Tour de France 2022, Tadej Pogacar vince a Peyragudes ma non stacca Jonas Vingegaard!

Terzo successo al Tour de France 2022 per Tadej Pogacar. Il 23enne sloveno ha conquistato il traguardo di Peyragudes, dove si è conclusa la 17esima tappa, ma non è riuscito a staccare la Maglia Gialla Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), che si è difeso benissimo e ha chiuso al secondo posto cedendo quindi solo 4″ di abbuono al corridore della UAE Team Emirates. Grazie al lavoro di Mikkel Bjerg e, soprattutto, di un fantastico Brandon McNulty (poi terzo), la formazione emiratina è riuscita a isolare il leader della Grande Boucle sulla penultima ascesa di giornata, ma sulla salita finale non si sono poi registrati attacchi da parte di Pogacar, che si è quindi imposto allo sprint sul danese sfruttando le dure pendenze finali.

Più staccati tutti gli altri big della generale, con Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) che si conferma terza forza della corsa transalpina giungendo all’arrivo con un ritardo di 2’07”, circa 30″ prima di un positivo Romain Bardet (Team DSM), in ripresa dopo la debacle di ieri. Circa 3’30”, invece, il ritardo di David Gaudu (Groupama-FDJ), Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), Nairo Quintana (Arkea-Samsic) e Louis Meintjes (Intermarché-Wanty-Gobert), mentre cede nove minuti Adam Yates (Ineos Grenadiers), che scivola in nona posizione in classifica.

Partenza a tutta velocità, con tanti corridori motivati nel cercare nel fuga. Ci provano più volte i portacolori della EF Education-EasyPost e della Trek-Segafredo, senza successo. Anche la Ineos Grenadiers prova a inserire qualche uomo nei tentativi, ma i primi 15 chilometri passano via senza che nessuno riesca a fare la differenza. Riescono poi ad avvantaggiarsi Dylan Van Baarle (Ineos Grenadiers) e Connor Swift (Arkea-Samsic), che mettono insieme una ventina di secondi di vantaggio; dietro, però, ci sono altri corridori che provano a contrattaccare, dunque, con 100 chilometri ancora da percorrere, i due attaccanti vengono ripresi. Poco dopo, il gruppo transita compatto allo sprint intermedio di La Barthe-de-Neste, dove a passare per primo è Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) davanti a Wout Van Aert (Jumbo-Visma), ma subito dopo il passaggio ricominciano gli scatti, senza però che alcun corridore riesca a fuoriuscire dal plotone.

Poco prima dell’inizio del primo GPM di giornata, il Col d’Aspin, due corridori riescono finalmente ad avvantaggiarsi: si tratta di Guillaume Boivin (Israel-Premier Tech) e Owain Doull (EF Education-EasyPost), che arrivano a guadagnare fino a 25″ sul gruppo. Sulle prime rampe dell’ascesa, però, Boivin perde subito contatto, mentre dietro ricominciano gli scatti, con protagonisti soprattutto Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan) e Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), che riprendono e staccano il solitario battistrada e guadagnano circa 30″ sul plotone, dove gli attacchi proseguono. Scatti e controscatti permettono la formazione di un drappello di 14 inseguitori composto da Patrick Konrad (Bora-hansgrohe), Gregor Mühlberger, Carlos Verona (Movistar), Christopher Hamilton, Andreas Leknessund (Team DSM), Rigoberto Uran (EF Education-EasyPost), Pierre-Luc Perichon, Simon Geschke (Cofidis), Dylan van Baarle (Ineos Grenadiers), Quinn Simmons, Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), Christopher Juul-Jensen (Team BikeExchange-Jayco), Dylan Teuns (Bahrain Victorious) e Georg Zimmermann (Intermarché-Wanty-Gobert).

