Mondiali Wollongong 2022, l’UCI ammette: “Stavolta il servizio delle lavagnette ha funzionato male, ma non rimetteremo le radio in gara”

La prova in linea elite dei Mondiali di Wollongong 2022 si è chiusa con corridori impegnati nel fare una volata, senza sapere però per quale posizione stessero sprintando. Alle spalle del vincitore solitario Remco Evenepoel, infatti, si sono piazzati Christophe Laporte e Michael Matthews, che, come dichiarato da loro stessi nel dopogara, non avevano idea del fatto di essere in ballo per una medaglia iridata. Così, hanno ripreso corpo le polemiche relative al fatto che l’Unione Ciclistica Internazionale non consente l’utilizzo delle radio nell’ambito delle gare della settimana mondiale.

Ad analizzare quanto successo in Australia è Peter van den Abeele, direttore delle operazioni sportive dell’UCI: “Quella di Wollongong è stata un’esperienza da cui imparare – le parole del dirigente federale raccolte da Sporza – Il funzionamento del cosidetto “ardoisier” (la persona che ha in dotazione la lavagna su cui scrivere i distacchi e mostrarli ai corridori in gara – ndr) non è stato per niente buono. Ecco perché abbiamo già deciso di reclutare addetti con più esperienza per i prossimi Mondiali”.

Van den Abeele aggiunge: “Potremmo chiedere a persone che già lavorano per il Tour de France, il Giro d’Italia o il Giro delle Fiandre e, così facendo, non affidare più il servizio del ‘lavagnista’ alle organizzazioni o alle federeazioni locali. Vogliamo prendere in mano tutto noi, per evitare che in futuro si ripetano tali cose”.

In casa UCI, comunque, non si pensa di inserire nuovamente le radio in gara: “L’attuale presidente, David Lappartient, non è favorevole a rimuovere il divieto. Quindi, le cose non cambieranno. Il fatto che non ci siano le radio dovrebbe rendere le gare più attraenti. Si crea più caos, nel senso buono della parola. Se non ci sono auricolari cui affidarsi, il corridore deve fare affidamento sul suo istinto ed è meno guidato dall’ammiraglia. Poi, ovviamente, questo è limitato alle gare in circuito, dove l’aspetto della sicurezza degli atleti è molto più facile da controllare”.

Van den Abeele prospetta anche un’altra soluzione: “Potremmo aumentare il livello di informazioni in gara utilizzando cartelli elettronici lungo il percorso, magari nelle zone di rifornimento. Peraltro, questo già accade quando i corridori concludono un giro del circuito passando sotto lo striscione d’arrivo: lì possono vedere il distacco fra chi è davanti e chi insegue”.

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