Jumbo-Visma, Tom Dumoulin: “Ho ammirato Bradley Wiggins. In futuro voglio correre la Parigi-Roubaix come lui”

Tom Dumoulin vorrebbe ripercorrere un finale di carriera simile a quello di Bradley Wiggins. I due hanno un profilo comparabile visto che sono partiti come specialisti delle cronometro (almeno nel suo percorso su strada per quanto riguarda il britannico), riuscendo poi anche ad imporsi come corridori capaci di lottare per il successo dei grandi giri e vincitore del Giro d’Italia 2017 vorrebbe provare a chiudere la propria esperienza come ha fatto il trionfatore del Tour de France 2012, ovvero puntando alla Parigi – Roubaix, la Regina delle Classiche. Non una partecipazione, ma proprio con l’obiettivo di dare il meglio di sé, come fece il britannico che riuscì ad entrare nei dieci con una preparazione mirata, facendo dell’Inferno del Nord l’ultimo grande obiettivo, purtroppo per lui mancato, di una straordinaria carriera.

“Parigi-Roubaix è nella mia lista dei desideri – ha spiegato a WielerFlits – Vorrei correrla prima o poi, ma con una preparazione specifica. Voglio essere al via al massimo delle mie possibilità. Non voglio correrla solo per divertimento […] Ho davvero ammirato Bradley Wiggins. Per anni si è concentrato sulle cronometro e sui grandi giri, poi negli ultimi anni ha cambiato obiettivo ed è diventato un corridore da classiche. L’ho ammirato molto e vorrei fare lo stesso”.

Classe 1990, per il momento comunque la sua mente rimane concentrata sull’obiettivo di tornare a vincere un GT dopo aver concluso in seconda posizione sia Giro che Tour nel 2018 e un 2019 condizionato da un pesante infortunio. Passato questo inverno alla Jumbo – Visma, affiancando ora Primoz Roglic e Steven Kruijswijk ai vertici delle gerarchie interne per quanto riguarda le grandi corse a tappe, in squadra ha anche grandi specialisti del Nord con cui allenarsi e migliorare, partendo chiaramente da un talento eclettico come Wout Van Aert.

La sua esperienza in queste corse al momento è piuttosto scarna visto che la sua unica partecipazione ad una Monumento del pavé fu al Giro delle Fiandre 2012, quando non riuscì a portare a termine la corsa. Molto meglio andò tuttavia sul pavé del Tour 2018, che affrontava alcuni tratti della Roubaix, quando ne uscì a testa alta, chiudendo la tappa in 19ª posizione, nel gruppo dei big, a meno di trenta secondi dagli specialisti che si giocarono la vittoria di tappa.

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