Giro delle Fiandre 2023, Tadej Pogacar show sul pavé! Secondo Mathieu van der Poel, 4° Wout Van Aert

Tadej Pogacar conquista in grande stile il Giro delle Fiandre 2023. Il corridore della UAE Team Emirates ha attaccato all’ultimo passaggio sul Vecchio Kwaremont, andando via al gruppo che si era selezionato in precedenza per riprendere immediatamente Mads Pedersen (Trek-Segafredo), che in quella fase della corsa si trovava da solo al comando. L’unico a provare a resistere, dopo aver perso comunque subito dei secondi, è stato Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), che non è mai riuscito ad avvicinarsi allo sloveno, ma si è preso comunque il secondo posto resistendo al ritorno del gruppetto degli inseguitori, regolato proprio da Pedersen davanti a Wout van Aert (Jumbo-Visma), costretto al quarto posto dopo essere rimasto anche coinvolto in una delle tante cadute del giorno. Dopo un bel lavoro al servizio del capitano, chiude invece decimo Matteo Trentin, migliore degli italiani.

Il video dell’arrivo

Il racconto della corsa

La corsa parte subito molto forte, con diversi corridori che provano ad andare all’attacco. Tra le squadre più attive si segnalano la Movistar, l’Astana, la Uno-X, La Lotto Dstny e la Q36.5, ma il gruppo va a chiudere su tutti i tentativi e rimane compatto per più di 30 chilometri. Il vento, per lo più contrario, non aiuta i tentativi di fuga, ma, con la strada che cambia direzione, il vento diventa laterale, e davanti si porta in blocco la Bahrain Victorious per tentare di forzare l’andatura e cogliere qualche big in fallo. L’azione della formazione mediorientale allunga tantissimo il plotone e provoca una spaccatura in fondo al gruppo, dove una trentina di corridori restano attardati.

Tra questi si segnalano anche nomi importanti come Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Deceuninck), Michael Matthews e Zdenek Stybar (Team Jayco AlUla), Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Biniam Girmay (Intermarché-Circus-Wanty), Neilson Powless (EF Education-EasyPost) e Peter Sagan (TotalEnergies), costretti a inseguire con circa 30” di ritardo. I loro compagni di squadra si spendono per andare a chiudere il gap e, dopo più di 20 chilometri di inseguimento e una prima ora di gara volata a 50 km/h, questi ritardatari riescono a ricongiungersi con il gruppo principale. Subito dopo, però, avviene una caduta che spezza nuovamente il plotone in più tronconi: tra i corridori attardati rimangono Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Mads Pedersen (Trek-Segafredo) e nuovamente Van Der Poel, ma questa volta l’inseguimento dura meno, e il gruppo torna compatto abbastanza velocemente.

A quel punto, ripartono gli attacchi e i tentativi di portare via un drappello di fuggitivi. L’attacco successivo è quello di Yevgeniy Fedorov (Astana Qazaqstan) che, però, dopo aver fatto circa 5 chilometri in avanscoperta viene riassorbito dal gruppo. Ricomincia, così, tutta una sera di attacchi che vede altri corridori avvantaggiarsi. Alla fine sono Filippo Colombo (Q36), Jasper De Buyst (Lotto-Dstny), Daan Hoole (Trek-Segafredo), Elmar Reinders (Jayco-AlUla) e Guillaume Van Keirsbulck (Bingoal WB) a riuscire a guadagnare un po’ di spazio, anche se in gruppo il nervosismo continua ad essere alto. Questi cinque arrivano così al primo tratto di pavé con poco più di venti secondi di vantaggio. In questo settore partono al contrattacco Jonas Rutsch (EF Education-EasyPost) e Tim Merlier (Soudal-QuickStep). Dopo lo scatto anche di Hugo Houle (Israel-PremierTech) il gruppo decide di rallentare decisamente l’andatura.

Mentre il plotone si rialza concedendo un po’ di margine agli attaccanti, Rutsch, Merlier e Houle riescono a riportarsi sulla testa della corsa. In fuga ci sono, quindi, otto uomini, con un vantaggio che arriva a toccare i quattro minuti al momento del passaggio dal centro di Oudenaarde. A questo punto in testa al gruppo comincia a lavorare Edoardo Affini (Jumbo-Visma), ma il gap continua a salire.