Pinot e Lutsenko scollinano con 30″ di vantaggio su questi uomini e con 1’20” sul gruppo, dal quale nel frattempo sono fuoriusciti Bob Jungels (Ag2r Citroen), Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers) e Romain Bardet (Team DSM), che riescono, in momenti diversi, a riportarsi sul drappello inseguitore, il quale inizia la seconda ascesa della tappa, Hourquette d’Ancizan, con più di mezzo minuto di ritardo dalla coppia di testa. Il gruppo, invece, comincia la scalata con un distacco di quasi due minuti, ma in testa si porta rapidamente Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates), che impone un ritmo piuttosto sostenuto che mette in difficoltà numerosi corridori. Tra questi ci sono anche Adam Yates e Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), che scollinano con quasi due minuti di ritardo dal plotone, formato ormai solo da una ventina di corridori; circa 1’15” prima, invece, avevano superato il GPM Pinot e Lutsenko, mentre il drappello inseguitore era riuscito a scollinare solo pochi secondi prima del gruppo.

Durante la discesa, però, il plotone rallenta, cosa che permette ai fuggitivi di riprendere nuovamente un po’ di margine e a Pidcock e Yates di rientrare sulla Maglia Gialla. L’inizio del Col de Val Louron-Azet, terza asperità di giornata, vede gli inseguitori riprendere Pinot e Lutsenko e, in gruppo, tornare davanti Bjerg, il cui ritmo indiavolato provoca nuovamente problemi a Pidcock e Yates, che si staccano definitivamente. Con ancora 30 chilometri da percorrere, il danese termina il suo lavoro e viene sostituito da Brandon McNulty (UAE Team Emirates), che aumenta ulteriormente l’andatura mettendo in difficoltà altri uomini di classifica e avvicinando quel che resta del plotone ai fuggitivi. Anche tra questi ultimi, dunque, aumenta il ritmo e iniziano gli scatti, con Andreas Leknessund (Team DSM) che riesce a prendere margine, mente il resto del gruppetto degli attaccanti si sfalda.

A uno a uno, quindi, gli ex fuggitivi vengono quasi tutti ripresi dal plotone, dove il ritmo di McNulty mette in difficoltà David Gaudu (Groupama-FDJ), Enric Mas (Movistar), Louis Meintjes (Intermarché-Wanty-Gobert), Aleksandr Vlasov (Bora-hasngrohe) e, per ultimo, Nairo Quintana (Arkea-Samsic). Con lo statunitense rimangono solamente il compagno di squadra Tadej Pogacar, Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), la Maglia Gialla Jonas Vingegaard e Sepp Kuss (Jumbo-Visma), ma anche Kuss e Thomas alla fine devono cedere all’andatura imposta da McNulty, che assieme a Pogacar e Vingegaard va a riprendere e a staccare Leknessund a circa tre chilometri dalla vetta. Poco prima dello scollinamento, Pogacar prova quindi un primo attacco, subito stoppato dalla Maglia Gialla, con i due che scollinano dunque assieme per affrontare gli ultimi 20 chilometri.

Durante la discesa nessuno dei due prova a forzare, dunque McNulty riesce a riportarsi davanti, mentre alle loro spalle aumenta il ritardo di tutti gli altri uomini di classifica. A otto chilometri dall’arrivo, quindi, il terzetto di testa inizia la salita finale con un margine di più di un minuto sui primi inseguitori, il cui intento ormai è quello di perdere meno terreno possibile. Lungo l’ascesa McNulty prosegue con il suo ritmo regolare, mentre né Pogacar né Vingegaard accennano a scattare, con lo sloveno che anzi non appare particolarmente brillante. Si arriva così tutti assieme all’inizio della durissima rampa finale di 300 metri, dove i due big continuano a studiarsi; Pogacar prova una prima accelerata, ma Vingegaard lo affianca e lo supera a 150 metri dal traguardo. Lo sloveno però ha la forza per reagire e per ri-superare il danese, andando così a conquistare il terzo successo di tappa di questa Grande Boucle.

Risultato Tappa 17 Tour de France 2022

Classifica Generale Tour de France 2022

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