Coronavirus, le riflessioni di Alessandro De Marchi: “In questi giorni pedalare, anche se al chiuso, è come una medicina”

Alessandro De Marchi ha sempre espresso i suoi pensieri in maniera diretta e mai banale. Così, anche in queste settimane così delicate e particolari, in cui, gioco forza, sono cambiate le nostre abitudini, il corridore della CCC ha raccontato al Messaggero Veneto le sue impressioni su quanto sta accadendo e il modo in cui lo sta vivendo. Certamente la condizione dello stop forzato agli allenamenti in strada è pesante per un ciclista professionista, ma per il Rosso di Buja rappresenta anche un’occasione per porsi delle domande, non solo come sportivo ma anche come semplice cittadino.

“Da diversi giorni mi sto allenando in garage o sul terrazzo, anche prima dello stop ufficiale, il mio passato da pistard con molti allenamenti sui rulli, mi sta tornando utile – le sue considerazioni su questi giorni – E poi pedalare, anche se al chiuso, rimane una forte e vitale passione, in questo momento è quasi una medicina. Mi rendo conto dell’importanza che ha nella mia vita questo lavoro-passione”.

Ma in questo momento non si può solo pensare all’aspetto sportivo: “Il momento richiede uno sforzo, un impegno chiaro da parte di tutti. Un forte senso civico di comunità – ha continuato – Nelle difficoltà siamo costretti a migliorare, a cambiare. Riusciremo ad imparare la necessità di fare “squadra” e di essere “compagni”? Dovremo mantenere il senso civico di questi giorni sempre presente nella nostra comunità, non dovrà tornare a essere una cosa straordinaria”.

De Marchi era stato costretto a chiudere anzi tempo il suo 2019 dopo una terribile caduta al Tour de France che lo ha costretto a un lungo stop e a una lunga riabilitazione che gli hanno regalato la cosa più importante: “il tempo, non avrei mai creduto di aver un periodo così lungo per stare vicino a mio figlio, e mia moglie. Sono consapevole di che non vi sia quarantena o grande gara che tenga di fronte all’opportunità di sentirsi chiamare per la prima volta, dal vivo, papà”.

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