Strade Bianche 2024, Toms Skujiņš: “Sul podio con Pogacar è qualcosa per cui essere felici”.

Toms Skujiņš entusiasta di essere il primo corridore lettone capace di salire sul podio della Strade Bianche 2024. Parlando ai nostri microfoni nel dopo gara, ha voluto soprattutto ringraziare i suoi compagni di squadra della Lidl-Trek per averlo aiutato a conquistare un fantastico secondo posto nella classica degli sterrati senesi. Il vincitore della Tre Valli Varesine 2018 è un corridore potente e generoso, poco avvezzo alle luci della ribalta, che molto spesso si mette lui stesso al servizio dei capitani del team statunitense, ma in questo inizio di stagione sta mostrando di poter prendere in mano la situazione. Dopo la bella prestazione alla Omloop Het Nieuwsblad, in cui tuttavia il risultato non è arrivato, questa volta il 32enne è riuscito a salire sul secondo gradino del podio di giornata, seppur a quasi tre minuti dietro al dominatore Tadej Pogacar, staccando il belga Maxim Van Gils (Lotto Dstny) proprio all’ultimo chilometro lungo la durissima salita conclusiva di via Santa Caterina.

Essere sul podio insieme a Pogacar è un buon risultato?
”Sì, sicuramente, lui è senza dubbio un gradino sopra in ogni corsa a cui partecipa. Quindi essere con lui sul podio è un qualcosa di cui essere felici”.

Nel gruppetto dietro non c’è stata una buona collaborazione. Come hai giocato le tue carte una volta che Pogacar se ne era andato per conto suo?
”Ovviamente, quando vedi che hai preso oltre un minuto di vantaggio capisci che non riuscirai più a prenderlo. Quindi abbiamo iniziato a correre per il secondo e il terzo posto, per questo non c’è stata una buona collaborazione. Se riuscivi a creare un piccolo distacco per qualche chilometro sul gruppetto sapevi che avevi buone probabilità di restare davanti, perché loro continuavano ad andare ad intermittenza”.

Credi che le condizioni meteo e il nuovo percorso abbiano fatto la differenza quest’oggi?
”Il vincitore ha fatto la sua mossa sullo stesso settore delle due passate edizioni [Monte Sante Marie, ndr]. Qualcosina è cambiato, è sicuramente una gara più dura. Tutti però sappiamo che quando questi ragazzi sono in gruppo possono attaccare da lontano e continuano a farlo”.

Come è stata la tua corsa una volta che Tadej se ne è andato? Qual era il tuo piano per conquistare il secondo posto?
”Non è stata una corsa facile per me, ho avuto due forature, ma fortunatamente la mia squadra è stata grande, mi han dato la ruota anteriore entrambe le volte, son stati con me e mi hanno fatto rientrare. Han fatto un lavoro straordinario per permettermi di essere ancora in gioco. Poi sfortunatamente dopo che Tadej ha attaccato siamo anche caduti e ho dovuto inseguire ancora una volta cambiando anche la bici, cosa che forse si è rivelata a mio favore, perché avere nel finale una bici pulita e con meno fango è stata una cosa positiva. Quando eravamo nel gruppetto dietro a Maxim e Tadej, sapevo che se volevo salire sul podio dovevo assolutamente uscire dal gruppetto. Quindi ho scelto il momento giusto e me ne sono andato senza guardarmi più alle spalle. Volevo solamente chiudere su Maxim perché sapevo che con lui potevamo arrivare a Siena con un vantaggio su di loro. Il terzo posto sarebbe stato bello comunque”.

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