Movistar, Marc Soler: “Tour e Vuelta i miei obiettivi. In Francia si deve correre anche senza pubblico”

Questo sarebbe dovuto essere l’anno della verità per Marc Soler. Le contemporanee partenze di Richard Carapaz, Mikel Landa e Nairo Quintana gli avevano aperto l’occasione di potersi ritagliare un ruolo di leader all’interno del team, dopo alcune stagioni trascorse soprattutto a lavorare per i suoi capitani. Lo scalatore catalano aveva cominciato in maniera convincente la stagione con il successo ottenuto a febbraio al Trofeo Pollenca, prima che scoppiasse la pandemia del Covid-19. Ora con il nuovo calendario che va delineandosi il corridore della Movistar conferma i suoi obiettivi stagionali.

L’idea principale è quella di fare il Tour e poi unirlo alla Vuelta, – ha ammesso in un’intervista a L’Esportiu – ma dobbiamo ancora vedere alcune gare che non sono del World Tour e che non sono ancora state inserite nel calendario ufficiale. Il Giro, ovviamente, è escluso, perché è nel mezzo, e la squadra vuole essere ai massimi livelli al Tour e alla VueltaFaremo un blocco di dieci – dodici corridori che si divideranno tra le due corse. Vedremo se saremo in grado di ottenere buoni risultati”. Per il corridore iberico è fondamentale che si possa correre la Grande Boucle, anche a porte chiuse: “Il Tour deve essere fatto, comunque. Sono in gioco molti posti di lavoro. Se non venisse disputato, ci saranno molte persone in difficoltà”.

In casa Movistar lo scorso inverno ha portato molti cambiamenti, tra cui anche l’arrivo di Enric Mas: “Abbiamo molta fiducia in tutti i corridori e anche in EnricHa già dimostrato di essere un grande corridore – ha continuato – Per me è stato un peccato perchè in questa stagione avrei dovuto guidare la squadra ed essere il leader in alcune corse ed è successo tutto questo. Ricominceremo di nuovo in estate, ma le garanzie che tutto rimarrà uguale non sono più le stesse”. Anche se non sembra contento della partenza di Carapaz: “Carapaz è stato un grande compagno di squadra, ma devi valutare tutto. Capisco che la Ineos deve avergli proposto obiettivi specifici per convincerlo. Avrà sicuramente la possibilità di correre le gare per vincere. Un vincitore del Giro vuole avere la possibilità di continuare a vincere e di essere sempre ai massimi livelli, immagino che gli abbiano garantito che sarà in grado di farlo ed è per questo che ha deciso di cambiare”.

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