Jumbo-Visma, Tom Dumoulin e Wout Van Aert invocano nuove regole anti-covid: “Siamo fermi a due anni fa. Non dobbiamo più basarci sui tamponi positivi”

In casa Jumbo-Visma chiedono nuove regole per quanto riguarda le quarantene causa positività al Covid-19. Attualmente negli Emirati Arabi per lo UAE Tour, Tom Dumoulin ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport delle regole attualmente in vigore in quel paese, dove per la prima volta il virus colpì il ciclismo ormai due anni fa. Il neerlandese della Jumbo-Visma ha spiegato che in caso di positività bisogna restare in quarantena per dieci giorni, perdendo di fatto la condizione, come è riuscito invece ad evitare Tadej Pogacar, risultato positivo al covid in Spagna.

Dalla Spagna, Wout Van Aert ha parlato ai microfoni di Het Nieuwsblad, assumendo una posizione ancora più netta di quella del suo compagno di squadra, spiegando che secondo lui sarebbe ora di smetterla di basarsi sui tamponi positivi e di trattare il covid come le altre malattie: “Basta un test positivo e tutta la preparazione è vanificata. Penso che dovremo prendere in considerazione l’idea di non basarci più su un test positivo. Dovremo iniziare a guardare al Covid come le altre malattie. Non siamo stati testati per l’influenza o il raffreddore in passato. Ovviamente, se ti ammali poi devi rimanere a casa”.

Dumoulin, invece, ritiene fondamentale la collaborazione dei governi: “Se sei positivo qui e devi restare in quarantena per 10 giorni, vuol dire che perdi tutta la preparazione, tutta la primavera, pur senza sintomi. Più o meno le stesse regole di due anni fa quando il virus era molto più mortale e i vaccini non c’erano. È quantomeno strano e ci può creare problemi. Più del ciclismo, è un qualcosa che riguarda le regole degli Stati: non so quanto il ciclismo da solo possa fare davvero”.

Più moderato invece, sempre ai microfoni della rosea, Filippo Ganna che ha spiegato che “non è il nostro lavoro decidere le regole” e che “le scelte sono prese per il bene della comunità e non dei singoli”.

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