Team Sunweb, nasce il protocollo #Metoo cycling contro gli abusi e le molestie sessuali

Il movimento #Metoo contro le molestie sessuali è arrivato anche nel mondo del ciclismo. È dello scorso giugno la notizia di tre diverse denunce da parte di alcune atlete a Patrick Van Gamsen, direttore sportivo della Healt Mate Cyclelive. Le accuse, smentite immediatamente dal ds belga, erano state lanciate anche tramite il portale Cyclingnews da un totale di quattordici atlete, dieci delle quali hanno preferito restare anonime. Per evitare il riproporsi di casi del genere, così, il Team Sunweb ha deciso di istituire il protocollo “#Metoo cycling”, un decalogo contro gli abusi per proteggere tutte le ragazze che vogliono affacciarsi nel mondo del ciclismo professionistico.

La Sunweb punta a far nascere una crescente consapevolezza all’interno del mondo del ciclismo per evitare di dover ascoltare di nuovo racconti come quello della ventiquattrenne israeliana Esther Meisels, una delle quattro cicliste che avevano denunciato a Cyclingnews gli abusi di Van Gamsen: ”Lo stipendio era basso: la Health Mate-Cyclelive faticava a trovare sponsor. Così il manager ci propose di vivere da lui a Ekeren, in Belgio. Sei cicliste di sei Nazioni diverse nell’ultimo piano di una casa molto grande e la soluzione sembrava ok. Il problema è che lui, da subito, si mostrò troppo espansivo: cercava di abbracciarci o baciarci, girava in mutande, faceva commenti sul nostro corpo e quando ci ritiravamo infastidite lasciava intendere che non ci avrebbe selezionate per le gare. Per evitarlo sono arrivata a chiudermi in camera tutto il giorno. Alla fine sono scoppiata”

Alla luce di notizie del genere, la ciclista canadese della Sunweb, Leah Kirchmann ha espresso grandissima soddisfazione per la decisione adottata dal suo team: “La Sunweb ha voluto prendere l’iniziativa per dimostrare che per loro gli abusi sono un argomento importante sul quale fare luce. Vogliono fare prevenzione per evitare che cose del genere possano accadere all’interno del nostro team. La cosa è subito chiara anche ai nuovi membri dello staff. Mostriamo questo documento e le nostre aspettative sono subito chiare”.

L’atleta nordamericana ha poi rivelato che per redigere il protocollo è stato chiesto anche il parere delle atlete: “Vogliamo definire cosa possa essere considerato molestia, creare consapevolezza e delle linee guida chiare su come lo staff deve comportarsi. Ci sono alcuni comportamenti che ci si aspetta quando ci cambiamo sul pullman oppure quando ci fermiamo per fare un bisogno durante la corsa”.

La decisione della compagine tedesca è stata commentata anche dalla campionessa europea Marta Bastianelli, che pur lodando l’iniziativa, ha sollevato dei dubbi sulla sua realizzabilità in team dal budget meno ricco: “È una decisione bellissima – ha commentato l’ex iridata al Corriere della Sera — ma attuabile solo con i budget milionari di Sunweb. Noi continueremo a non avere bus dove svestirci o fare la doccia, molte ragazze continueranno a cambiarsi in auto o a fare pipì in un angolo protette dalle compagne. Sappiamo bene che il ciclismo ha un inevitabile versante animalesco e quando pedaliamo non siamo principesse ma combattenti. Ma se ci fossero più investimenti,  ci sarebbero più dignità e meccanismi di protezione dagli abusi, magari tante ragazze si avvicinerebbero più volentieri e in sicurezza a questo sport”.

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