Pagelle Giro di Romandia 2024: Carlos Rodriguez perfetto, Juan Ayuso quasi, Dorian Godon punge, Eddie Dunbar e Jai Hindley non pervenuti

Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), 10: Settimana perfetta per il giovane spagnolo, che si conferma poco mediatico ma estremamente efficace. Tassello dopo tassello si sta costruendo una dimensione importante che al Tour de France potrebbe portarlo anche a fare meglio del quinto posto dell’anno scorso.

Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), 9: Il russo conferma un buon feeling con questa corsa che aveva vinto due anni fa. Inoltre ha dato seguito alle ottime prestazioni fatte registrare a Parigi-Nizza e Giro di Catalogna, in attesa di ritentare l’assalto al Tour de France, dove fu quinto sempre nel 2022. Paga ancora qualcosa dai migliori ma è sulla buona strada per fare un’altra ottima stagione.

Florian Lipowitz (Bora-hansgrohe), 9: L’uomo che non ti aspetti arriva dalla Germania. Lipowtiz, 23 anni, finora non aveva mai fatto parlare di sé in questo primo anno abbondante di professionismo se non in qualche corsa a tappe di secondo piano ma in questo Romandia si è scoperto a livello dei migliori, sfiorando il successo nella quarta tappa a Leysin al termine di una brillante rimonta nei confronti del vincitore di tappa Carapaz e chiudendo terzo nella classifica finale.

Ilan Van Wilder (Soudal-QuickStep), 8,5: Anche il belga è un giovane emergente che si sta costruendo un’interessante carriera tassello dopo tassello all’ombra di Remco Evenepoel. Questa settimana in Svizzera è stata piuttosto proficua per lui che si comporta bene sia a cronometro che in salita, arrivando a un passo dal podio finale.

Dorian Godon (Decathlon Ag2r La Mondiale), 8: Il francese si conferma una volta di più corridore capace di guizzi di altissimo livello, regalando alla sua squadra due vittorie pesanti, sul traguardo di Fribourg nella prima tappa in linea e in quello di Vernier nell’ultima frazione, e portandosi a casa anche la classifica a punti. Nell’ultimo anno ha vinto su traguardi complicati ed esigenti e sembra ormai trovato la sua specializzazione.

Juan Ayuso (UAE Team Emirates), 7,5: Corsa non del tutto perfetta per il giovane asso che, ritrovatosi in testa dopo le prime tre tappe, viene a mancare nei momenti decisivi. Soprattutto l’arrivo in salita di Leysin lo vede particolarmente in difficoltà, togliendosi così di fatto la possibilità di vincere la corsa. Un piccolo passo indietro rispetto alle prime uscite stagionali in attesa di rivedere anche lui al Tour de France, presumibilmente in appoggio a Pogacar.

Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 7,5: Buon lavoro in appoggio a Rodriguez per una top10 che ci consegna un Bernal ancora una volta competitivo. Non sappiamo ancora se riuscirà a tornare a combattere per un Grande Giro, ma anche questo Romandia è utile per ridargli ulteriore fiducia.

Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), 7,5: I suoi ormai noti limiti a cronometro non gli permettono di lottare per il successo, ma il successo di tappa al termine dell’arrivo in salita a Leysin è un capolavoro di talento e caparbietà. Non vedremo nemmeno lui al Giro d’Italia, quindi adesso appuntamento al Tour anche con l’ecuadoriano.

Andrea Vendrame (Decathlon Ag2r La Mondiale), 7,5: Due secondi posti di giornata, che maturano in maniera completamente opposta e che ne confermano la poliedricità. Il corridore italiano prima contribuisce alla doppietta di squadra sul traguardo della prima tappa e poi, il giorno successivo, va all’attacco in una frazione molto esigente dal punto di vista altimetrico, resistendo al rientro del gruppo e venendo piegato solo da un campione in divenire qual è Thibau Nys. Porta anche a casa il premio di combattivo della corsa, perdendo la maglia a punti solo l’ultimo giorno a favore del compagno di squadra Godon.

Enric Mas (Movistar), 7: Solita prova di regolarità per il corridore spagnolo che ormai ci ha abituati ad avere pochi acuti, anche se sono un paio di stagioni che non convince appieno. Il livello rimane comunque alto ma continua a mancargli quella zampata in grado di lanciarlo tra i migliori. Anche lui si lancerà nella grande ammucchiata del Tour, non cogliendo l’opportunità di un Giro d’Italia che avrebbe potuto vederlo grande protagonista.

Lenny Martinez (Groupama-FDJ), 7: Giovanissimo, ma il transalpino è sempre più convincente gara dopo gara. L’ottavo posto di questo Romandia è un altro interessante risultato per lo scalatore classe 2003, che si pone tra i grandi protagonisti delle corse a tappe dei prossimi anni.

Thibau Nys (Lidl-Trek), 7: Un unico lampo, ma decisamente abbagliante. Il giovane belga va in fuga in una tappa di media montagna, rimane davanti quando il gruppetto al comando si screma, tiene a bada, insieme al sopracitato Vendrame, il rientro del gruppo e infine piazza il primo acuto della carriera in una corsa di livello WorldTour. C’è sempre da tenere presente che ha ancora 21 anni…

Brandon McNulty (UAE Team Emirates), 7: Si conferma uno specialista sempre più efficace delle cronometro, vincendo la tappa di Oron e bissando così il successo ottenuto, sempre nelle prove contro il tempo, all’UAE Tour. In chiave classifica generale, però, esce dal discorso già alla prima tappa e non offre un gran contributo alla causa dei compagni in lotta per le posizioni che contano, scegliendo poi di ritirarsi nel corso dell’ultima frazione.

Maikel Zijlaard (Tudor Pro Cycling Team), 7: Vince il prologo, regalandosi un giorno in Maglia Gialla, e, soprattutto, la prima vittoria della carriera, su un palcoscenico molto importante. Passa in fretta, purtroppo per lui, dal podio all’infermeria: cade nella terza tappa e si rompe un gomito.

Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep), 6,5: Un sussulto da podio nel prologo e qualche lampo, sparso qua e là nell’arco della settimana. Se la condizione andrà ancora a migliorare, potrebbe togliersi più di qualche soddisfazione nel corso dell’ormai vicino Giro d’Italia.

Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 6: La prova generale in vista del Giro d’Italia finisce con un esito non sperato, prima a causa di un problema meccanico accusato nel finale della tappa decisiva e poi con la mancata partenza dell’ultima tappa. Prima di quei momenti, però, il siciliano si era attestato su buoni livelli, portando a termine anche una discreta cronometro.

Eddie Dunbar (Team Jayco AlUla), 5: L’auspicio, suo e della squadra, è che i chilometri messi nelle gambe in questa corsa lo aiutino a trovare il colpo di pedale giusto per il Giro d’Italia. Sulle strade del Romandia, per lui, poco da segnalare, fino al ritiro prima del via dell’ultima tappa.

Jai Hindley (Bora-hansgrohe), 5: Dopo un discreto inizio si perde alle prime difficoltà dimostrando una strana involuzione dopo un convincente inizio di stagione. Certo, Vlasov e Lipowitz gli hanno lasciato poco spazio per mettersi in mostra, ma ci si aspettava qualcosa di più da parte sua.

Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan), sv: Partiva con ambizioni di classifica e il percorso sembrava molto adatto alle sue caratteristiche, ma si è dovuto arrendere, già durante la prima tappa, a un virus.

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