Licenza WorldTour in caso di fusione Jumbo-Soudal: Q36.5 dice no, Israel interessata, la Uno-X preferisce salire con le sue forze

Se andasse davvero in porto, la fusione fra le attuali Jumbo-Visma e Soudal-QuickStep sarebbe un momento epocale per il panorama attuale del ciclismo mondiale. Sarebbero infatti due squadre WorldTour, fra le più importanti, a “mettersi insieme”, causando una serie di cambiamenti a catena decisamente significativi in gruppo. Fra questi ci sarebbe anche l’eventuale disponibilità di una licenza WorldTour, quella della squadra assorbita, che sarebbe particolarmente ambita, visto che al momento il regolamento prevede un numero chiuso per le formazioni di “serie A” in seno all’Unione Ciclistica Internazionale.

Fra le realtà interessate a subentrare, ci sarebbe sicuramente la Israel-Premier Tech, squadra che è fresca di retrocessione fra le Professional e che non ha mai fatto mistero di voler tornare prima possibile nel WorldTour: “Il nostro obiettivo non è un segreto – fanno sapere dalla squadra israelo-canadese – Quindi se ci fosse una licenza disponibile, a noi interesserebbe”.

Attenzione, però: il regolamento UCI in vigore prevede, nelle sue norme generali, il fatto che una licenza WorldTour non possa essere venduta prima che siano passati due anni dalla sua attribuzione. Nel caso della Soudal-QuickStep, o della Jumbo-Visma, questa è stata assegnata all’inizio della stagione attualmente in corso. Quindi, stando al regolamento, la cessione sarebbe effettuabile a partire dall’1 gennaio 2025.

La Uno-X è invece una squadra in costante crescita, che già a fine 2022 aveva fatto domanda per passare da Professional a WorldTour: “Il salto di categoria ci interessa, ma senza alcun obbligo esterno – le parole del direttore generale Jens Haugland raccolte da WielerFlits – Quindi non subentreremmo nella gestione messa in atto da un altro ente (il cosidetto, nel regolamento UCI, “agente pagante”). Per noi non sarebbe naturale: abbiamo il nostro sistema, la nostra struttura, che ci siamo costruiti da soli. Non correremmo mai il rischio di cambiare la nostra identità sulla base di una licenza disponibile. Ma il WorldTour rimane il nostro obiettivo attuale”.

In ottica 2024 c’è anche chi dice no a priori. È il caso della Q36.5, Professional svizzera che ha un anno di vita – almeno, nella sua struttura attuale – ma che ha ambizioni a lunga scadenza. Il proprietario della squadra, Ivan Glasenberg, ha da poco acquisito la gestione della Pinarello e punta molto in alto nel ciclismo su strada. Ma in squadra si preferisce fare un passo alla volata: “Siamo nel corso di un processo di costruzione – le parole del direttore sportivo Aart Vierhouten – I corridori che abbiamo ora in organico e quelli che verranno nel 2024 sono stati scelti su queste basi e abbiamo già il personale necessario sotto contratto. Sembra facile rilevare una licenza WorldTour, ma proprio non lo è. Se ci dovessimo muovere a una velocità maggiore di quella attuale, avremmo più stress e maggiori pressioni, mentre per essere pronti ci servono almeno altri 1-2 anni. Al momento, il WorldTour non ci interessa”.

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