Coronavirus, Romain Bardet sulla pandemia: “È egoista preoccuparsi solo dello sport, la situazione è catastrofica”

Sono molti i ciclisti che hanno espresso parole che dimostrano grande senso di responsabilità durante questa epidemia di coronavirus. Tra questi anche Romain Bardet che era pronto a cambiare i suoi obiettivi in una stagione che avrebbe dovuto rappresentare il suo riscatto, dopo un 2019 senza dubbio deludente. Il corridore transalpino aveva focalizzato la sua annata sul Giro d’Italia 2020, in vista del quale aveva cambiato la sua preparazione. Il capitano dell’Ag2r La Mondiale, dopo aver già espresso le sue perplessità sulla disputa della Parigi – Nizza 2020, ora vede la sua stagione stravolta ma la sua preoccupazione principale è per la salute pubblica.

Mi sembra egoista preoccuparmi solo dell’aspetto sportivo, cerco di vedere le cose come un cittadino del mondo. La situazione è così catastrofica – ha detto in un’intervista a L’Equipe – ho un po’ di problemi nel considerare le cose soltanto come uno sportivo. Ho perso un po’ il filo della mia stagione, soprattutto perché non abbiamo una data di ripresa. Tutti abbiamo considerazioni che vanno oltre gli aspetti sportivi. È quasi un sollievo il rinvio dei Giochi Olimpici. Persino esperti, scienziati e virologi hanno difficoltà a comprendere la pandemia e su come andrà a finire. Era un’illusione credere che tra meno di sei mesi si sarebbero potuti accogliere atleti da tutto il mondo con buone condizioni di sicurezza in modo da poter celebrare lo sport”.

In questi giorni si sta discutendo anche della disputa del Tour de France: “Dal mio punto di vista, anche se non sono la persona giusta per parlarne, le condizioni mi sembrano completamente diverse per il Tour de France che per i Giochi Olimpici. Durante il Tour, abbiamo un pubblico ben identificato e atleti di origini meno disparate. Dobbiamo stare attenti a non distorcere l’evento, ma mi sembra meno utopico, se la pandemia sarà controllata sul territorio francese, organizzare il Tour de France. Stiamo attraversando tutti momenti difficili e sarebbe un grande segnale se il Tour potesse svolgersi a luglio. Significherebbe che la situazione sanitaria è migliorata, che siamo sulla buona strada. Potremmo incontrarci attorno a un evento unificante ancorato alla storia dei francesi. Ma probabilmente è troppo presto per dirlo. In Francia sono state prese misure forti. Ma spero che a quel punto saremo usciti dalla crisi”.

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