Movistar, Eusebio Unzue: “Valverde sarebbe potuto restare per altri 4 o 5 anni, non ho dubbi, ma il gruppo è sempre più esigente e sono aumentati i rischi”

Eusebio Unzue e Alejandro Valverde sono legati da molti anni da un stretto rapporto di collaborazione alla Movistar, oltre che di amicizia, che dura tutt’ora. Dopo tante stagioni in sella alla bici, l’ex campione del mondo affianca ora il team iberico come consulente, oltre a partecipare con la maglia della squadra alcune gare di gravel, ma, come ammesso negli scorsi mesi e ribadito qualche giorno fa, il murciano aveva anche pensato di tornare a correre su strada nel corso del 2023. A fermarlo, consigliandolo come può fare solo chi ha condiviso assieme per anni gioie e dolori, successi e sconfitte, è stato proprio Unzue, l’esperto manager della formazione spagnola, che nonostante questo ritiene comunque che l’Embatido, visto la forma che dimostra, avrebbe potuto restare in gruppo per ancora diverse stagioni.

“Fino al mese di ottobre, Alejandro era determinato a continuare, aveva ancora l’idea in testa – ha dichiarato Unzue a EFEPoi alla fine ha capito. Ma sarebbe potuto restare per altri 4 o 5 anni, non ho dubbi. Lo vediamo allenarsi con la squadra e ha un livello davvero impressionante, ma oggi il gruppo è ogni giorno più esigente, non puoi tenere il passo con i tuoi 40 e più anni. A quell’età, e con la sua carriera, non si può più continuare a essere esposti ai rischi di un gruppo che ha sempre più una componente kamikaze”.

“I ragazzi che arrivano adesso hanno fame di tutto – ha spiegato l’esperto manager – Non sanno cosa sia la paura, cosa sia il rischio, e nel gruppo abbiamo sempre più corridori di questo tipo, un plotone con più rischi e meno rispetto. C’è un gruppo di persone sempre più competitivo. Questo è ciò che alla fine gli ha tolto l’idea dalla testa, perché, se l’avessi incoraggiato un po’, avrebbe continuato. Se non gli fosse stata sottoposta questa questione, adesso sarebbe qui”.

Il 68enne vuole aiutare il suo ex corridore a trovare una vita dopo il professionismo: “Dopo il ciclismo c’è un’altra vita, nella quale gli restano 50 anni, ed è lì che voglio aiutarlo […] Ci preoccupiamo degli atleti solo mentre sono in bici, ma in realtà il dramma per molti di loro inizia il giorno in cui finisce la loro professione e si trovano ad affrontare una vita che non sanno com’è”. Per Unzue, Valverde “deve raccontare la sua esperienza ai giovani. Quello che sanno trasmettere persone come lui è molto importante, ed è questo il grande valore di tutti gli atleti, buoni e cattivi”.

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