Tour de France 2018, Top/Flop del Giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Tour de France 2018.

TOP

Peter Sagan (Bora-Hansgrohe): Dimostra al traguardo volante di Beaulieu-sous-la-Roche che il suo vero obiettivo è la Maglia Verde di Parigi, ma quando gli si presenta una ghiotta occasione per vincere non si tira certo indietro. Nel finale si muove, come sempre, seguendo l’istinto: molla le ruote dei compagni di squadra, battezza quella di Arnaud Démare (Groupama-FDJ) e finisce in gloria.

Sonny Colbrelli (Bahrain Merida): Difficile chiedergli di più. Chiamato a mettersi in proprio nelle fasi calde della tappa, schiva le cadute ed è sempre al posto giusto nel momento giusto. In volata gli mancano pochi metri per sfiorare il colpaccio, ma il primo podio in carriera alla Grande Boucle vale più di un semplice viatico in vista di arrivi a lui più congeniali.

Sylvain Chavanel (Direct Energie): Dopo aver perso lo sprint per il GPM (e per la maglia a pois) e aver visto i due compagni di viaggio rialzarsi, avrebbe avuto tutto il diritto di mollare gli ormeggi. Invece si imbarca in un’azione tanto coraggiosa quanto sconveniente, che culmina dopo 165 chilometri e dopo avergli permesso di vincere “soltanto” i traguardi volanti. Per la tappa, gruppo permettendo, verranno giorni migliori.

FLOP

Alexander Kristoff (UAE Team Emirates): In altre epoche arrivi come questo gli avrebbero messo un certo appetito. Le gambe, però, non vanno più di pari passo con la testa e stavolta, nonostante quella leggera curva all’insù che ben si sposa con le sue caratteristiche, deve accontentarsi di un piazzamento che non aggiunge nulla alla carriera e alla stagione.

Michael Matthews (Sunweb): “Un po’ colpa mia, un po’ colpa tua”, sta di fatto che l’australiano esce con uno zero assoluto dalle prime due tappe. Rinuncia scientemente alla lotta per la Maglia Verde (una scelta che non gli fa troppo onore, essendo il defender del titolo) e nel finale si trova coinvolto nella caduta che lo estromette dalla possibile stagione. L’annus horribilis continua.

Adam Yates (Mitchelton-Scott): Secondo giorno e secondo inconveniente per il britannico, che stavolta resta coinvolto in una caduta a circa 30 chilometri dall’arrivo. Se le conseguenze fisiche sembrano minime, le botte al morali iniziano ad essere troppe. La scelta (condivisa col fratello) di correre sempre nella retroguardia del gruppo è un boomerang che in una gara come il Tour torna spesso, dolorosamente, addosso.

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