Giro d’Italia 2020, Top/Flop del Giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Giro d’Italia 2020.

TOP

Josef Černý (CCC Team): Purtroppo per lui oggi si parla di tutto tranne che della sua vittoria. Il 27enne passista ceco approfitta della confusione che oggi regnava in gruppo per centrare la fuga giusta e poi lasciare sul posto tutti i compagni di fuga. Un gesto tecnico comunque apprezzabile che sicuramente lo aiuterà a trovare un nuovo contratto l’anno prossimo.

Arnaud Démare (Goupama-FDJ): Com’era prevedibile, il francese si disinteressa della tappa odierna limitandosi a difendere la maglia ciclamino che ormai è sua matematicamente. Dal punto di vista sportivo non è stato un bel vedere, ma ogni tanto è anche giusto dare spazio alla pragmaticità. Le energie ormai sono poche e quattro vittorie in saccoccia, più l’ambita maglia a punti, sono senza dubbio un bottino non indifferente.

BORA-hansgrohe: La squadra di Peter Sagan è l’unica a incaricarsi dell’inseguimento dei fuggitivi. Peter Sagan mette i suoi a tirare per circa metà tappa, prima di rinunciare all’impresa appena resosi conto di non potere tenere chiusa la corsa da solo. Il successo in volata al Giro d’Italia, nonché la maglia ciclamino, è rimandato quindi alla prossima occasione.

FLOP

Il gruppo: Le motivazioni sono umanamente comprensibili e nel fondo anche giustificabili. Ma doveva essere fatto prima. La tappa è stata presentata quasi un anno fa e sono mesi che ormai si sapeva si sarebbe corso ad ottobre. Le logistiche finali erano da definire, ma era chiaro che oggi si sarebbe corso dopo 600 km e 15.000 metri di dislivello in tre tappe, al termine di un inedito Giro autunnale che inevitabilmente avrebbe visto il gruppo correre sotto un freddo inconsueto. Se si voleva ragionare ad un taglio della tappa si poteva fare con largo anticipo, non stamattina (ma neanche ieri sera). Alla fine non è stata neanche una tappa particolarmente fredda né piovosa e tutti noi ricordiamo giornate ben più dure in cui si è corso, senza che nessuno dicesse niente. Il gruppo si è fatto sentire e questo è un bene, ma è stato il giorno, il momento e il modo sbagliato. Purtroppo, è anche vero che è questo quello che spesso succede quando per troppo tempo non si viene ascoltati. Ma il Giro d’Italia e i suoi appassionati (in particolare tutti gli abitanti da Morbegno ad Abbiategrasso) non c’entrano niente e non se lo meritavano di certo.

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