Liegi-Bastogne-Liegi 2023, Eddy Merckx confida in Evenepoel ma il suo preferito resta Pogačar: “È completo, sa gestirsi, si sa migliorare e vince”

Eddy Merckx è ancora alla ricerca di un erede ma ultimamente Tadej Pogacar sta dando indicazioni importanti. Lo sloveno sta recitando, almeno in questo inizio di stagione, il ruolo del cannibale vero e proprio e visti i suoi 24 anni fa ormai pensare a un futuro ricco di successi. Ma abbastanza per far vacillare l’ormai granitica immagine dell’ex corridore belga, ormai da decenni sedimentata nella mente di tutto il pubblico mondiale. La Liegi-Bastogne-Liegi di domani è un’ottima occasione per vedere se Pogacar riuscirà a mettere un altro tassello verso la gloria eterna.

Ma qual è il favorito per Merckx?: “Io dico Remco Evenepoel – afferma in un’intervista a Il Messaggero – Si sta preparando per questo. Ed è ora che vinca, se no non saprei quando lo farà. Il suo numero al Mondiale in Australia è stato un grande gesto. Ma deve dimostrare di essere superiore a Pogacar”. Lo sloveno resta però uno dei suoi corridori preferiti: “Lo confermo. Pogacar mi piace molto. È completo, corre tutto l’anno, fa le classiche, fa la Roubaix, fa tutto. Non è di quelli che si vedono soltanto nelle corse a tappe”.

Praticamente un corridore imbattibile: “È un corridore completo, ripeto, va in salita, va sulle pietre, va dappertutto, sa gestirsi, sa correggere gli errori, si sa migliorare. E vince – anche più di lui che non ha mai vinto Fiandre, Amstel e Freccia nella stessa stagione – Sono contento di vedere che c’è un corridore che non prepara soltanto una corsa. Il ciclismo non è solo il Giro d’Italia o il Tour de France, il ciclismo è tutto l’anno“.

Pogacar incarna quindi perfettamente lo spirito del corridore d’altri tempi: “I corridori di oggi evidentemente non amano davvero correre in bicicletta, nel ciclismo ci vuole passione. Pogacar ama fare le corse, si vede, non solo gli allenamenti”, afferma, bacchettando invece i corridori italiani non più assoluti protagonisti del ciclismo: “È evidentemente troppo duro per i ragazzi italiani. Da voi piacciono di più il calcio, o altri sport. Il ciclismo è faticoso…”.

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