Il Lombardia 2023, splendido tris di Tadej Pogačar! 2° Andrea Bagioli davanti a Primoz Roglic, Remco Evenepoel cade e chiude 9°

Tadej Pogačar scrive un’altra splendida pagina di ciclismo a Il Lombardia 2023. Il fenomeno sloveno conquista la sua seconda Monumento della stagione, nonché la quinta della carriera, ma anche la terza Classica delle Foglie Morte consecutiva e la 17ª vittoria stagionale. Partito a 30 chilometri dalla conclusione, il duplice campione in carica si impone con 52 secondi di vantaggio su un gruppetto di inseguitori regolato da Andrea Bagioli (Soudal-QuickStep), diventato capitano dopo le difficoltà di Remco Evenepoel, caduto sin dalle prime fasi di gara e chiaramente debilitato, mentre a completare il podio è un Primoz Roglic (Jumbo-Visma) non brillantissimo e spesso in rimonta.

Il video dell’arrivo

Il racconto della corsa

Partenza a ritmo elevatissimo, con una decina di corridori che riescono subito ad avvantaggiarsi: sono Nicolo’ Buratti (Bahrain Victorious), Mattia Bais (Eolo-Kometa), Asbjørn Hellemose (Lidl-Trek), Kamil Małecki (Q36.5 Pro Cycling Team), Samuele Battistella (Astana Qazaqstan), Thomas De Gendt (Lotto Dstny), Simon Geschke (Cofidis), Paul Ourselin (TotalEnergies), Jacob Eriksson (Tudor Pro Cycling Team) e Nicolas Prodhomme (Ag2r Citroen). Il gruppo però è tutt’altro che contento della situazione e i tentativi di contrattacco si sprecano.

Stefano Oldani (Alpecin-Deceuninck), Filippo Magli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Ben Turner (Ineos Grenadiers) e Negasi Haylu Abreha (Q36.5 Pro Cycling Team) provano a chiudere il buco, ma il tentativo perde forza quando Turner sbaglia una curva e si rialza. Il suo posto viene preso da Filippo Ganna, che prova una vigorosa azione per raggiungere i fuggitivi. Una serie di nuove azioni porta però all’assorbimento del gruppetto di inseguitori. Poco dopo, però, con il gruppo ancora vicino ai fuggitivi riparte Alex Tolio (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), che dà il là a un nuovo tentativo, in cui si buttano Tobias Bayer (Alpecin-Deceuninck), Nils Brun (Tudor Pro Cycling Team), Nicola Conci (Alpecin-Deceuninck), Martin Marcellusi (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) e Ben Swift (Ineos Grenadiers).

Nel frattempo, dopo 25 chilometri di corsa, si verifica una caduta in gruppo: fra i coinvolti Sjoerd Bax (UAE Team Emirates), costretto al ritiro, Jai Hindley, Giovanni Aleotti (Bora-hansgrohe) e Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep). Il belga rimane fermo per qualche secondo e poi riparte, atteso da alcuni compagni di squadra. Per lui qualche escoriazione e qualche chilometro trascorso fra ammiraglia e auto medica prima di rientrare stabilmente in gruppo. Intanto, la fuga allunga sul gruppo fino ad avere quasi 4′ di vantaggio, mentre il gruppetto di inseguitori profonde il massimo sforzo per riuscire a rientrare. L’aggancio si corona lungo l’ascesa al Ghisallo, momento in cui si forma quindi un gruppetto di 16 battistrada. Dietro, però, non c’è intenzione di concedere troppo spazio ed è in particolare la EF Education-EasyPost a prendere in mano la situazione ed a iniziare l’opera di limatura del margine, che non supera mai di molto i quattro minuti.

Sulla Roncola Alta si uniscono all’inseguimento anche la BORA-hansgrohe e la UAE Team Emirates, che riescono ad aumentare il ritmo del gruppo che piano piano si riavvicina alla testa della corsa. Brun guadagna terreno in testa alla corsa nella successiva discesa, però viene ripreso appena la strada spiana prima della salita di Berbenno, che viene affrontata dagli uomini al comando con circa tre minuti di vantaggio sugli inseguitori. In salita è la Soudal-QuickStep a dettare il ritmo, segnando un importante riavvicinamento del gruppo, che inizia a perdere diversi pezzi: tra questi anche il secondo classificato della scorsa edizione, Enric Mas (Movistar), anche lui coinvolto nella caduta di inizio gara, con lo spagnolo che in seguito abbandonerà la corsa.

Il plotone transita in cima al GPM con poco più di un minuto e mezzo da recuperare a 100 chilometri dal traguardo, ma in seguito rallenta e il gap torna a toccare i 2’30”. Davanti, Eriksson perde contatto e viene riassorbito dagli inseguitori, ma con l’inizio del Passo della Crocetta tra i fuggitivi cedono anche Malecki, Buratti, De Gendt, Swift e Bayer. Il gruppo inizia la salita tirato da Andrea Piccolo (EF Education-EasyPost), che aumenta l’andatura per favorire l’attacco del compagno di squadra Ben Healy. Assieme all’irlandese si muove anche Oscar Onley (Team dsm-firmenich) e i due riescono a guadagnare una decina di secondi sul plotone, dal quale provano a fuoriuscire anche Diego Ulissi (UAE Team Emirates), Attila Valter (Jumbo-Visma) e Ilan Van Wilder (Soudal-QuickStep), ma il resto del gruppo va a chiudere su questi tre.

