Liegi-Bastogne-Liegi 2024, Tadej Pogacar fa ancora il vuoto! 3° Mathieu van der Poel

Tadej Pogacar si prende anche la Liegi – Bastogne – Liegi 2024. Il secondo successo alla Doyenne, sesta Monumento della sua già straordinaria carriera, vede il leader della UAE Team Emirates scattare a 35 chilometri dalla conclusione, facendo rapidamente il vuoto sulla Côte de la Redoute. Da quel momento per lui uno splendido assolo che lo vede trionfare con quasi due minuti di vantaggio su Romain Bardet, che riesce ad anticipare un gruppetto di inseguitori regolato da Mathieu van der Poel, mai apparso realmente in corsa per la vittoria, ma capace di gestirsi bene nel finale per rimontare e strappare un podio.

Il video dell’arrivo

Il racconto della corsa

Dopo il via ufficiale, la fuga buona ci impiega molto poco per formarsi e per guadagnare terreno. Un primo quartetto composto da Remy Rochas (Groupama-FDJ), Lilian Calmejane (Intermarché-Wanty), Gil Gelders (Soudal-QuickStep) e Paul Ourselin (TotalEnergies), iniziatore dell’azione, viene presto raggiunto da Christian Scaroni (Astana Qazaqstan), Ivan Romeo (Movistar), Fabien Doubey (TotalEnergies), Enzo Leijnse (Team dsm-firmenich-PostNL) e, dopo un breve inseguimento, Loïc Vliegen (Bingoal WB).

Mentre il vantaggio di questi nove attaccanti supera rapidamente il minuto, da dietro si muove tardivamente Danny Van Der Tuuk (Equipo Kern Pharma), che dopo una decina di chilometri di inseguimento solitario, durante il quale riesce al massimo ad avvicinarsi a 45″, decide di rialzarsi e di farsi riassorbire dal gruppo.

A quel punto, in testa al plotone arriva un uomo UAE Team Emirates, Sjoerd Bax, che stabilizza il gap sui 3′. Il ritardo, tuttavia, aumenta ancora nei chilometri seguenti, superando i 3’30” al termine della prima asperità ufficiale di giornata, la Côte de Bonnerue e arrivando a toccare i 4’40” ai piedi della Côte de Saint-Roch, trascorsi 115 chilometri di gara. Da quel momento il gruppo inizia una prima rimonta, con la formazione emiratina che stabilizza il gap attorno ai tre minuti, ma la situazione cambia vertiginosamente all’approccio delle côte successive, con il gruppo che inizia a darsi battaglia per il posizionamento.

Grazie all’intervento anche di Alpecin – Deceuninck e, soprattutto, Israel – Premier Tech, il ritmo si impenna e il distacco dalla testa della corsa diminuisce molto velocemente. Come spesso accade in questi frangenti, non tardano ad arrivare le cadute e così è anche stavolta. La prima coinvolge William Junior Lecerf (Soudal Quick-Step), Toon Clynhens (Team Flanders Baloise) e Chris Hamilton (Team dsm-firmenich PostNL), ma è solo una prima avvisaglia. Appena due chilometri più avanti una nuova caduta spezza il gruppo a metà, con molti nomi di primo piano che restano dietro, partendo dal campione del mondo Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), che non cade, ma deve fermarsi. COn lui anche Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility), Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), Attila Valter (Visma|Lease a Bike), Pello Bilbao, Antonio Tiberi e Wout Poels (Bahrain-Victorious), Ion Izagirre (Cofidis), Simon Yates (Team Jayco-AlUla), Kevin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels), Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step) e Romain Gregoire (Groupama-FDJ).

Lanciatissimo, il gruppo non accenna a rallentare, proseguendo con l’impeto di una azione già iniziata in precedenza per riavvicinarsi ai battistrada, che ormai si trovano a meno di un minuto. Il ricongiungimento avviene così a 87 chilometri dalla conclusione, quando la formazione israeliana va a chiudere sugli ultimi residui della fuga, che si era spezzata sulla Côte de Mont-le-Soie. Grazie all’ottimo lavoro di Domen Novak (UAE Team Emirates), a quel punto il ritardo degli attardati, dei quali fa parte anche Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), rallentato da un problema meccanico, è di oltre 90 secondi. A tirare è solamente la Alpecin – Deceuninck, ma improvvisamente iniziano gli scatti grazie all’azione di Kevin Vermaerke (Team dsm-firmenich PostNL), che ha il merito di scuotere la situazione nel secondo troncone.

Ad alzare il ritmo è la Ineos Grenadiers, che prepara lo scatto i Tom Pidcock. Il britannico parte sulla successiva Côte de Stockeu, che si lancia all’inseguimento quando il gap è sceso a 1’05”. Con lui restano solo Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step) e Antonio Tiberi (Bahrain-Victorious), anche se l’italiano fa fatica quando a rilanciare è il belga, che verso la cima mette in difficoltà anche il campione olimpico di MTB. Su di loro rientra invece Romain Gregoire (Groupama-FDJ) e dal gruppo, ora tirato da Diego Ulissi, si sfilano Pieter Serry, Omar Fraile e Remy Rochas, al servizio dei propri compagni.

