Jumbo-Visma, Tony Martin: “Per me qui una seconda vita ciclistica dopo i due anni alla Katusha”

Tony Martin si sente rinato nella Jumbo-Visma. Il tedesco, infatti, era arrivato nella formazione di Richard Plugge dopo due anni alla Katusha in cui non era riuscito a replicare i successi che aveva precedentemente ottenuto in maglia Quick-Step. Il quattro volte campione del mondo a cronometro, pur riuscendo ad alzare soltanto una volta le braccia al cielo in questa stagione (ai campionati nazionali a cronometro), è riuscito a reinventarsi in nuovo ruolo da gregario, che ha dato i suoi frutti sia al Tour che alla Vuelta, nonostante il trentaquattrenne non sia riuscito a chiudere nessuno dei due GT, rispettivamente per squalifica e per infortunio.

È stato un po’ come una seconda vita nel ciclismo – ha commentato il classe ’85 ai microfoni di Cyclingnews – Dopo aver vinto tanto con la QuickStep, con la Katusha ero un po’ in una landa desolata. Sono arrivato qui con molte speranze e desideri sulla mia carriera, ed è sembrato naturale diventare un gregario. Ho capito che non sono più il corridore capace di portare grandi risultati e quindi mi sta bene”.

Dopo non essersi risparmiato dal criticare la Katusha, in cui “mancava tutto, dalle strutture alla motivazione a una buona leadership, Tony Martin si è poi concentrato sulla prossima stagione, dove correrà il Tour per proteggere il super tridente che la sua squadra porterà alla Grande Boucle e poi salterà le Olimpiadi per puntare con decisione ai mondiali: “Ci sono i mondiali in Svizzera. Le Olimpiadi sono troppo dure per me, ma avrò il tempo per recuperare e dare tutto alle Olimpiadi. […] Possiamo proteggere tre leader. Possiamo imparare dalla Ineos e già quest’anno, pur non avendo tre capitani, avevamo anche Dylan Groenewegen e Wout van Aert che andavano protetti”.

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