INEOS Grenadiers, Filippo Ganna svela gli obiettivi: “Europeo su pista, Strade Bianche, Tirreno, Sanremo, Giro e Tokyo”

Filippo Ganna, insieme a Vincenzo Nibali, è ormai l’uomo copertina del ciclismo italiano. Il 24enne passista (ma non solo) piemontese della INEOS Grenadiers ha saputo fare un salto di qualità incredibile nel corso del 2020, aggiungendo ai successi su pista anche quelli su strada: il Mondiale a cronometro a Imola e quattro tappe al Giro d’Italia, condite da due giorni in Maglia Rosa. Il 2021 sarà un altro anno cruciale per lui, nel quale sarà chiamato a confermarsi ad alti livelli sia su strada che su pista, con l’appuntamento clou che saranno le Olimpiadi di Tokyo.

Colpito dal Coronavirus a fine novembre, è ora proiettato al 100% su un 2021 ricco di appuntamenti che sta organizzando così: “Con una bella partenza all’Europeo su pista di febbraio (in realtà sono stati rinviati a Giugno, ndr), che sto preparando come se fosse un’Olimpiade. Strade Bianche, Tirreno, dove l’anno scorso ho vinto la crono finale, Sanremo, altura, Giro, Olimpiade. Più in là, adesso, non riesco a guardare”, ha svelato in un’intervista al Corriere della Sera. Non ha ancora deciso che andrà a caccia del successo a cinque cerchi nella crono su strada, con il suo obiettivo che resta l’inseguimento a squadre: “Del quartetto su pista sono innamorato: è la mia vita. E il CT Marco Villa è il mio secondo padre”, afferma, aggiungendo che promette che sarà “pronto per dare il massimo”.

Ripercorrendo questo incredibile 2020, riconosce che il momento chiave è stato il ritiro del suo capitano Geraint Thomas al Giro d’Italia: “È come se mi avesse liberato: ho ricominciato a correre come da dilettante, all’arrembaggio, divertendomi”, confessa, apprezzando particolarmente il successo di Camigliatello Silano: “La fuga sulla Sila che nessuno si aspettava mi ha aiutato a capire chi sono. E che posso fare tanto di più“. Inoltre, ha aiutato lo stretto legame con il vincitore, Tao Geoghegan Hart: “Adoro Tao – aggiunge – Alla fine, in Piazza Duomo, abbiamo pianto come bambini uno sulla spalla dell’altro. Ho tanti di quegli aneddoti insieme a lui che potrei scrivere un libro. Io lo ammiro e mi rivedo in lui. Ma è tutta la Ineos ad essere un bel gruppo”.

Per il futuro, non esclude l’assalto al record dell’ora: “Quando lo tenterò, sarà al livello del mare: né ai 2 mila metri di Città del Messico né in altura”.

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