Movistar, Patxi Vila motivato e convinto: “Il lavoro pagherà nel 2022”

Patxi Vila approccia con grande fiducia il 2022. Il primo direttore sportivo della Movistar vuole che nel prossimo anno la squadra possa raccogliere i frutti del lavoro di questi ultimi due anni, in cui la squadra ha costruito una struttura sempre più moderna, anche nelle varie figure dello staff che circondano i corridori. Un lavoro costante che ha cominciato a mostrare i suoi risultati nel corso della Vuelta a España, in cui la squadra si è mostrata ad altissimi livelli, come forse non accadeva da tempo, malgrado il ritiro del suo uomo simbolo.

“Il ciclismo di oggi è sempre più tecnico e specialistico, per cui a volte manca personale professionale e incentrato su singoli aspetti – sottolinea l’ex corridore spagnolo, ora responsabile delle prestazioni della squadra – Dopo due anni con continui cambiamenti abbiamo raggiunto una struttura stabile, costruendo il nostro equilibrio. Ora bisogna saperla gestire. Nella mia testa, le prove generali dovevano essere alla Vuelta 2021 e creo che abbiamo ottenuto un buon risultato nel lavorare in modo coordinato. Far salire Enric Mas sul podio e vincere una tappa con Miguel Angel Lopez, nonché il modo di lavorare della squadra, mi fanno pensare che questo lavoro pagherà concretamente nel 2022″.

Esempio concreto di questo lavoro per lui è anche nel modo in cui proprio Enric Mas ha saputo focalizzarsi sulla corsa spagnola malgrado quel che era successo, gestendosi al meglio nella preparazione: “Eric ha lavorato molto duramente, abbiamo dovuto apportare un cambiamento radicale nella sua preparazione per recuperare quel che era successo. Lo ha accettato e ha creduto fosse possibile. Malgrado nella prima parte dell’anno non ha ottenuto risultati, Enric ha continuato a crescere e nella seconda parte dell’anno ha ottenuto la sua ricompensa”.

Non è dunque in questo senso neanche sorpreso o deluso dalla stagione non proprio brillante di Ivan Garcia Cortina, che era arrivato nel team come leader per le classiche di primavera. “Ha dovuto adattarsi – spiega – Squadra nuova, nuovi materiali, nuovo modo di lavorare… Credo che bisogna dargli un po’ di tempo. Il miglior Ivan lo abbiamo visto in Svizzera, con un rendimento eccezionale. Poi al Tour è stato sfortunato ed è stato male, prendendo antibiotici”.

Sottolineando anche le buone prestazioni dei suoi giovani come Johan Jacobs e Matteo Jorgenson, non mancano anche le parole di grande stima per i due pilastri del team: Alejandro Valverde in quello maschile e Annemiek Van Vleuten in quello femminile. “El Bala es el Bala”, commenta riguardo il murciano, del quale commenta “il grande amore per il ciclismo”, convinto che abbia trovato la sua attuale dimensione nel corso del 2021, “con l’aggiunta che ha capito un paio di cose sul ciclismo di oggi…” La neerlandese è invece colei che “si è caricata la squadra sulle spalle e l’ha fatta crescere” perché “quando hai un leader solido, che è una garanzia, tutti crescono intorno e tutti rendono di più”.

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