L’azione sembra portare i suoi frutti visto che a 70 chilometri dalla conclusione i tre riescono a rientrare sul gruppo, anche se subito dopo rientrano anche tutti gli altri, complice un vistoso aiuto da parte di una vettura, che sicuramente ha contribuito, anche se ovviamente per tutti le energie spese sono state non poche. Il gruppo arriva così molto più compatto ai piedi del Col du Rosier, la salita più lunga di giornata, quella meno adatta ai non scalatori. Per questo la UAE Team Emirates si riporta rapidamente davanti, dopo aver concesso la vetrina nuovamente alla Alpecin – Deceuninck.

Prima del ritorno in testa di Domen Novak sono Finn Fisher-Black e Diego Ulissi a dare una sferzata importante, che porta ad una notevole selezione da dietro, cominciando a mettere in difficoltà Stephen Williams (Israel-PremierTech). Si resta comunque ancora tutti assieme all’avvicinamente alla Redoute, con Lidl – Trek ed EF Education – EasyPost che provano ad emergere in vista della salita più attesa. Se Harrison Sweeny prende in testa le prime rampe, da dietro non tarda ad arrivare nuovamente Domen Novak che alza il ritmo per mettere in rampa di lancio Tadej Pogacar che scatta a 35 chilometri dalla conclusione.

Ben Healy (EF Education – EasyPost) non riesce a chiudere, così è il compagno Richard Carapaz a riportarsi sullo sloveno, mentre Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan) prova a sua volta a tenere alto il ritmo. Quando le pendenze aumentano il corridore ecuadoriano perde le ruote dello sloveno, che alza il ritmo ulteriormente vedendo di essere rimasto solo, come da piano di battaglia. Vano il tentativo di rientrare di un brillante Egan Bernal (Ineos Grenadiers), le cui trenate comunque finiscono per comporre un gruppetto all’inseguimento alle spalle dello sloveno. Molto attivi anche Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step), Maxim Van Gils (Lotto Dstny) e nuovamente Healy, ma dopo la salita è un gruppetto molto più nutrito che si forma dietro il battistrada.

A comporlo sono Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step), Egan Bernal (INEOS Grenadiers), Pello Bilbao (Bahrain Victorious), Richard Carapaz (EF Education EasyPost), Ben Healy (EF Education EasyPost), Romain Grégoire (Groupama-FDJ), Tiesj Benoot (Team Visma | Lease A Bike), Aleksandr Vlasov (Bora Hansgrohe), Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), João Almeida (UAE Team Emirates), Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Maxim Van Gils (Lotto Dstny), Romain Bardet (Team dsm-firmenich PostNL), Benoît Cosnefroy (Decathlon Ag2r La Mondiale Team), Aurélien Paret-Peintre (Decathlon Ag2r La Mondiale Team) e Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team), ma la presenza di due compagni dell’uomo di testa chiaramente complica le cose per gestire un inseguimento.

L’intesa salta così completamente e per Pogacar è ancor più facile involarsi verso il traguardo, guadagnando rapidamente oltre un minuto su un quartetto che si compone alle sue spalle con Healy, seguito inizialmente dal solo Bardet, poi raggiunti da Cosnefroy e Gregoire, mentre dietro sono Bahrain-Victorious e Ineos Grenadiers a cercare di coordinare l’inseguimento. Sulla Côte de la Roche-aux-Faucons ormai è chiaro che la lotta per la prima posizione è finita, ma resta un bel podio da conquistare ed è qui che la bagarre si fa interessante.

Healy attacca nuovamente, prima di dover cedere all’azione in contropiede di Bardet, che scollina a 1’20” dal battistrada, con una manciata di secondi su un gruppetto a quel punto condotto da Bernal e Van Gils, che assieme a Carapaz, Lutsenko e Benoot, sono rientrati su Healy, Gregoire e Cosnefroy, poi raggiunti anche da Paul Lapeira (Decathlon Ag2r La Mondiale), segno che i distacchi sono ancora minimi alle spalle del dominatore Pogacar, ormai involato verso al sua sesta monumento.

Favorito dalla mancanza di intesa alle sue spalle, anche Bardet ormai è in gestione dello sforzo e si prende un confortevole vantaggio sugli altri, che ormai devono lottare per la terza posizione. Malgrado nuovi scatti di Van Gils, Bernal e Healy, nessuno riesce ad emergere e, anzi, da dietro arrivano alcuni rientri, grazie, in particolare, alla gestione oculata dello sforzo di Mathieu van der Poel. Il campione del mondo, aiutato da Bauke Mollema (Lidl-Trek), Guillaume Martin (Cofidis) e Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), riesce infatti a rientrare sugli inseguitori a poco più di tre chilometri dalla conclusione. Il suo rientro porta ad un ulteriore rallentamento, permettendo a Bardet di prendere altri secondi preziosi che gli garantiscono la seconda posizione, alle spalle di un Pogacar molto emozionato al traguardo, dove festeggia indicando il cielo, dedica alla madre della compagna scomparsa esattamente due anni fa. Arriva sorridente anche Bardet, consapevole che più di così non era proprio possibile, mentre tra gli altri è volata e a spuntarla è Van der Poel, che si mette alle spalle Aurélien Paret-Peintre (Decathlon Ag2r La Mondiale), rientrato a sua volta visto il ritmo noetvolmente calato nel finale.

 

Risultato Liegi – Bastogne – Liegi 2024

 

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