Giro di Romandia 2024, stoccata di Richard Carapaz! Juan Ayuso in difficoltà, Carlos Rodriguez nuovo leader della corsa

Richard Carapaz si prende il secondo arrivo in salita del Giro di Romandia 2024. L’ecuadoriano della EF Education-EasyPost ha attaccato a poco più di due chilometri dal traguardo di Leysin ed è riuscito a resistere per pochissimo alla grande rimonta operata nelle ultime centinaia di metri da Florian Lipowitz (Bora-hansgrohe), conquistando così la quarta tappa della corsa elvetica e il terzo successo stagionale. Terza piazza di giornata, staccato di 10″, per Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), che grazie anche alle difficoltà del leader Juan Ayuso (UAE Team Emirates) balza al comando della classifica generale alla vigilia dell’ultima frazione.

Lo spagnolo guida infatti ora con un vantaggio di 7″ su Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), quinto di tappa alle spalle di Enric Mas (Movistar), e con 9″ su Lipowitz, mentre Ayuso è ora quinto in classifica con un ritardo dal connazionale di 27″, superato anche da Ilan Van Wilder (Soudal-QuickStep).

Il video dell’arrivo

Il racconto della corsa

Come prevedibile, i primi chilometri di gara sono molto veloci e registrano tanti attacchi, ma i primi che riescono a fare la differenza, dopo circa dieci chilometri di gara, sono Raul Garcia Pierna (Arkéa-B&B Hotels), Nelson Oliveira (Movistar) e Bart Lemmen (Visma | Lease a Bike). Questo terzetto, tuttavia, non riesce a guadagnare molto anche perché da dietro proseguono i tentativi, con Juri Hollmann (Alpecin-Deceuninck) a fuoriuscire e, in breve tempo, a riportarsi sulla testa della corsa.

Con un gap ancora di soli 15″, allungano poi anche Josef Cerny (Soudal-QuickStep), Alexandre Balmer (Svizzera) e Dorian Godon (Decathlon Ag2r La Mondiale), ma solo il primo e il terzo riescono a riagganciarsi al drappello al comando dopo un breve inseguimento, mentre Balmer scivola pian piano più distante, così come il gruppo, che decide di rallentare. I battistrada arrivano così ai piedi del primo GPM di giornata, Ovronaz, con 1’40” sul solitario inseguitore e 4′ sul gruppo, che però, appena iniziata la salita, aumenta decisamente il ritmo grazie alla Ineos Grenadiers. Nel giro di poco, quindi, il plotone dimezza il distacco e va a riassorbire Balmer, perdendo però nel frattempo tanti pezzi per strada.

L’andatura imposta dalla formazione britannica, infatti, fa male a molti, tanto che in prossimità del GPM sono rimasti meno di venti uomini a comporre il gruppo principale. Questi vanno a riprendere Cerny, Hollmann e Godon, che in precedenza avevano perso contatto dalla testa della corsa, scollinando poi con 30″ di ritardo dai tre fuggitivi superstiti. Nel corso della discesa seguente, Oliveira allunga e stacca Lemmen e Garcia Pierna, mentre dal gruppo, sul quale si riportano diversi corridori, fuoriesce nuovamente Godon, accompagnato dal compagno di squadra Clément Berthet.

Questi due rientrano sui primi inseguitori a fine discesa e tutti e quattro assieme vanno a riprendere Oliveira, mentre da dietro un secondo gruppo si riporta sul primo, formando così un plotone di una cinquantina di unità, in testa al quale si porta l’UAE Team Emirates. La formazione emiratina rallenta un po’ l’andatura e i cinque battistrada tornano a guadagnare fino a un massimo di 1’45”. La situazione resta tale anche dopo il secondo GPM, lo strappo di La Rasse (anche se il gruppo si spezza brevente in due dopo la successiva discesa), e fino ai piedi della salita di Les Rives, quando torna davanti la Ineos. Tra gli attaccanti, invece, Godon perde subito contatto e viene rapidamente ripreso dal gruppo, mentre in vista del GPM cedono anche Garcia Pierna, Oliveira e Lemmen.

