Italia, le prime parole di Daniele Bennati da CT: “Obiettivo è riportare la maglia iridata in Italia”

Daniele Bennati alla guida della nazionale italiana di ciclismo. L’ex corridore aretino, che ha appeso la bici al chiodo nel 2019 dopo essersi tramutato da velocista vincente a uomo squadra al servizio dei grandi capitani, eredita le redini della selezione maschile professionisti da Davide Cassani, tra i primi a commentare e appoggiare la sua nomina ufficializzata oggi. Un ciclo vincente quello dell’ex commentatore RAI, che dal canto suo ha già lasciato la federazione rifiutando un ruolo di uomo-immagine, del quale l’ex corridore di Lampre, Liquigas, Trek, SaxoBank, Tinkoff e Movistar è pronto a raccogliere l’eredità per portarlo al ritorno a quel successo inseguito ma solo sfiorato ormai dal 2008, quando Alessandro Ballan conquistò l’ultima maglia iridata azzurra nella prova in linea. Ai microfoni di SpazioCiclismo racconta sensazioni, ambizioni, progetti e obiettivi di questo suo ciclo triennale che lo porterà (almeno) sino ai Giochi di Parigi 2024 ai guida della nazionale azzurra.

Quali sono ora le sensazioni e cosa farei in questa nuova esperienza?
Cercherò di fare del mio meglio, cercherò di dare il massimo a questa causa, di grande responsabilità e molto importante per me e il ciclismo italiano. La sensazione è buona. Sono emozionato perché era aspirazione diventare un giorno commissario tecnico, ma non mi aspettavo arrivasse così presto. Ora sono qui che sto cercando di realizzare quello che mi sta accadendo, ma sono pronto e nelle prossime settimane iniziamo a buttare giù un programma anche con gli altri tecnici. Siamo pronti ad iniziare.

Hai parlato con Davide Cassani, ti ha dato delle indicazioni?
Con Davide ho un buonissimo rapporto. ci siamo anche confrontati ultimamente e ci siamo sentiti in questi giorni. cC’è rapporto molto leale e molto amichevole. Come siamo rimasti d’accordo, per qualsiasi cosa, che io abbia bisogno di lui o lui di me ci possiamo sentire in qualsiasi momento, questa è la cosa più importante.

Subentri ad un ciclo vincente, anche se è mancata la maglia iridata: quali sono ora i tuoi obiettivi?
In questi anni, i ragazzi e Davide hanno fatto ottimo lavoro. Veniamo da quattro Europei consecutivi e abbiamo anche ottenuto medaglie ai mondiali. Tuttavia, sappiamo benissimo che manca maglia iridata dal 2008. L’obiettivo è riportarla in Italia, ma per quanto mi riguarda per me è importante svolgere un ottimo lavoro e fare del mio meglio. Cercherò di mettere nelle migliori condizioni le squadre che sarò in grado di selezionare per dare il massimo.

Continuerai a provare a lanciare e rilanciare i corridori nelle corse italiane, portando la selezione della nazionale italiana?
Discuteremo di quest’aspetto settimana prossima. Questo tipo di manifestazioni sono previste anche per il 2022, è una modalità molto interessante ed è stata molto produttiva, soprattutto per testare i giovani e dare la possibilità agli atleti della pista di confrontarsi con il professionismo. Ho indossato la maglia azzurra fin da giovane, per la mia esperienza la maglia azzurra va meritata al 100%: anche quando schiererò gli atleti in queste competizioni vorrei dire loro che è una maglia da meritare.

Sei stato professionista fino a pochi anni fa. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di conoscere buona parte dei corridori che allenerai?
I vantaggi sono quelli tecnici, il ciclismo è in continua evoluzione. È importante anche tenere il filo conduttore con la categoria juniores. Intanto conosco gli aspetti tecnici: il modo di correre è cambiato e di conseguenza cambia il modo di approcciare la preparazione. Lo svantaggio può essere quello di fare favoritismi nelle scelte, ma non commetterò quest’errore. Come mi ha insegnato il grande Ballerini, quando si tratta di scegliere lo si fa per altri motivi e non per un buon rapporto con qualche corridore.

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