Parigi-Nizza 2024, Remco Evenepoel amareggiato: “Colpa mia, ma poi tutti mi guardavano come fossi io il leader”

Remco Evenepoel è senza dubbio il più rammaricato per come si siano sviluppati gli ultimi chilometri della sesta tappa della Parigi-Nizza 2024. Il 24enne della Soudal-QuickStep è arrivato sul traguardo di La Colle-sur-Loup nel gruppetto degli inseguitori, insieme a Primoz Roglic (Bora-hansgrohe), con un distacco di 52 secondi dal vincitore di giornata, Mattias Skjelmose (Lidl-Trek). Ora il campione nazionale belga ha un ritardo in classifica generale di 1’03″3 secondi dal nuovo leader Brandon McNulty (UAE Team Emirates), secondo al traguardo dopo essere partito assieme al danese.

Nel dopo tappa Evenepoel non ha voluto definire inaspettato l’esito di questa tappa. ”Inaspettato non è il termine giusto. Penso che con un finale del genere è normale avere qualche corridore davanti, ma ovviamente avrei preferito esserci io nel gruppetto di testa – ha puntualizzato ai nostri microfoni – Le gambe c’erano, ma credo che siano stati fatti più degli errori tattici, come quando Roglic ha attaccato e poi ha fatto crollare il ritmo. Nel momento in cui Jorgenson è partito ero in dubbio se seguirlo in prima persona. È sempre facile parlare a tappa finita, ma è comunque colpa mia se ero nel secondo gruppo e non in quello davanti. Anche quando Skjelmose e McNulty sono partiti, tutti mi tenevano d’occhio. Poi siamo stati sfortunati per la caduta di Buitrago, che sicuramente anche lui avrebbe lavorato. Ovviamente, prima di tutto è stato un mio errore, ma poi è mancata la voglia di lavorare insieme e questo ha fatto aumentare il distacco velocemente ”.

Il giovane belga, pur ammettendo alcune sue colpe, non ha usato mezzi termini e ha criticato la mancanza di collaborazione nel gruppetto degli inseguitori: “Sentivo come se fossi io il leader… È stato strano e diciamo anche un po’ triste vedere tutti questi corridori che guardavano me e non collaboravano. Lungo la salita in sé il divario è rimasto quasi sempre uguale, ma poi, nel tratto in falso piano che portava al traguardo volante, è stato li dove il distacco è lievitato, perché a tirare eravamo solo io, Vlasov e ogni tanto Roglic. È un peccato che non avessimo tutti la stessa volontà e la stessa mentalità per lavorare insieme per ridurre lo svantaggio o anche riprenderli. Sono state tante situazioni che si sono verificate insieme che sono state sfortunate per noi. Ma come prima cosa è colpa mia che non ho avuto il coraggio di attaccare in prima persona o di seguire immediatamente gli attaccanti”.

Evenepoel però non si dà per vinto e confida nel fatto di avere ancora una buona condizione di forma in vista delle tappe conclusive. ”Oggi mi sono sentito bene tutto il giorno, è stata una giornata molto veloce. Una tappa con un profilo così, fatta a 43 km/h di media vuol dire che è stata una tappa veloce, senza dimenticare il vento contro. Io mi sentivo bene e i ragazzi lo sapevano, ma quando ho visto i Bora prepararsi per attaccare non era più compito nostro fare qualcosa. Spero di avere le stesse gambe anche nei prossimi giorni e vedremo cosa succederà, anche se non sarà facile”.

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