Tom Boonen provoca divertito: “In una sola stagione ho messo insieme tutto il palmares di Van der Poel”

Tom Boonen ha voluto, a suo modo, evidenziare quanto è cambiato il ciclismo professionistico negli ultimi anni. Intervistato da Het Nieuwsblad, l’ex professionista ha analizzato come dal 2017, anno del suo addio al ciclismo, ad oggi il mondo delle due ruote sia notevolmente mutato, anche in peggio, secondo il suo punto di vista. Il belga, vincente in gara quanto estroverso con la stampa, ha detto senza alcuna modestia, ma anche ironia e provocazione, di “aver messo insieme in una sola stagione tutto il palmares di Mathieu Van der Poel” riferendosi alla mitica stagione 2005.

Quell’anno Boonen era stato capace di totalizzare 14 delle sue 122 vittorie in carriera. Nell’arco di soli 12 mesi aveva conquistato Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix, E3 Classic, Campionato del Mondo in linea ma anche due tappe al Tour de France, due tappe alla Parigi-Nizza e la classifica generale del Giro del Belgio. Una palmares davvero ricco il suo, che a fine carriera contava tra gli altri, ben quattro edizioni della Roubaix, tre edizioni del Fiandre e tre della Gand-Wevelgem.

Nel corso dell’intervista il belga classe 1980 ha poi voluto evidenziare come una delle possibile cause di questa attuale tendenza al ribasso stia nel fatto che al giorno d’oggi i grandi campioni facciano meno gare rispetto a quante ne faceva lui nell’arco di una sola stagione. “I corridori di oggi corrono pochissimo – dice senza mezzi termini – Mentre io ho avuto un anno in cui avevo già totalizzato 40 giorni di gare prima della Roubaix”.

Boonen vede inoltre un altro enorme cambiamento, quello nel modo in cui i corridori interagiscono con i loro colleghi e anche con la stampa. “Ciò che è diverso ora è che l’atmosfera tra i corridori e tra i corridori e la stampa è diventata molto più amichevole – sottolinea l’ex campione belga – È una sorta di cameratismo che prima non esisteva. Se io non vincevo due classiche in una primavera, come nel 2010 contro Cancellara, venivo completamente massacrato”.

Tutto sommato però lui stesso si vedrebbe molto bene a battagliare in testa al gruppo insieme ai grandi campioni di questa epoca, come il già citato Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert. “Ogni generazione ha i suoi campioni – sottolinea – In ogni caso mi sarebbe piaciuto gareggiare contro gli uomini di oggi. Attaccando da lontano, facendo qualcosa di pazzo, che si adatterebbe bene al mio modo di correre”.

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