Grandi Giri, Unzué vorrebbe creare una “panchina” per fare dei cambi in corsa

Eusebio Unzué propone una novità rivoluzionaria per rispondere alla limitazione di otto corridori per squadra. Calcolando che avere un corridore in meno in ogni corsa significa avere circa tre corridori in meno nel proprio organico, il team manager della Movistar ritiene sarebbe utile l’introduzione di una panchina, specialmente nei grandi giri. Dopo le affermazioni del suo pupillo Nairo Quintana, che aveva espresso le sue perplessità al riguardo, specialmente per gli uomini di classifica, anche l’esperto dirigente spagnolo ammette il problema, pensando dunque ad un sistema per cui si possano sostituire i corridori infortunati durante la corsa.

“Sarebbe un modo per lottare a pari condizioni – spiega a Ciclo21 – Il ciclismo deve dare prova di umanità. Siccome non c’è modo di sostituire nessuno, oggi abbiamo dei cavalli azzoppati, che corrono tappe di 200 chilometri in cattive condizioni. Se non c’è modo di cambiarli, almeno si potrebbe pensare alla possibilità di studiare con i medici ad un periodo di riposo, quando il medico lo ritiene. Mi piacerebbe poter provare una soluzione per cui i corridori che cadono nella prima settimana possano essere rimpiazzati, tenendo tre corridori pronti per sostituire gli infortunati, come succede in qualsiasi altro sport“.

Un ragionamento che si sposa sostanzialmente con il suo pensiero riguardo la prossima edizione del Tour de France, in particolare per la presenza del pavé, visto come pericoloso e non necessario all’economia di una corsa già dura di suo, senza l’aggiunta di un pericolo giudicato “non necessario” da Unzué. “Il pavé non aggiunge nulla al Tour“, secondo il TM iberico che sottolinea come a fare la differenza non saranno i corridori, “ma la sfortuna”, che crea “grande preoccupazione” visto che in quella tappa si potrebbe perdere la corsa, anche se non per demeriti sportivi. “Magari a Vincenzo Nibali o Tom Dumoulin gli importa meno, ma tutti dovremo assumerci quel giorno un livello di rischio incredibile – aggiunge – Il solito, ma moltiplicato per chissà quante volte. Oltretutto con un corridore in meno”.

 

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