Astana Qazaqstan, Mark Cavendish: “Gli sprint sono la parte più emozionante del ciclismo. Devi pensare, non solo guardare il tuo computer”

Mark Cavendish è stato il re delle volate per tanti anni e, quasi sicuramente, è uno dei velocisti più forti della storia del ciclismo. Dopo quasi venti stagioni tra i professionisti e 163 vittorie, il 38enne britannico è ancora lì in gruppo a sgomitare con corridori più giovani di lui ed è ancora piuttosto competitivo, come dimostra anche il successo ottenuto in questo inizio di stagione al Tour Colombia. Il corridore dell’Astana Qazaqstan non ha però rinviato di un anno il proprio ritiro dal ciclismo solo per aggiungere nuove vittorie al suo vasto palmares, con l’obiettivo dichiarato di conquistare una tappa al prossimo Tour de France per battere il record di Eddy Merckx, ma anche per amore verso questo sport, un amore che traspare spesso nelle sue dichiarazioni.

“Amo questo sport, adoro andare in bicicletta – ha dichiarato Cavendish a VeloÈ uno sport difficile, ma dicono che se fai ciò che ami come lavoro, allora potrai annoverarti tra le persone più ricche del mondo. E io posso farlo per almeno un altro anno. Quindi sono felice”.

Chiaramente, l’ex campione del mondo ama soprattutto una parte del ciclismo: “Per quanto mi riguarda, ovviamente sarò di parte, ma gli sprint sono la parte più emozionante del ciclismo  Sono la parte in cui devi pensare, non solo guardare il tuo computer. Non si tratta di quanto sei magro o cose del genere. È vera corsa”.

Ovviamente, per un corridore e, ancor più, per un velocista è anche importante vincere e farlo il prima possibile in stagione per acquisire fiducia per il resto dell’anno, come è riuscito al classe 1985 in questo inizio di 2024: “Ogni ciclista trae fiducia da ogni vittoria. Non importa se è all’inizio dell’anno o più tardi. Prima ci riesci, prima sai di aver fatto un buon inverno, di avere una buona squadra intorno a te e di essere nella mischia. Puoi fare tutto quello che puoi fare, ma la natura delle corse è che non importa cosa hai fatto finché non vedi cosa hanno fatto tutti gli altri, e poi puoi vedere dove ti trovi”.

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