Analisi Percorso Tirreno – Adriatico 2022

Sarà una Tirreno – Adriatico con diverse novità quella che andrà in scena dal 7 al 13 marzo 2022. La prima riguarda proprio le date, infatti non si partirà più di mercoledì ma di lunedì e, di conseguenza, la corsa si concluderà domenica, stesso giorno in cui terminerà la Parigi-Nizza, con la quale la sovrapposizione sarà quindi totale. L’altra novità riguarderà invece la struttura della gara, che quest’anno proporrà la cronometro il primo giorno anziché all’ultimo, con la tappa finale che di conseguenza sarà in linea, come non accadeva dal 2010. Per il resto, la Corsa Dei Due Mari, offrirà un percorso come sempre molto equilibrato, con giornate dedicate sia ai cronomen che ai  velocisti, sia ai corridori da classiche che agli scalatori, e che dovrebbe premiare un corridore completo quale è il campione uscente Tadej Pogacar.

Percorso Tirreno – Adriatico 2022

Coma accaduto nelle precedenti sette edizioni, anche quest’anno la corsa prenderà il via da Lido di Camaiore; tuttavia, non lo farà con una tappa in linea, bensì con una cronometro individuale, proprio come accaduto nel 2015, quando per la prima volta si partì dalla località toscana (anche se allora era inizialmente prevista una cronometro a squadre, successivamente convertita in prologo a causa del maltempo). Saranno 13,9 i chilometri che i corridori dovranno affrontare in questa giornata inaugurale, che non propone alcuna difficoltà dal punto di vista altimetrico e ben poche da quello planimetrico. La prova, particolarmente adatta agli specialisti delle lancette, consiste infatti in un lungo rettilineo pianeggiante da percorrere in direzione nord all’andata e verso sud al ritorno, con le uniche difficoltà che sono rappresentate da quattro curve ad angolo retto poste in prossimità del giro di boa a Forte dei Marmi, dove è situato anche l’unico rilevamento intermedio.

La seconda frazione, la più lunga di questa edizione con i suoi 219 chilometri, dovrebbe invece vedere il primo scontro tra le ruote veloci del gruppo, che però dovranno prestare particolare attenzione alla seconda metà del percorso. Se i primi 90 chilometri dopo la partenza da Camaiore non presentano infatti particolari difficoltà, una volta entrati in provincia di Siena comincia una serie di saliscendi non troppo impegnativi che porteranno il plotone a raggiungere la Colonna di Montarrenti. Qui, inizia un circuito di circa 70 chilometri che comprende il GPM di La Pineta (5,5 km al 5,7%, max. 10%), una breve salita verso Monticiano e un’ascesa più lunga verso Chiusdino, dove è posto lo sprint intermedio. Si scende quindi a Pian di Feccia, dove inizia un’ultima asperità, Frosini (dalla cui cima mancheranno circa 17 chilometri all’arrivo), che riporterà i corridori a transitare dalla Colonna di Montarrenti e a uscire dal circuito per dirigersi verso il traguardo di Sovicille. Gli ultimi 10 chilometri presentano strada totalmente pianeggiante, con le squadre dei velocisti che, nell’impostare lo sprint, dovranno fare attenzione solo a una curva ad angolo retto a 3000 metri dalla conclusione.

Anche il giorno seguente, da Murlo a Terni, si preannuncia una tappa adatta ai velocisti, ma anche qui ci saranno da superare alcune asperità prima di raggiungere il traguardo. Le difficoltà principali sono però concentrate nella prima parte del tracciato, dove si affrontano un paio di salite minori e il GPM di La Foce (5,4 km al 4,4%, max. 10%) dopo soli 35 chilometri dal via. Le altre ascese degne di nota, ma comunque non troppo impegnative, sono quelle verso Ficulle, a circa metà tappa, e verso Guardea, a una cinquantina di chilometri dalla conclusione. Anche lo sprint intermedio di Amelia, ai -27 dall’arrivo, è in leggera salita, ma da lì al traguardo la strada è sostanzialmente divisa tra discesa e pianura, dunque sarà piuttosto difficile non assistere a una volata di gruppo. Il finale, leggermente all’insù, è su strade larghe e dritte, con solo qualche spartitraffico e rotonda a cui prestare attenzione prima del rettilineo conclusivo su porfido di 350 metri.

Dopo due giornate tutto sommato tranquille, le cose dovrebbero iniziare a cambiare con la quarta frazione, che prenderà il via dalla Cascata delle Marmore. Subito dopo la partenza, la strada sale in maniera più o meno regolare per circa 37 chilometri fino a raggiungere il GPM del Valico Torre Fuscello (9,6 km al 3,8%, max. 10%), seguito da una cinquantina di chilometri abbastanza ondulati che porteranno il gruppo a sfiorare Amatrice. Da qui, inizia una lunga discesa di 55 chilometri che si conclude poco dopo essere transitati dal traguardo volante di Ascoli Piceno, quando la strada torna brevemente a salire verso Maltignano. Un nuovo tratto di discesa permetterà quindi al plotone di raggiungere il circuito finale, lungo 20,5 chilometri e da ripetere per due volte e mezza; punto chiave di questo anello conclusivo è la salita di Bellante (4,2 km al 6,6%, max. 11%), affrontata in totale per tre volte e in cima alla quale è posto l’arrivo, che potrebbe far già registrare qualche differenza tra gli uomini di classifica, anche se per il successo di tappa non sono sicuramente da escludere i finisseur.