Mentre i fuggitivi si preparano ad affrontare per la prima volta l’Oude Kwaremont in gruppo si verifica una maxi caduta che coinvolge oltre metà gruppo. Ad innescarla è Filip Maciejuck (Bahrain Victorious), che nel tentativo di riportarsi in testa al gruppo passando fuori strada perde il controllo della bici dopo essere finito in una buca e piomba improvvisamente sul gruppo. Tra i nomi grossi rimasti coinvolti ci sono Wout van Aert (Jumbo-Visma), Neilson Powless (EF Edcuation-EasyPost), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep) e Peter Sagan (TotalEnergies), ma le conseguenze peggiori sono per Tim Wellens (UAE Team Emirates), Shane Archbold e Marco Haller (Bora-Hansgorhe) che vengono trasportati in ospedale.

Gli alti corridori riescono invece a rientrare, ad eccezione di Sagan che lascia la corsa. Questo rientro è reso possibile da un rallentamento del gruppo che permette ai fuggitivi di arrivare ad accumulare un vantaggio di oltre 6 minuti. La situazione cambia sul Kortkeer: dopo averlo affrontato con andatura molto molto controllata, infatti, la DSM decide di lanciare un attacco di squadra, rompendo il gruppo in più tronconi.

La situazione, però, si ricompatta in vista dell’Eikeberg, con il gruppo che ha recuperato quasi un minuto ai fuggitivi. Superato il muro, il gruppo si trova a affrontare il tratto di pavé di Hollewg dove si registra una caduta che vede coinvolto anche Magnus Sheffield (Ineos Grenadiers). Il gruppo, però, oramai è lanciato e arriva al Wolvenberg con circa 4 minuti di vantaggio sul gruppo. Su questo muro si registra l’attacco di Mads Pedersen (Trek-Segafedo), seguito subito da Matteo Trentin (UAE Team Emirates), Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck) e Kevin Geniets (Groupama-FDJ). La Jumbo-Visma capisce la pericolosità di questa azione e manda subito un uomo al contrattacco che si porta dietro altri corridori. Si crea così un gruppetto molto interessante, con le squadre dei favoriti coinvolti.

Il gruppo, comunque, si ricompatta in vista del Molenberg, con un ritardo dai fuggitivi inferiore ai tre minuti. Su questo muro è Kasper Asgreen (Soudal-QuickStep) a lanciarsi all’attacco. All’inseguimento del vincitore del Fiandre 2021 si lanciano Stefan Küng (Groupama-FDJ), Jhonatan Narváez (Ineos Grenadiers), Neilson Powless (EF Education-EasyPost), Trentin, Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma) e Fred Wright (Bahrain Victoroius). Ben presto si riportano su di loro anche Pedersen e Florian Vermeersch (Lotto-Dstny). Ai piedi del Berendries provano ad attaccare Matteo Jorgenson (Movistar) e Benoit Cosnefroy (Ag2R Citroen).

Questi due riescono a riportarsi davanti, con il gruppo che ha circa un minuto di ritardo dai contrattaccanti. In una prima fase il gap tra questi due gruppi continua a crescere, mentre i fuggitivi sono sempre più vicini ad essere ripresi dal gruppetto Asgreen e Trentin. Il ricongiungimento avviene sul Berg Ten Houte a circa 80 chilometri dalla conclusione, mentre il gruppo è cronometrato ad un 1’45”. Nils Politt (Bora-Hansgrohe) nel frattempo attacca dalla testa del gruppo.

Nella fase di avvicinamento al Kanarieberg si registra una nuova caduta in gruppo che coinvolge anche Biniam Girmay (Intermarché-Circus-Wanty) e Matej Mohoric (Bahrain Victorious). Sul muro Axel Zingle (Cofidis) prova ad uscire dal gruppo e si riporta su Politt. Nelle fasi di corsa successiva in testa al gruppo si mette a tirare la UAE Team Emirates, facendo calare notevolmente il ritmo (la testa della corsa, infatti, arriva ad avere un vantaggio superiore ai tre minuti). Allora Sandy Dujardin (TotalEnergies) e Mathis Louvel (Arkéa Samsic) provano ad evadere dal gruppo, mentre De Buyst perde contatto dalla fuga.

