Tour de France 2023, Jonas Vingegaard: “Il numero 1 sulla schiena mette un po’ di pressione, ma so come ignorarla”

Jonas Vingegaard arriverà al Tour de France 2023 da campione in carica. Se Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha affermato di sentirsi meno pressioni addosso rispetto all’anno scorso, questo è anche perché adesso il compito di dover difendere il titolo conquistato undici mesi fa è sulle spalle del portacolori della Jumbo – Visma. Al momento l’unico scontro diretto tra i due in stagione è stata la Parigi – Nizza, dove lo sloveno è riuscito a superare il danese che poi ha portato a casa tutte le altre corse a cui ha preso parte. Il classe 1996 comunque si sente pronto a difendersi, anche se dovrà fare a meno del supporto di Primoz Roglic, che l’anno scorso ebbe un ruolo decisivo, con i due capitani che fecero un grande gioco di squadra.

“Non sono stato io a scegliere di essere un campione – ha dichiarato il ventiseienne a Wielerflits – Il mio obiettivo è di essere un buon ciclista, ma non ho problemi con il pubblico che si aspetta qualcosa da me. Il modo fuori può aspettarsi quello che vuole. Io forse qualche volta li deluderò, ma questo non mi toglierà il sonno. Fa parte del gioco quando vinci una grande corsa e hai dei tifosi […] Quando vinci il Tour il tuo status cambia e le persone ti riconoscono; non lo vedo come un problema”.

“Lo scorso inverno ha dovuto dire a molte richieste che mi erano state fatte – ha poi aggiunto a proposito della vita da campione – È stato difficile deludere le persone, ma poi impari a fare anche questo. Devi anche proteggerti. Il mio secondo posto al Tour del 2021 me lo aveva già insegnato”

Il nativo di Hillerslev ha poi parlato dell’assenza di Roglic: “Nel 2022 eravamo entrambi capitani. Il nostro piano era di correre da tutto o niente in alcune frazioni, in modo che uno dei due potesse vincere il Tour. Per la tappa del Granon (poi vinta da Vinegaard che andrò ad indossare anche la Maglia Gialla, ndr) decidemmo per un piano folle di attacco. Volevamo attaccare Pogacar ovunque fosse possibile, fin dall’inizio. Lo abbiamo fatto e questo ha reso speciale la corsa”.

“Adesso senza Primoz sarà diverso – ha proseguito – È stato colui che mi ha preso sotto le sue ali tre anni fa, il mio mentore nella squadra. Nel 2022 mi aveva detto che ero un potenziale vincitore al Tour de France. Non credevo ancora in me stesso: certamente mi mancherà”

“Iniziare con il numero 1 sulla schiena mi mette un po’ più di pressione – ha ammesso l’ultima Maglia Gialla – Ma come ho già detto prima sono in grado di ignorare le aspettative esterne. Non me ne preoccupo, farò la mia corsa. Devo credere in me stesso e fare del mio meglio. Comunque può anche essere un bene cominciare da campione in carica: so già come si fa“.

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