Classica di Amburgo 2018, Trentin al debutto con la maglia di campione europeo: “Conquistata grazie a un gruppo unito”

Matteo Trentin sfoggerà per la prima volta nella Classica di Amburgo 2018 la maglia di campione europeo conquistata domenica scorsa. Reduce dal trionfo con la divisa azzurra a Glasgow 2018, il portacolori della Mitchelton-Scott sfiderà i migliori velocisti del lotto nell’unica corsa WorldTour del calendario tedesco. Tra gli avversari principali spiccano il campione in carica Elia Viviani (Quick-Step Floors), il tre volte iridato Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) e quell’Alexander Kristoff (UAE Team Emirates) al quale ha sfilato la maglia stellata non più tardi di sei giorni fa. Dopo una prima metà di stagione seriamente condizionata dagli infortuni, il più grave dei quali accusato alla Parigi-Roubaix, il 29enne di Borgo Valsugana è pronto a togliersi altre soddisfazioni nel segmento finale del 2018.

“Le cose negative non mi si attaccano addosso – ha dichiarato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport – ho messo alle spalle un momento strano, di continui infortuni e ricerca della condizione, ora sono contento e ancora più motivato. Se ho avuto modo di ripensare a Glasgow? Va tutto così veloce che fai fatica a renderti conto di quello che succede. Forse lo realizzerò quando ad Amburgo vestirò la nuova maglia. A proposito, i pantaloncini saranno neri: li trovo molto eleganti”.

Nell’occasione l’ex Quick-Step Floors ha avuto modo anche di parlare della condotta di gara della Nazionale italiana in terra scozzese: “Il nostro è un gruppo che viene da lontano e ha trovato affiatamento negli anni. A Glasgow il più vecchio era Jacopo Guarnieri (Groupama-FDJ), classe 1987: facciamo tutti parte di una nuova generazione che è cresciuta nello stesso ciclismo, facendo le stesse esperienze. Dal 2015 il gruppo è questo: serviva un po’ di tempo, ma ognuno sa quello che deve fare. Basti pensare che quelli che all’Europeo indossavano la maglia azzurra provenivano tutti da team diversi, a parte Cimolai e Guarnieri. Eppure l’unione si è vista. L’amicizia esiste, anche perché il ciclismo è l’unico sport che ti dà la possibilità di allenarti insieme a un avversario per tutta la settimana”.

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