Doping Tecnologico, l’UCI ha messo fine alla lotta di Jean-Christophe Péraud

Jean-Christophe Péraud non è più supervisore ai materiali e nella lotta al Doping Tecnologico. Se il francese era stato ingaggiato con grande enfasi per dimostrare l’interesse di Aigle nel combattere il possibile utilizzo di bici truccate, l’UCI ha interrotto il suo contratto nelle scorse settimane nel silenzio. Con una telefonata fatta nelle scorse settimane che lo avvertiva che il suo contratto si terminava il 30 giugno. Non un caso probabilmente che questa decisione è stata presa nel periodo in cui il tribunale francese ha chiuso le indagini riguardo il possibile utilizzo. Negli anni, nessun caso a livello professionistico è stato mai trovato (solo una giovane ciclocrossista e un amatore), con l’UCI che ha spesso presenziato le corse con i suoi tablet e successivamente scanner nei grandi eventi.

“Se ero arrivato alla fine della mia missione – si interroga colui che fu secondo al Tour de France 2014 per L’Equipe– Sì e no. Sì, a livello personale perché ho la serenità che non ci siano imbroglioni nelle competizioni di massimo livello. No perché l’UCI non è riuscita a convincere e garantire al grande pubblico che questo tipo di frode non esiste”.

Effettivamente, non poche le perplessità nel corso di questi anni riguardo le misure prese dalla nuova presidenza di David Lappartient al riguardo. Il presidente francese aveva fatto di questo argomento uno dei grandi temi della sua campagna elettorale e la nomina dell’ex biker sembrava voler far comprendere di voler intervenire in maniera seria sul tema. L’introduzione degli scanner al fianco dei tanto contestati tablet, non ha tuttavia sciolto i dubbi dei detrattori, che hanno continuato a vedere queste misure più una facciata che un reale modo per fronteggiarne il possibile utilizzo in corsa.

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