Lo spagnolo viene riassorbito prima dello scollinamento, mentre nell’ascesa appena successiva, quella di Les Giettes, anche Lemmen e Oliveira vengono ripresi, con il portoghese che fa in tempo a scollinare per secondo, con un ritardo di 1’15” da Berthet, prima di essere raggiunto dal plotone. La discesa seguente, lungo la quale Damiano Caruso (Bahrain Victorious) è vittima di una foratura dopo la quale non riuscirà più a rientrare, e il lungo tratto di fondovalle (interrotto a metà da un breve strappo) che precede la salita finale non modificano più di tanto la situazione, e il transalpino inizia così l’ascesa verso Leysin con un vantaggio sempre di poco superiore al minuto.

I primi chilometri di salita vedono la Ineos proseguire a un ritmo regolare grazie a Jonathan Castroviejo e, soprattutto, a un inesauribile Ethan Hayter, con Berthet che riesce così a mantenere ancora circa un minuto di margine. Quando però arriva davanti Thymen Arensman, l’andatura cambia decisamente, con tanti corridori che iniziano a perdere contatto, e il destino del francese è segnato; la sua avventura finisce infatti a 5400 metri dalla conclusione. Poco dopo, Arensman termina il proprio lavoro e a quel punto è Egan Bernal ad accelerare, riuscendo anche a prendere qualche metro di vantaggio.

Su di lui prova a chiudere Pavel Sivakov (UAE Team Emirates), ma alla sua ruota va in difficoltà il compagno di squadra Juan Ayuso e il francese allora rallenta per attendere il proprio capitano. Compreso che lo spagnolo non sembra nella sua versione migliore, anche Bernal rallenta per aspettare Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), che si porta dietro Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) e un brillante Florian Lipowitz (Bora-hangrohe). Grazie a Sivakov, Ayuso riesce però a rientrare, e con lui anche Enric Mas (Movistar), Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), Ilan Van Wilder (Soudal-QuickStep) e, poco dopo, anche Cristian Rodriguez (Arkéa-B&B Hotels) e Adam Yates (UAE Team Emirates).

Questi ultimi due sono però i primi a cedere assieme a Sivakov e a Van Wilder quando Bernal torna ad aumentare il ritmo in vista dell’attacco di Rodriguez. Ad anticipare lo spagnolo è però Lipowitz, che accelera in vista dello striscione che indica gli ultimi tre chilometri; sulla ruota del tedesco salta subito Carapaz, mentre ci impiega poco di più Rodriguez. Si fa invece molto pesante la pedalata di Ayuso, che è costretto a cedere e si vede staccato prima anche da Mas e Vlasov, e poi da Bernal e Van Wilder, finendo per essere ripreso da Sivakov, Adam Yates e Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek).

In prossimità degli ultimi due chilometri e degli ultimi 1000 metri di salita, Carapaz piazza quindi la stoccata decisiva, prendendo subito alcuni metri di vantaggio su Lipowitz e Rodriguez. È quasi esclusivamente lo spagnolo a lavorare per contenere il distacco dall’ecuadoriano, che però arriva al GPM con un margine che pare rassicurante per andare a prendersi il successo di tappa. Il campione olimpico di Tokyo non ha però fatto i conti con Lipowitz, che nelle ultime centinaia di metri, con la strada che torna a salire, mette il turbo e lascia sul posto Rodriguez, andando in caccia di Carapaz, che è costretto a sua volta a rialzarsi sui pedali per evitare di venir raggiunto. Il corridore della EF ci riesce per poco, tanto che Lipowitz taglia il traguardo sulla sua ruota, mentre Rodriguez arriva 10″ più tardi, conquistando però il simbolo del primato.

Risultato Tappa 4 Giro di Romandia 2024

Classifiche Giro di Romandia 2024

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