Uno-X, la squadra norvegese avanza la richiesta di avere licenza WorldTour: “Meritiamo la partecipazione ai Grandi Giri”

La Uno-X Pro Cycling è ormai una solida realtà del ciclismo professionistico internazionale. Squadra prettamente nordica, riunisce corridori solo norvegesi e danesi e, da formazione con licenza Professional, negli ultimi anni ha saputo spesso mettersi in mostra, anche in corse del massimo livello del calendario. Così, in casa Uno-X c’è la voglia di fare un ulteriore passo in avanti, anche se la situazione attuale non sembra permetterlo. Il general manager norvegese, Jens Haugland, andrà infatti in Svizzera per fare formale richiesta all’Unione Ciclistica Internazionale perché la sua squadra ottenga una licenza World Tour.

Il regolamento, in tal senso, però è chiaro: i posti World Tour per il 2023 sono 18 e vengono assegnati in base al sistema di punteggio stabilito dalla classifica triennale che ha appena visto la retrocessione di Lotto-Soudal e Israel-PremierTech con la contestuale “promozione” di Alpecin-Deceuninck e Arkéa-Samsic. La Uno-X, comunque, ci prova: “Il ciclismo scandinavo merita un posto sul palcoscenico più importante – le parole di Haugland – Potrebbe non accadere subito, ma accadrà. Noi lo faremmo, peraltro, sia con gli uomini che con le donne (che hanno già licenza massima – ndr)”.

Haugland entra nel dettaglio del passo avanti che la sua squadra prova a fare: “Sì, siamo la quarta squadra Professional nella classifica di categoria, ma i criteri da rispettare per essere una World Tour sono 5: oltre a quello dei risultati sportivi, ci sono quello finanziario, etico, amministrativo e organizzativo. Noi, gli ultimi 4 li rispettiamo in pieno. Paghiamo tutto quel che dobbiamo a tutti, fin dal primo giorno della nostra esistenza come squadra; non abbiamo avuto alcun caso di doping nella nostra storia; non abbiamo mai mancato una scadenza fissata dall’UCI; negli anni abbiamo sviluppato una struttura efficiente e innovativa”.

La conclusione: “Conosciamo il regolamento, ma sappiamo anche che se non ci proviamo, non avremo mai la possibilità di essere ascoltati. E inoltre, iniziamo a comprendere il funzionamento della cosa. Perché, d’ora in poi, continueremo a fare domanda, finché non avremo la licenza World Tour”.

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