Giro d’Italia 2020, Adam Hansen si difende: “Ho parlato come individuo a nome dei corridori, è stata una decisione collettiva”

Non si placano le polemiche dopo la diciannovesima tappa del Giro d’Italia 2020. La protesta dei corridori prima della partenza a causa dell’eccessiva lunghezza della frazione di ieri, unita alle preoccupazioni per la salute dopo quelle che sarebbero state tante ore sotto l’acqua, ha portato il gruppo ad una sorta di “sciopero” e ad accorciare il percorso della tappa di circa 130 chilometri. Decisione che non è andata giù agli organizzatori, in particolar modo al direttore della Corsa Rosa Mauro Vegni, che alla fine si sono piegati alla richiesta degli atleti, minacciando però provvedimenti al termine del Giro. Tra le tante dichiarazioni che si sono susseguite nelle ultime 24 ore emerge che tra i promotori di questa protesta ci sarebbe l’australiano della Lotto Soudal Adam Hansen, che però avrebbe agito in quanto portavoce del CPA e degli altri corridori, come ci tiene a sottolineare lui stesso tramite i suoi profili social.

“Ci sono stati diversi attacchi contro di me, e questo va bene – ha esordito il 39enne – Molti però non sanno che 16 squadre hanno chiesto di accorciare la tappa a causa del fatto che ci siamo svegliati molto presto per diverse mattine e per via dei lunghi trasferimenti (che non è vero che conoscevamo con mesi di anticipo come tutti pensano, l’abbiamo scoperto solo pochi giorni prima)”.

“Vista la fatica di una corsa e i limiti del sistema immunitario – ha proseguito l’australiano – i corridori hanno ritenuto superfluo percorrere una tappa di 260 chilometri che iniziava sotto la pioggia e con una pandemia in atto. Comunque questa decisione non è stata presa solo da 16 team, quando sono arrivato sulla linea di partenza c’erano solo quattro corridori. Tutti gli altri si stavano riparando dalla pioggia sotto una tenda. Mi hanno chiamato lì e tutti i corridori sotto la tenda erano a favore di accorciare la tappa. Io, Adam Hansen, ho parlato come individuo a nome dei corridori che non erano sulla linea di partenza, non come Adam Hansen della Lotto Soudal“.

È stata una decisione collettiva di tutti i corridori che hanno deciso di non schierarsi al via. Ogni ciclista che voleva correre era libero di farlo, ma tutti sono rimasti nella tenda fino a dopo l’orario di inizio ufficiale. Quindi è stata una scelta collettiva. RCS e Vegni l’hanno accettata. All’inizio c’è stata della confusione, ma alla fine tutti hanno corso al loro massimo“, ha concluso Hansen, che ha ribadito quanto scritto ieri anche oggi ai microfoni RaiSport, alla partenza della ventesima tappa. L’emittente tv ha anche riportato di un chiarimento tra il corridore e Vegni avvenuto stamattina, prima del via della frazione.

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