Bradley Wiggins svela di aver sofferto della “sindrome dell’impostore”: “Ho distrutto tutti i miei trofei, mentre le mie medaglie olimpiche sono in un sacchetto di plastica”

Bradley Wiggins ha ottenuto tanti successi e premi nel corso della sua carriera, ma non sempre è riuscito a goderseli. L’ex corridore britannico, capace di vincere il Tour de France nel 2012 dopo essere stato un pistard di grande successo, ha raccontato negli ultimi anni di aver avuto un passato tormentato, a partire dal rapporto difficile con il padre, cosa che l’ha portato a cercare rifugio nel ciclismo. Anche durante la sua carriera da corridore, però, il 43enne ha passato momenti difficili nonostante tutte le sue vittorie; vittorie che hanno fatto scattare in lui la cosiddetta “sindrome dell’impostore”, una condizione psicologica che porta le persone che ne soffrono a sentire di non meritare i successi che ottengono a dispetto delle competenze e capacità che dimostrano.

In una serie di documentari della BBC intitolata proprio Sindrome dell’Impostore, Wiggins ha dunque rivelato di aver sofferto di questo problema, manifestatosi ad esempio quando nel 2012 è stato nominato cavaliere dalla regina: “Mi è stato offerto e ricordo di aver detto a mia madre che non lo volevo. Mi ha detto che mio nonno si sarebbe rivoltato nella tomba, quindi sono andato. Il giorno in cui sono stato nominato cavaliere, la sindrome dell’impostore ha colpito senza pietà“.

“Il mio cavalierato non coincideva con altri atleti, ero principalmente tra il personale militare – ha proseguito l’ex corridore Sky – Stare in fila con loro è stata una lezione di umiltà. Sicuramente, non mi sentivo un eroe quel giorno. Mentre i soldati a cui mancavano gli arti mi chiedevano di fare delle foto. Quel giorno ho sentito di non essere degno di essere nominato cavaliere”.

La sindrome dell’impostore l’ha portato anche a liberarsi di alcuni premi vinti durante la carriera, come quello di “Personalità Sportiva dell’Anno della BBC”, vinto sempre nel 2012: “Ho avuto un periodo difficile nel 2019. Mia moglie soffriva mentalmente e anch’io ho perso di vista il quadro generale. Ho distrutto tutti i miei trofei. Soprattutto i premi come effetto collaterale del ciclismo. Conservo le medaglie e i trofei ciclistici delle mie vittorie, ma sono tutti insieme in una borsa da qualche parte. Anche le mie medaglie olimpiche sono in un sacchetto di plastica“.

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