A questo punto, però, la UAE Team Emirates decide di alzare il ritmo in testa al gruppo con Vegard Stake Langen. Ben presto, però, tante squadre si portano in testa al gruppo per tenere i capitani nelle prime posizioni in vista dell’Oude Kwaremont. I fuggitivi arrivano, così, ai piedi del muro con un vantaggio di circa 2’30”. Qui comincia subito il forcing della squadra emiratina con Mikkel Bjerg che lancia all’attacco Tadej Pogacar. Lo sloveno sorprende Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert un po’ arretrati e riesce a fare subito il vuoto. I due si lanciano, però, all’inseguimento del due volte vincitore di Tour de France assieme a Christophe Laporte (Jumbo-Visma), Magnus Sheffield (Ineos Grenadiers) e Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), ultimo a perdere contatto dallo sloveno al momento del suo scatto.

Se Sheffield perde rapidamente terreno poi sul Paterberg, gli altri quattro riescono a restare vicini a Pogacar, collaborando nell’inseguimento. Improvvisamente, Laporte si lancia all’attacco, andando a riprendere lo sloveno che sembrava quasi volersi rialzare in quel momento. A quel punto è tutto vantaggio per Van Aert, che diventa l’unico a poter restare a ruota, ma la situazione dura poco e quando i cinque uomini tornano assieme è nuovamente Pogacar ad attaccare. Stavolta Van Aert e Van Der Poel non lo mollano, cominciando così assieme ad andare a riprendere i corridori che perdono contatto tra i battistrada, dove sono molto attivi Asgreen, Pedersen, Kung e Trentin, contrariamente a Van Hooydonck che resta fisso a ruota.

Il distacco a quel punto si riduce a 40 secondi, con i tre che provano a collaborare fra loro, senza tuttavia riuscire ad avvicinarsi agli uomini rimasti al comando che sul Taaienberg riescono a tenere a distanza invariata i tre tenori, rimasti assieme malgrado un problema meccanico del campione uscente. In vista del Kruisberg davanti è Pedersen ad allungare, con uno scatto secco che gli permette di anticipare una eventuale bagarre. Se i suoi immediati inseguitori salgono regolari, tra i capitani è invece Van Der Poel a muoversi, mandando in difficoltà Van Aert, che non riesce a seguirlo. Non fa invece troppa fatica Pogacar, che colma rapidamente il buco e rilancia l’azione per tenersi a distanza il rivale più temuto in caso di sprint.

Van Aert scollina così con un ritardo di una manciata di secondi, ma non riesce a colmare il gap nel falsopiano successivo, che invece vede i due rivali avvicinarsi sempre più agli inseguitori di Pedersen. Tra questi anche Van Hooydonck, che tuttavia resta a ruota, alzandosi solamente nel momento in cui il gruppetto viene ripreso da Van Der Poel e Pogacar, con il suo capitano ormai a venti secondi. Grazie all’azione del compagno, Van Aert riesce a riportarsi nella scia del gruppetto, a quel punto tirato a tutta da Trentin, ma ormai siamo nuovamente sul Vecchio Quaremont e Pogacar piazza il suo attacco decisivo.

Van Der Poel infatti non riesce a tenergli la ruota, perdendo terreno pedalata dopo pedalata. Divorato e digerito rapidamente Pedersen, Pogacar spinge con rinnovata fiducia e in cima il gap è così di una dozzina di secondi su Van Der Poel e una ventina su un quintetto composto da Jorgenson, Powless, Kung, Asgreen e Wright, mentre Van Aert rientra subito dopo, portando con sé Matteo Trentin. Sul Paterberg il distacco resta sostanzialmente invariato tra i primi due, mentre gli altri si ricompattano, riprendendo Pedersen, ma con un gap che ormai arriva a superare i trenta secondi.

Da quel momento è ormai una cronometro a distanza tra Pogacar e Van Der Poel, ma la lotta appare rapidamente impari, con lo sloveno che fa il vuoto, tenendo a distanza il campione uscente, nonché allontanando sempre più anche il gruppetto degli inseguitori. Per il due volte vincitore del Tour de France diventa quasi una meritata passerella verso il traguardo, con Pogacar che può assaporare pienamente uno straordinario successo già all’interno dell’ultimo chilometro, che questa volta per lui è un tripudio. Van Der Poel resiste facilmente per conquistare la seconda posizione, arrivando a 12 secondi dal vincitore, mentre oltre il minuto il ritardo all’arrivo degli altri, con Pedersen che regola Van Aert con uno sprint dei suoi.

Risultato Giro delle Fiandre 2023

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