INEOS Grenadiers, Filippo Ganna in rampa di lancio: “Al Giro cercherò di emergere, a Tokyo farò pista e cronometro. La Roubaix? Sarà difficile ma vedremo”

Filippo Ganna è ormai tra i corridori più importanti del movimento italiano. Il 24enne piemontese della INEOS Grenadiers è infatti reduce da un 2020 di consacrazione che lo ha visto laurearsi Campione del Mondo a cronometro in quel di Imola e poi di entusiasmare i tifosi del Giro d’Italia con quattro vittorie di tappa. Oltre alle recenti gesta su strada, Ganna resta anche un asso della pista, soprattutto dell’inseguimento individuale, dove proverà a raggiungere risultati di rilievo a Tokyo 2020, suo obiettivo stagionale principale. Nel frattempo ci sarà anche il Giro d’Italia ormai alle porte, che sta preparando svolgendo un ritiro in altura a Tenerife.

“Il 2020 è finito alla grande, speriamo di riuscire a riproporci allo stesso modo e siamo qua appunto in preparazione anche al Giro d’Italia. Sono fiducioso e speriamo che le gambe reggano e mi diano le stesse soddisfazioni dell’anno scorso”, ammette in un’intervista esclusiva ad Eurosport. Il grande obiettivo stagionale resta però Tokyo 2020: “Sarà una grande emozione tornare ai Giochi Olimpici – aggiunge – A Rio era stato il calcio di rigore dell’ultimo minuto: quest’anno ci arriveremo molto più preparati e con un grande obiettivo in testa. A Tokyo farò pista e cronometro, di comune accordo con i commissari tecnici Davide Cassani e Villa. Non dovrei partecipare alla prova in linea lasciando il posto a qualcuno che può essere più di aiuto di me”.

Rimanendo sul Giro, il passaggio più emozionante sarà quando il 29 maggio si partirà dalla sua Verbania: “Spero di essere ancora in gara, di sicuro non i tirerò indietro, proverò ad arrivarci con più energie possibili. Il giorno dopo ci sarà la cronometro di Milano dove potrebbe anche ribaltarsi la classifica e cercherò di emergere come ho fatto  nelle crono precedenti. Cominciamo a partire e poi vediamo giorno dopo giorno“.

Lui è uno dei simboli della nuova generazione di campioni, di cui fanno parte anche il compagno Bernal e Pogacar: “Ci stiamo prendendo il nostro spazio. nessuno ci regala nulla ma stiamo entrando a gamba tesa per dimostrare che i giovani contano. Anche Pidcock sta facendo vedere che arrivando dal cross alla strada si può rivoluzionare il modo di correre. Meglio adattarsi ai tempi che corrono”. Lo status di icona del ciclismo attuale non gli pesa, anzi: “Essere identificato come simbolo del ciclismo italiano mi dà morale e la grinta per allenarmi, soprattutto nei momenti di sconforto dove la gamba non gira come dovrebbe. Sentire quella persona in più che ti incita a bordo strada ti fa venire voglia di aggredire i pedali per ottenere sempre più risultati”.

Archiviati i Giochi Olimpici, ci sarà poi da concludere la stagione con l’interessante riposizionamento della Parigi-Roubaix a ottobre: “Il calendario mi porta fino a Tokyo dopo di che c’è un grande buco. Vedrò come sto dopo, faremo un reset mentale e recupereremo energie. Nel finale di stagione generalmente vado bene, però ci vuole tanta esperienza e ‘fattore C’. Sarà difficile ma vedremo“.

L’intervista si chiude poi con il racconto del Filippo di tutti i giorni: “Penso di essere un normale ragazzo di venticinque anni a cui piace uscire con gli amici: nella off season mi piace fare qualche serata, però appena riparte la stagione, so che queste cose non s’addicono a una vita da atleta. Devi fare delle rinunce se vuoi correre come si deve: grandi sacrifici portano a grandi risultati e grandi soddisfazioni, quindi ben vengano”.

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