CicloMercato 2024, Ben Hermans e Jelle Wallays: “Tutti vogliono i giovani e pensano ai punti, ma l’esperienza?”

Ben Hermans e Jelle Wallays ancora senza squadra il prossimo anno e se la prendono con la nuova tendenza del CicloMercato. Da qualche stagione ci sono infatti alcuni fattori che vanno a condizionare corridori come loro, gregari esperti che spesso e volentieri rinunciano ai propri obiettivi in favore dei capitani. Il primo fattore è chiaramente l’età, perché il primo ha 37 anni e il secondo 34, mentre il secondo è la ricerca di corridori che possano portare punti, diventati sempre più preziosi per l’ottenimento della licenza. Criteri che secondo loro li penalizzano molto nel momento di cercare nuovi contratti.

Sembra che le squadre cerchino solo ragazzi tra i 17 e i 20 anni – ha commentato a WielerFlits il corridore in forza alla Cofidis, due volte vincitore della Parigi-Tours, vincitore della Dwars door Vlaanderen e di una tappa alla Vuelta a España in carriera – Ho già avuto molte conversazioni, ma la storia delle squadre che non mi vogliono si riduce fondamentalmente sempre alla stessa cosa: che sto diventando troppo vecchio. Forse perché devono pagare meno i ragazzi più giovani? Sono sicuro che c’è una via di mezzo. Non sono un plurivincitore, ma ho esperienza. Ho sempre sperato di poter trasmettere questa esperienza ai giovani, mi sembra molto interessante”.

Ma queste sue conoscenze non sembrano essere apprezzate al momento delle trattative, entrando così nell’altro aspetto dolente per lui: “Siamo in una fase del ciclismo in cui l’esperienza è totalmente irrilevante. Questo è ciò che percepisco in tutte le conversazioni. Una volta superata la soglia dei 30 anni, è molto difficile ottenere un contratto al giorno d’oggi. A meno che non si vincano quattro o cinque gare all’anno e non si conquistino molti punti UCI. Ma avete bisogno di corridori che supportino i leader, no? Quando un mio compagno di squadra vince sono felice quanto se avessi vinto io”.

Il corridore fiammingo sa di avere un ruolo da gregario e come tale si propone, quindi anche economicamente, ma anche così fa fatica: “Se la mia carriera dovesse finire, mi dispiacerebbe non aver mai avuto il giusto apprezzamento all’interno di una squadra. Non hanno mai saputo esattamente cosa fare di me. Ho sempre detto che mi piace prendere il vento per qualcun altro. Andare forte per lungo tempo è la mia specialità, ma quando si viene giudicati solo in base ai risultati, diventa difficile”.

Il suo collega alla Israel – Premier Tech, con un passato più vincente, ma a secco ormai da due anni abbondanti, raccontava nei giorni scorsi le stesse problematiche: “Una volta era comunque diverso. A quei tempi, se avevi questa età e potevi ancora fare le tue cose nel gruppo, avevi comunque un contratto. Solo per l’esperienza che potevi portare. Oggi invece scelgono solo corridori giovani e pensano ai punti, il che rende tutto più difficile“.

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