CPA, avanzate nuove richieste da parte dei corridori per garantire la sicurezza in corsa: “Il ciclismo sarà sempre uno sport pericoloso, ma vogliamo quel poco di sicurezza in più”

La morte di Gino Mäder al Giro di Svizzera 2023 ha ovviamente scosso tutti, imponendo ancora una volta una riflessione sulla sicurezza dei corridori in corsa. Come sottolineato anche da Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost), infatti, quanto successo sulle strade elvetiche ha ricordato a tutti che i ciclisti non sono eroi invincibili, ma che la loro vita è appesa ad un filo. Con la consapevolezza che raggiungere un livello di rischio zero è praticamente impossibile, Adam Hansen, presidente del CPA, il sindacato dei ciclisti, ha parlato a Het Laaste Nieuws di tutta una serie di idee di cui vorrà discutere con chi di dovere: tra le proposte anche quelle di evitare gli arrivi in discesa e di portare in corsa medici specializzati nelle emergenze.

Tra le prime accortezze c’è quella di uniformare le segnalazioni di pericolo: “Attualmente ogni corsa indica il pericolo in maniera diversa. A volte c’è un ufficiale con una bandiera, a volte qualcuno con un fischietto, a volte hai un cartello, a volte hai un semaforo, a volte sei avvisato con duecento metri di anticipo, a volte solo al momento stesso: vogliamo regole standard. In corsa i corridori sono impegnati con tante cose, non è giusto che debbano pensare anche a questo. Il ciclismo sarà sempre uno sport pericoloso, ma voglio concedergli quel poco di sicurezza in più“.

Importante, secondo l’australiano, anche mettere a seguito della corsa le giuste persone, pronte ad intervenire tempestivamente e con le competenze adeguate. Il primo passo potrebbe essere quello di far salire in ammiraglia anche il medico di squadra, ma questo non basta: “I corridori preferirebbero avere un medico esperto di emergenze piuttosto che un dottore di medicina sportiva: hanno maggior esperienza con gli incidenti più gravi”.

Ovviamente è stato toccato poi anche il tema delle discese: “I corridori hanno chiesto che dopo una discesa ci siano almeno tre chilometri pianeggianti prima dell’arrivo. Se il traguardo è subito sotto, infatti, tutti andranno al limite, se, invece, sai che c’è ancora un po’ di strada stai più tranquillo […] I regolatori del Giro usano le reti e siamo felici di questo, ma è impossibile mettere reti dovunque […] Nello scii le reti sono là per tutto l’anno, pasta solo aprirle e richiuderle”.

Il classe 1981, poi, ha riaperto anche la discussione attorno alla Foresta di Arenberg, uno dei passaggi simbolici della Parigi – Roubaix, che ultimamente è stata molto criticata dai corridori: “Tutti gli anni la velocità aumenta e così anche i rischi. Vogliamo cancellare Arenberg? Certo che no. Ma forse possiamo ridurre la velocità. Prima del settore forse si può trovare una strada laterale, per poi rientrare nella strada principale subito prima della foresta. Così prenderesti le pietre con minor velocità“.

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