Healy e Onley si avvicinano invece piano piano alla testa della corsa, della quale non fanno più parte neppure Brun, Hellemose e Conci, e poco dopo lo scollinamento del Passo della Crocetta riescono a riagganciarsi ai sette fuggitivi superstiti, ma il plotone non è distante e passa in vetta con un ritardo di circa 40”, tirato nuovamente dalla Jumbo-Visma. Iniziando l’ascesa verso Zambla Alta, Healy aumenta l’andatura e manda in difficoltà anche Battistella, Bais, Ourselin e Geschke; davanti, oltre al campione nazionale irlandese, restano quindi Tolio, Marcellusi, Onley e Prodhomme, mentre in gruppo si verifica una caduta che vede finire a terra Mikel Landa (Bahrain Victorious), Jakob Fuglsang (Israel-Premier Tech), Esteban Chaves e Richard Carapaz (EF Education-EasyPost). L’ecuadoriano si rialza velocemente e riesce a rientrare in fretta in gruppo, mentre Landa, più sofferente, riparte dopo alcuni minuti, ma ormai è fuori gara e in seguito si ritira.

I cinque battistrada scollinano Zambla Alta con circa un minuto di vantaggio sul plotone, ma nel corso della discesa Healy e Marcellusi si avvantaggiano sugli altri, che vengono ripresi dal gruppo proprio al termine della discesa. Dopo tanto lavoro della Jumbo-Visma, l’UAE Team Emirates si porta davanti con Ulissi in vista della salita del Passo di Ganda, dove Healy rimane presto da solo ma con un margine sempre più ridotto sul gruppo. Con meno di mezzo minuto di ritardo, Adam Yates (UAE Team Emirates) decide quindi di accelerare, ma su di lui si porta subito Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep), mentre dietro Valter, unico compagno di squadra rimasto a Primoz Roglic (Jumbo-Visma), si porta davanti per andare a chiudere sui due contrattaccanti.

Il ritmo imposto dal campione ungherese consente di andare a riprendere Yates e Alaphilippe e pure Healy, allungando tantissimo il gruppo, che si spezza. Tra i corridori attardati c’è anche Evenepoel che, forse influenzato dalla caduta di inizio gara, non riesce a seguire il ritmo degli altri. Con Adam Yates a portarsi in testa al drappello al comando, davanti restano in undici: oltre al britannico è presente il compagno di squadra Tadej Pogacar, Roglic, Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), Carapaz, Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), Michael Woods (Israel-Premier Tech), Andrea Bagioli e Fausto Masnada (Soudal-QuickStep), Simon Yates e Chris Harper (Team Jayco AlUla). Poco dietro anche c’è anche Antonio Tiberi (Bahrain Victorious), che riesce a riagganciarsi nel momento in cui avviene una nuova accelerazione.

Davanti restano Bagioli, Carapaz, Harper, Vlasov, Woods e i due Yates, mentre Pogacar rimane in marcatura su Roglic, ma vedendo quest’ultimo un po’ in difficoltà, lo sloveno accelera e lo stacca, riportandosi in un’attimo sui sette al comando. Pogacar riallunga ulteriormente nel momento in cui Roglic, salendo del suo passo, si riaccoda al drappello di testa; sul corridore della UAE si riporta rapidamente Vlasov, ma i due riescono a prendere solo una decina di secondi di margine sui primi inseguitori, dove è Roglic in prima persona a fare l’andatura, che manda in difficoltà Adam Yates. In vista dello scollinamento, Roglic accelera e rientra su Pogacar e Vlasov assieme a Simon Yates e a Bagioli, e poco dopo si riaccoda anche Rodriguez.

Nello stesso momento nel quale lo spagnolo rientra, però, Pogacar allunga in discesa: gli altri si guardano un po’ (tanto che anche Adam Yates riesce a rientrare) e lo sloveno riesce quindi a prendere un po’ di margine, mentre Roglic appare nuovamente in leggera difficoltà, riuscendo comunque a recuperare il gap che aveva subito. Alle spalle di Pogacar sono così in sei a 25 chilometri dalla conclusione, con un ritardo di 18 secondi che rapidamente aumenta, anche grazie alla presenza di Adam Yates nel gruppetto degli inseguitori. Nella discesa sono soprattutto Roglic e Rodriguez a cercare di limitare i danni, ma su di loro rientra Carapaz, mentre il campione uscente arriva in pianura con un margine di 34 secondi, che aumentano fino ad arrivare a 45 a dieci chilometri dalla conclusione.

In quel momento Pogacar sembra avere un momento di crisi, legato a crampi, concedendo a quel punto una decina di secondi ai suoi inseguitori, rallentando anche per essere affiancato dalla sua ammiraglia. Il momento dura tuttavia poco e viene ben gestito, mentre dietro di lui qualcuno comincia a saltare qualche cambio, con Bagioli che smette di collaborare visto che alle sue spalle sono Remco Evenepoel e Fausto Masnada a fare il ritmo, anche se molto lontani.

Pogacar riesce così a tornare a guadagnare, presentandosi ai piedi dello strappo di Bergamo Alata con un vantaggio che ormai arriva al minuto. Il classe 1998 vola così indisturbato fra due ali di folla, godendosi lo spettacolo che precede un traguardo dove trionfa nettamente tra gli applausi. Dietro di lui, dopo il forcing di Rodriguez in salita e gli scatti di Simon Yates, gli inseguitori arrivano assieme, con Bagioli che regola il gruppetto davanti a Primoz Roglic, partito con uno sprint da lontanissimo.

Risultato Il Lombardia 2023

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio