Caso Villalobos, Jonathan Vaughters se la prende con l’UCI: “Se lo avessimo saputo prima, non lo avremmo preso”

La EF attacca l’UCI nella gestione del caso Villalobos. Il giovane messicano, infatti, è stato squalificato per doping questa mattina, ma per una positività che risale allo scorso anno, quando militava nell’Aevolo e non aveva ancora fatto il passaggio tra i professionisti con la EF. Con un comunicato stampa firmato dal team manager Jonathan Vaughters la formazione americana ha spiegato che se l’avesse saputo prima, non avrebbe ovviamente messo sotto contratto il classe ’98. Per il team statunitense le colpe ricadono tutte sull’UCI, visto che il GHRP-6, sostanza alla quale è stato trovato positivo il corridore, è riscontrabile solo in laboratori accreditati dalla WADA a cui i team non hanno accesso.

“Questa squadra è costruita per proteggere la salute e diritti dei corridori, soprattutto quelli più giovani che arrivano al livello professionistico – ha esordito Vaughters – Per noi è una enorme delusione quando questi giovani corridori finiscono sotto la guida di allenatori e dottori amatoriali che in ultimo rovinano le loro carriere. Se l’avessimo saputo, non avremmo messo Luis sotto contratto. La colpa è dell’UCI, perché non esiste un programma di testing interno che abbia accesso all’equipaggiamento necessario per trovare il GHRP-6. Tutti meritano di meglio. Luis merita una guida migliore di quella dei suoi medici e allenatori passati. La squadra meritava di meglio che apprendere di questa situazione dall’UCI un anno dopo il fatto. Per quanto sia incoraggiante che il sistema scopra i corridori, si deve essere più trasparenti e responsabili di così. Incoraggeremo Luis a non opporsi e a dire tutta la verità, qualunque essa sia”.

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