Calendario, Renato Di Rocco: “Serie preoccupazioni che possa essere riaperto. Le date le decideranno i governi”

Il calendario prende forma, ma non mancano ancora dubbi ed incertezze. Se l’UCI ha attualmente imposto lo stop fino al 1 luglio, prolungandolo di un mese per le corse WorldTour, alcune nazioni hanno tuttavia bloccato i grandi eventi, tra cui quelli sportivi, anche oltre. In Belgio, Germania e Paesi Bassi non sarà infatti possibile correre per un ulteriore mese, complicando così ulteriormente la costruzione di un calendario che deve necessariamente tenere conto delle regole imposte dai governi locali. Al momento il grande punto fermo è il Tour de France, in programma dal 29 agosto al 20 settembre, seguito dai Mondiali di Aigle-Martigny, mentre in precedenza sono stati ricollocati i Campionati Nazionali (22-23 agosto), ma ci sono anche alcuni dubbi riguardo la possibilità che sia necessario apportare ulteriori modifiche a quelle che sono le attuali date.

Ci sono serie preoccupazioni che possa essere riaperto il calendario“, commenta infatti il presidente FCI Renato Di Rocco intervistato dall’Ansa, chiarendo che necessariamente “le date di ripartenza le decideranno i governi”. Importanti al riguardo soprattutto i dubbi riguardo la Francia, la cui prima fase di uscita dal lockdown è prevista per l’11 maggio. Se inizialmente, di conseguenza, era stata ventilata come metà luglio la possibilità di svolgere alcuni eventi, la situazione è modificata in seguito e nei giorni scorsi il presidente Emmanuel Macron, rispondendo alla riapertura dei luoghi di culto, ha parlato di “niente assembramenti fino alla fine dell’estate“. Una tempistica non molto precisa, ma che chiaramente può preoccupare.

Il numero uno della Federciclismo italiana in merito riporta la data del 15 agosto per i cugini transalpini, che lascerebbe ancora tempi di realizzazione per la Grande Boucle, pur a quel punto creando problemi a qualsiasi altro evento nel paese, compreso il Giro del Delfinato o la Route d’Occitanie, che ne sarebbero dovuti essere ultimi appuntamenti preparatori, così come della Parigi – Roubaix, ipotizzata il fine settimana successivo alla Milano – Sanremo e precedente ai Campionati Nazionali (anche questi potenzialmente a rischio Oltralpe, di conseguenza).

Per quanto riguarda il nostro paese, si attendono ancora direttive dal Governo: “Noi aspetteremo le disposizioni del governo italiano – aggiunge Di Rocco – Per gli allenamenti spero non ci saranno discussioni, poi per l’applicazione di un protocollo sanitario di difesa, per gli atleti ma soprattutto per non essere elementi di contagio”.

Non manca anche un commento da parte del presidente FCI alla possibilità di svolgere il Giro d’Italia in ottobre, come richiesto da RCS Sport. “Sappiamo che alcune montagne sono rimaste senza neve sino quasi a Natale, per cui il clima è cambiato molto, sia per noi che per la Spagna – aggiunge – Per cui penso sia fattibile”. Oltre alla Grande Partenza che ormai appare certa non sarà da Budapest, l’organizzazione potrebbe decidere di non apportare altri cambiamenti, perlomeno non da subito, aspettando di valutare le condizioni climatiche e l’eventuale attuazione di piani alternativi quando e dove necessario.

Infine, la conferma di quella che sarà una inevitabile contemporaneità di alcuni grandi eventi: “Con un calendario fermo sino ad agosto, significa spostare tutte le corse di marzo, aprile e maggio, per cui bisognerà convivere con molte concomitanze. Pertanto, le cinque Monumento e classiche del Nord potranno essere concomitanti con Giro e Vuelta”.

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