Cofidis, Elia Viviani: “Giro d’Italia a ottobre ottima soluzione, può simboleggiare il rilancio di un paese”

Per Elia Viviani correre il Giro d’Italia 2020 a ottobre potrebbe essere una buona soluzione. Il corridore della Cofidis, infatti, in un’intervista rilasciata all’Ansa si è soffermato a parlare, tra le altre cose, del nuovo calendario UCI, dicendosi favorevole allo svolgimento della corsa rosa in ottobre. Il campione veronese ha avanzato due principali motivazioni, la prima a intendere la corsa come simbolo della rinascita del paese e la seconda, più concreta, riguardante il clima, visto che negli ultimi anni ottobre ha fatto registrare sempre temperature piuttosto calde e, paradossalmente, potrebbe essere più semplice scalare le grandi montagne.

“Io penso che sia una cosa giusta, nel senso che ottobre non è un mese dove in Italia rischiamo con il meteo – ha esordito – Anzi, probabilmente per le grandi montagne, arrivando dall’estate, non ci sarebbe nemmeno il problema di maggio della neve. La vedo un’ottima opzione e mi auguro che questo si avveri, perché può essere bello per tutti gli italiani anche come mezzo di ripartenza, come mezzo di rilancio di un paese che ha avuto un momento difficile”.

Il campione europeo ha poi ricordato l’importanza del Tour de France all’interno del mondo del ciclismo: “Sappiamo benissimo che il Tour de France è dove tutte le squadre vogliono avere maggiore visibilità, tutti vogliono essere al 100%, tutti i corridori sognano di vincere una tappa. Non credo in termini di visibilità, ma soprattutto in termini di decisioni ha avuto un grande peso, nel senso che la ripartenza è girata e sta girando tutta introno al Tour, questa è la verità”.

Il corridore della Cofidis ha poi parlato anche del rinvio dell’Olimpiade di Tokyo e del modo in cui la pandemia ancora in corso potrebbe influenzare la preparazione: “Voglio essere ottimista sul fatto che a breve la risolviamo. L’Italia, l’Europa e il mondo stanno facendo grandi sacrifici per superare questa pandemia e mi auguro che con questo slittamento tra un anno la situazione sarà più tranquilla e impareremo a conviverci e chissà che i tempi per questo vaccino si riducano un po’ in modo da farlo diventare un virus come tanti altri”.

Il vincitore della medaglia d’oro nell’omnium a Rio 2016 si è poi detto d’accordo con la scelta del Comitato Olimpico e ha spiegato che non gli pesa dover attendere un altro anno per poter difendere l’alloro: “Mi pesa fino a un certo punto, nel senso che la situazione si stava mettendo male, ci stavamo avvicinando a qualche mese dal grande appuntamento e la situazione era veramente di grande incertezza. Diciamo che sono felice che sia tra un anno perché è giusto arrivare a difendere il mio oro olimpico con la miglior preparazione senza nessun punto di domanda per come magari l’atleta è arrivato all’Olimpiade. Decisione giusta e sono felice che saranno tra un anno, anche se avrò un anno in più”.

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