Ancora più adatta ai corridori esplosivi è la quinta frazione, che nel finale proporrà i consueti muri marchigiani. Giornata che si può sostanzialmente dividere in due, con i primi 95 chilometri dopo la partenza da Sefro che propongono per lo più strada in discesa, intervallata da qualche salita non troppo impegnativa nei passaggi di Valico di Pietra Rossa, Treia, Pollenza e Monte San Giusto. Entrando in provincia di Fermo, invece, si incontra subito il primo strappo impegnativo, quello del Monte Urano (2,3 km al 7,8%, max. 15%), seguito però da una ventina di chilometri più semplici che porteranno il gruppo a costeggiare il mare fino al Lido di Fermo, dove la strada torna a salire con pendenze anche interessanti verso lo sprint intermedio di Capodarco. Pochi chilometri dopo, ecco che si entra nel circuito conclusivo, che non darà un’attimo di respiro ai corridori proponendo subito la salita verso Fermo, più impegnativa nella prima parte che nella seconda e in cima alla quale non si transiterà sul traguardo, lontano ancora 18 chilometri. Seguono 7000 metri di discesa prima del successivo strappo, quello di Madonna d’Ete (2,2 km all’8,2%, max. 16%), che a sua volta precede un altro brevissimo tratto di salita prima dell’ascesa finale, la stessa affrontata in precedenza, ma con un tratto in più che porterà al traguardo di Piazzale del Girfalco. Lunga 3,2 chilometri, avrà una pendenza media del 6,2%, ma a 2500 metri dalla conclusione proporrà anche un tratto al 21%; saranno invece più semplici gli ultimi due chilometri, anche se poco prima dell’arrivo la strada si impennerà nuovamente raggiungendo una pendenza del 10%.

Se queste due giornate potranno far già registrare dei distacchi tra i big, in ottica classifica generale sarà quasi sicuramente decisiva la penultima frazione, la Apecchio – Carpegna di 215 chilometri. In realtà, buona parte della tappa non propone grandi asperità, e soprattutto nella fase iniziale ci sono solo un paio di brevi ascese piuttosto pedalabili e il GPM di Mombaroccio (4,7 km al 3,4%, max. 11%). Come nei giorni precedenti, è in salita anche il traguardo volante di Urbino, posto a 90 chilometri dall’arrivo, seguito da una quindicina di chilometri di discesa e circa 30 in leggera salita, che porteranno il plotone fino a Frontino e, con strada sempre all’insù, ma in maniera più decisa, a transitare per la prima volta sull’arrivo ai -38 dalla conclusione. Da qui, inizia la vera e propria scalata del Monte Carpegna, la salita dove era solito allenarsi Marco Pantani: un’ascesa lunga 6000 metri con una pendenza media del 9,9% e punte del 15%, che verrà affrontata per ben due volte e che sarà il terreno ideale per gli scalatori per fare la differenza in maniera importante. L’arrivo, tuttavia, non sarà in cima al GPM ma, dopo una discesa da non sottovalutare, sarà situato appunto a Carpegna, con la strada che salirà leggermente negli ultimi 2000 metri.

Infine, come accade ormai da tanti anni, la Tirreno-Adriatico si concluderà a San Benedetto del Tronto. Un epilogo, però, che sa di ritorno al passato, dato che dopo undici edizioni la corsa non si chiude con una cronometro individuale, ma con una frazione in linea di 159 chilometri con partenza e arrivo nella rinomata località balneare. Una giornata che concentra le maggiori difficoltà nella prima metà, dove si affronta un tracciato ondulato nell’entroterra marchigiano e un unico GPM, quello di Ripatransone (4,8 km al 4,4%, max. 12%). Gli ultimi 80 chilometri, invece, sono completamente pianeggianti e vedranno il gruppo percorrere per cinque volte un circuito di 14,5 chilometri che, al terzo passaggio sulla linea d’arrivo, propone anche un traguardo volante. Un finale dove, a meno di sorprese clamorose, torneranno protagonisti i velocisti e dove l’unico pericolo per gli uomini di classifica potrebbe essere rappresentato da eventuali cadute.

Tappe Tirreno – Adriatico 2022

Tappa 1 (07/3): Lido di Camaiore – Lido di Camaiore (13,9 km, crono)
Tappa 2 (08/3): Camaiore – Sovicille (219 km)
Tappa 3 (09/3): Murlo – Terni (170 km)
Tappa 4 (10/3): Cascata delle Marmore – Bellante (202 km)
Tappa 5 (11/3): Sefro – Fermo (155 km)
Tappa 6 (12/3): Apecchio – Carpegna (215 km)
Tappa 7 (13/3): San Benedetto del Tronto – San Benedetto del Tronto (159 km)

Altimetrie e Planimetrie Tirreno – Adriatico 2022

Tappa 1 (07/3): Lido di Camaiore – Lido di Camaiore (13,9 km, crono)

Tappa 2 (08/3): Camaiore – Sovicille (219 km)

Tappa 3 (09/3): Murlo – Terni (170 km)

Tappa 4 (10/3): Cascata delle Marmore – Bellante (202 km)

Tappa 5 (11/3): Sefro – Fermo (155 km)

Tappa 6 (12/3): Apecchio – Carpegna (215 km)

Tappa 7 (13/3): San Benedetto del Tronto – San Benedetto del Tronto (159 km)

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