Coronavirus, la British Cycling mette 90 dipendenti in cassa integrazione: “Stimiamo perdite per più di 4 milioni di euro”

British Cycling è una tipo di struttura decisamente sui generis. La Federazione ciclistica britannica è infatti un ente che vive sì di denaro pubblico, ma anche delle entrate derivante dall’organizzazione di eventi e dalle quote d’iscrizione assimilabili a questi ultimi. Ebbene, lo scenario per un’associazione che ha fatto scuola negli ultimi anni è decisamente grigio, per via della pandemia da Covid-19 che ha fondamentalmente bloccato tutto, sul piano sportivo, anche al di là della Manica. British Cycling ha infatti fatto sapere che metterà 90 dipendenti (un terzo della complessiva forza lavoro) in quella che in Italia sarebbe considerata come “cassa integrazione”.

“Siamo un’organizzazione senza fini di lucro e tutte le entrate che generiamo vengono re-investite nello sport – le parole di Julie Harrington, capo delle operazione della federazione, a CyclingNews – Una parte significativa di quelle entrate arriva dagli eventi, ma la maggior parte di questi si svolge nei mesi primaverili ed estivi. Per questo stiamo stimando un calo di circa 4 milioni di sterile (più di 4 milioni e mezzo di euro – ndr). In questa fase, fra aprile e maggio, quindi, 90 persone resteranno a casa. Sappiamo che è una decisione che può creare difficoltà ad alcuni, quindi abbiamo messo in atto misure di sostegno, fra cui la possibilità di ricevere consulenza finanziaria e l’accesso a corsi di formazione e sviluppo”.

Ancora Harrington: “I dipendenti oggetto di questa misura restano comunque quelli su cui faremo affidamento perché il ciclismo possa tornare ancora più forte dopo il blocco. E, sebbene non possano lavorare per noi in questo periodo, fanno ancora parte di British Cycling”.

Peraltro, quest’ultima aveva già subito un duro colpo qualche settimane fa, quando HSBC aveva annunciato la fine del sostegno economico nei suoi confronti al termine dei Giochi olimpici di Tokyo 2020. Olimpiadi che peraltro sono state rimandate, quindi la federazione britannica è in serrata caccia a un nuovo sponsor, in modo da poter continuare a esprimersi sui livelli di assoluta eccellenza mondiale degli ultimi anni.

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