UCI, sipario sul WorldTour 2023: “Bisogna diventare sempre più internazionali, le squadre devono portare i corridori più forti anche in Cina e Australia”

Con la chiusura del Tour of Guangxi 2023 è finito il calendario stagionale del WorldTour maschile, ovvero la collana di gare su strada più importanti al mondo. Il cammino è iniziato in Australia lo scorso gennaio e in mezzo ci sono stati 34 appuntamenti, fra corse di un giorno, competizioni di una settimana e Grandi Giri. Il periodo sembra essere dei migliori per quel che riguarda l’esposizione del ciclismo su scala mondiale, ma secondo i dirigenti dell’Unione Ciclistica Internazionale si può ancora fare di più e meglio per far crescere il seguito nei confronti dello sport del pedale.

“Dobbiamo fare del ciclismo uno sport mondiale – le parole di Tom van Damme, che dirige la Federazione ciclistica belga ma che è anche il capo del Consiglio del Ciclismo Professionistico, organo consultivo che agisce in seno all’UCI, raccolte da Sporza – Quest’anno siamo tornati in Cina e ci siamo arrivati dopo essere partiti dall’Australia: sono aspetti che mostrano come ci sia l’ambizione di diventare uno sport sempre più globale. Ma è necessario toccare tutti i grandi mercati per poterlo fare”.

Riforme in vista? “Ci stiamo lavorando, in particolare con l’idea di proprorre un programma più chiaro – ancora Van Damme – Ma il punto più importante rimane quello dell’internazionalizzazione, toccare più Continenti possibili. Però, per far crescere l’interesse fuori dall’Europa, il campo dei partenti delle gare, ad esempio, in Australia e Cina potrebbe essere migliore. Le squadre dovrebbero portare i loro corridori più forti anche qui“.

Van Damme affronta anche una questione spinosa, quella dei diritti televisivi, torta di cui le squadre vorrebbero una fetta quantomeno significativa: “Ognuno si aggrappa a quello che ha. È una discussione complicata e per il momento non ci sono stati grandi cambiamenti. A lungo termine, le squadre dovrebbero avere la loro parte dei diritti tv, specialmente se dovessero essercene di aggiuntivi rispetto agli attuali. In quel caso, ci potrebbe essere sicuramente un’apertura. Le squadre non possono dipendere solo dagli sponsor, ma credo che questo rimarrà così almeno per i prossimi anni“.

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