onori della cronaca per problemi legati ad alcol e droga, che l’hanno portato ad avere anche diversi grattacapi di natura giudiziaria e a essere ricoverato in più di un’occasione in cliniche per disintossicarsi.

Nell’ultimo periodo, però, l’ex campione è riuscito a uscire dal tunnel delle dipendenze e ha raccontato la sua storia in un documentario in uscita su Amazon Prime Video. In questi giorni, invece, il nativo di Rostock si è aperto in un’intervista con la rivista tedesca Stern, dove ha raccontato come ha iniziato a doparsi e i suoi problemi con alcol e droga.

Ho imparato molto rapidamente che il doping era diffuso – le parole di Ullrich – Mi hanno insegnato: sei bravo, hai un grande talento, ti alleni con tantissima dedizione, hai tutte le qualità che ti servono. Ma se vuoi mantenere questo livello devi farlo. La percezione diffusa all’epoca era che senza aiuti sarebbe stato come partecipare a una sparatoria armati solo di coltello. L’atteggiamento generale era: se non lo fai, come sopravvivrai alla gara?”.

Dopo il coinvolgimento nell’Operacion Puerto, il 50enne non ammise l’uso di sostanze illecite e non lo fece fino al 2013: “I miei avvocati mi avevano consigliato di rimanere in silenzio. Ho seguito il loro consiglio, ma ne ho subito le conseguenze per molto tempo. Nel 2006 non potevo parlare perché non volevo essere un traditore: se avessi parlato avrei trascinato molte persone con me. Non è stato facile restare in silenzio per tanti anni. Il mio passato pesava molto sulla mia anima“.

Un peso che l’ha portato a rifugiarsi in alcol e droga: “Non avrei potuto cadere più in basso di così. Il vino divenne whisky. All’inizio ne bevevo una bottiglia al giorno, poi al massimo due. Era un anestetico. La cocaina mi ha trasformato in un mostro in un istante“. Dopo aver rischiato di morire e con la minaccia, da parte di sua moglie, di non fargli più vedere i figli, l’ex corridore tedesco ha chiesto aiuto e ha iniziato un percorso di disintossicazione: “Sapevo che dovevo fare qualcosa se volevo rivederli. Adesso ho di nuovo fame di vita“.

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