Vuelta a España 2018, Top/Flop del giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi alla Vuelta a España 2018.

TOP

Nacer Bouhanni (Cofidis, Solutions Crédits): In pochi avrebbero scommesso sulle sue possibilità all’indomani di una giornata di ordinaria follia. Invece il velocista francese estrae dal cilindro la miglior volata del suo 2018. Un colpo assestato alla perfezione nel quale si sommano astuzia (nel trovare la migliore posizione per lanciarsi), potenza (per resistere al ritorno degli avversari) e malizia (per “spostare” Trentin nel corpo a corpo). Chapeau.

Rigoberto Uran Uran (EF Education First-Drapac Cannondale): I Grandi Giri si possono vincere, ma soprattutto perdere, anche nelle tappe all’apparenza più semplici. Purché lo si capisca. Quando Pinot, Majka e Kelderman perdono le ruote del primo gruppo, il colombiano è l’unico a comprendere l’importanza di infliggere loro un passivo pesante, mettendo alla frusta i compagni. I risultati si vedono all’arrivo, ma solo Madrid dirà quanto il 2° classificato al Tour de France 2018 ne avrà beneficiato in prima persona.

Richie Porte (BMC Racing Team): Vederlo in fuga in una tappa pianeggiante fa quasi tenerezza. Piace però lo spirito con cui interpreta la frazione a lui meno adatta all’interno di una corsa nella quale, dopo poco più di 24 ore dal via, ha capito di potersi accontentare soltanto di gioie parziali. Nota di merito anche per Vincenzo Nibali (Bahrain Merida), che si è confermato pimpante ‘menando’ in testa al gruppo principale nei chilometri finali. Innsbruck non è più così lontana.

FLOP

Peter Sagan (Bora-Hansgrohe): In altri tempi, neppure troppo remoti, non si sarebbe lasciato sfuggire un’occasione del genere. Con un vento da deserto, un gruppo sempre più assottigliato e un manipolo di compagni pronto a servirlo, fa decisamente notizia vederlo faticare per entrare nella top ten. La rovinosa caduta di cui è rimasto vittima al Tour de France ha lasciato segni evidenti soprattutto nella condizione. Alle sue stimmate da campione è affidato il compito di dare un segnale nei prossimi 17 giorni.

Giacomo Nizzolo (Trek-Segafredo): Il secondo posto ottenuto lunedì aveva dato a tutti l’illusione di vederlo lottare nuovamente per il successo oggi. Nel finale, però, il velocista milanese si perde nonostante il buon lavoro svolto dai compagni, con Gianluca Brambilla che lo ha pilotato ben oltre il triangolo rosso dell’ultimo chilometro. Fuori dai giochi per il successo, decide di rialzarsi e chiude all’11° posto. Rimandato.

Rafal Majka (Bora-Hansgrohe): La sentenza giunge in pianura: non lotterà per la classifica generale neppure qui. Dopo aver steccato l’appuntamento col Tour de France, il polacco si fa uccellare (perdendo 3’05” all’arrivo) in una frazione che si è rivelata facile soltanto apparentemente. Se Kelderman (Sunweb), che comunque lo precede di 1’19” a San Javier, ha come attenuante la foratura nella quale incappa nel momento topico della tappa, per l’ex maglia a pois della Grande Boucle le scuse sono ridotte al lumicino. Persa la leadership in squadra, ora dovrà reinventare la sua corsa.

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