Lotto Dstny, Thomas De Gendt vuole continuare a correre in Asia dopo il ritiro: “Solo per divertimento, non so se sia salutare fermarmi all’improvviso”

Thomas De Gendt ha annunciato che il 2024 sarà il suo ultimo anno da professionista, ma non lascerà completamente il gruppo. Il corridore belga non ha infatti intenzione di appendere completamente la bici al proverbiale chiodo, spiegando di voler continuare a correre a livello continental ancora per qualche anno, magari in Asia, per scoprire nuovi territori e continuare a divertirsi in bici, senza l’ansia della prestazione e, soprattutto, senza la necessità di vivere una lunga stagione fuori casa. A 38 anni, spiega infatti che la priorità ora è il benessere famigliare e i suoi figli fanno ormai fatica a vederlo partire per lunghi periodi. Ma non per questo rinuncia completamente alla sua passione per le due ruote, aprendo anche a progetti di vario genere.

“Ci pensavo da diversi anni – racconta a Het Nieuwsblad – Stavo cercando di capire quale fosse il momento giusto. Non credo che in futuro sarò così motivato a sedermi sui rulli o a pedalare all’aperto nei giorni di pioggia. Inoltre non credo che me la sentirei di togliere il posto a un ragazzo giovane e non me la sento di stressarmi troppo per un nuovo contratto. In fin dei conti, l’anno prossimo avrò 38 anni. Dopo il periodo di quarantena, durante il quale sono stato a casa per tre o quattro mesi, per i bambini è stato molto più difficile salutarmi. Una settimana è ancora possibile, ma per un grande giro si tratta di tre o quattro settimane. Anche loro ne soffrono. Ne teniamo conto nella nostra decisione”.

Per questo la possibilità di correre ad altro livello è una opzione concreta: ” “Mi ritiro a livello professionistico, ma potrei anche continuare a livello continental. Voglio continuare a pedalare molto. Insieme a uno dei miei migliori amici, Willem Wauters, vogliamo partecipare a molti eventi off-road. Come la Cape Epic in mountain bike o le corse su sterrato in America. Mi piacerebbe anche correre in Asia. Taiwan, Thailandia, Indonesia, Corea del Sud… Solo per divertimento. Una quarantina di giorni di gara all’anno. Lì ci sono molte squadre continentali che vogliono mettere sotto contratto un corridore europeo per alcune corse a tappe in quella parte del mondo. Al Tour de Langkawi in Malesia ho visto che le piccole squadre continentali asiatiche sono ben organizzate”.

A dargli l’idea il suo ex compagno Raymond Kreder, che nelle ultime sei stagioni ha corso per la formazione continental giapponese JCL UKYO e che nel 2024 correrà per la Kinan, altra squadra del Sol Levante. “Lo lasciano tranquillo per metà dell’anno – racconta il classe 1986 –  Ogni tanto parte per il Giro del Giappone, della Thailandia e di Taiwan. È un’esperienza che voglio fare anch’io. Allarga gli orizzonti. In Asia c’è sempre un’atmosfera diversa e rilassata. Trascorrere due o tre anni in questo modo mi sembra una buona idea”.

Il piano B eventualmente sarebbe trovare una soluzione più vicina, ma che gli consenta comunque di restare con un calendario leggero e senza la pressione attuale: “Se non dovesse funzionare, spero in una squadra continental locale o in un club per partecipare ad alcune gare, ma l’intenzione non è quella di correre come élite tutto l’anno senza un contratto. D’altra parte, non so se sia salutare fermarsi all’improvviso dopo tutti questi anni in bici!”.

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